8 Endo Tribune Italian Edition - Novembre 2013Industry Report Finalmente è possibile sterilizzare l’albero canalare con Sterildent OH-52 philippe lagarde, CES stomatologia (Paris) – Maître de conférence à l’Université de Rome Come tutti sanno, l’infezione dentaria è il tallo- ne di Achille della nostra attività. Fino ad oggi, disinfettare totalmente un organo dentale era un’illusione. Siamo certamente capaci di cura- reefarscomparireisintomiclinicidell’infezio- ne in relazione con la fase acuta dell’invasione batterica (dolore, arrossamento, calore). Siamo inoltre capaci di disinfettare i canali principali e otturarli correttamente, con la prova di con- trollo radiografico (Figg. 1, 2). La stessa cosa succede se in un dente posizio- niamo l’elettrodo negativo nel canale principa- le e l’elettrodo positivo sulla pelle del paziente. Quali sono le prove del rilascio dello ione OH- e soprattutto raggiungerà tutti i canali e i tubuli della rete canalare del dente? Immergiamo le radici di un dente estratto in un bagno di siero fisiologico, al quale aggiungiamo un reagente, la fenoftaleina, che diventa rossa quando entra in contatto con lo ione OH-. Im- mergiamo l’elettrodo positivo nel siero e l’elet- trodo negativo nel canale (Fig. 7). Un numero importante di lavori riguardan- ti il grave problema delle infezioni chirur- giche e della possibilità della presenza di biofilm sulle pareti di ogni corpo estraneo introdotto nel corpo umano, ha messo in evidenza le qualità battericide e batterio- litiche di alcuni ioni metallici (Ag, Cu, per esempio). Lo ione OH- si rivela essere, dal canto suo, di grande tossicità per l’attività dei batteri. È inoltre estremamente mobile, cosa che spiega la rapidità con la quale si propaga lungo la rete canalare (cfr. INRA annales 1986, Negative ion chemical ionization mass spectrometry of trichothecenes: Novel frag- mentation under OH- conditions, William C. Brumley, Denis Andrzejewski) (Figg. 10, 11). Fig. 1 - Infezione acuta purulenta. Fig. 3 Fig. 7 Figg. 8, 9 Figg. 10, 11 Fig. 4 Fig. 5 - Tubuli dentinali contenenti delle colonie di batteri (B) studiati al microscopio elettronico. Fig. 2 - Cura classica con controllo radiografico perfetta. Ma siamo molto coscienti che «la disinfezio- ne completa dell’insieme della rete canalare, e in particolare della dentina è un’illusione». Persisterà quasi sempre un’infezione cronica dell’organo dentale curato, infezione cronica locale, latente clinicamente, ma che può gene- rare delle complicazioni a distanza di tempo, temute ad esempio nella chirurgia cardiaca, soprattutto ora che gli antibiotici mostrano i loro limiti. La causa di questo fallimento è di origine ana- tomica. Tre ostacoli sono rimasti fino ad oggi insormontabili: 1. il delta apicale e la sua configurazione tanto diversa quanto complicata (Fig. 3); 2. i canalicoli secondari di misura millimetrica, detti “canali accessori” (Fig. 4); 3. i tubuli della dentina non vascolarizzati (Fig. 5). Dato che questi tubuli dentinali non sono va- scolarizzati, gli antibiotici non hanno alcuna efficacia. Per disinfettare completamente un organo dentale infetto, bisognava trovare una tecni- ca che fosse in grado di distruggere i batteri responsabili dell’infezione e di destrutturare se possibile i biofilm eventualmente presenti: gli ioni metallici erano un’opzione possibile; di raggiungere tutti gli spazi della rete canalare e dentinale: l’elettricità era un’opzione evidente; di rispettare i tessuti del parodonto: tra gli ioni metallici troviamo lo ione OH- non tossico per i tessuti. Questo ci ha fatto pensare a un vecchio meto- do, quello dello ionizzazione di Pierre Bernard (1955). Una “cosa vecchia” mi direte voi, che è stata abbandonata poiché i suoi risultati erano troppo aleatori. Tuttavia, la logica faceva pen- sare che questa tecnica potesse funzionare. Anche il dott. René Lagarde ha cercato per mol- ti anni di comprendere quale fosse il problema. La ragione era, in fin dei conti, relativamente semplice e riguardava qualche parametro che bisognava controllare con precisione, cosa che Pierre Bernard non aveva purtroppo indivi- duato bene. Sperimentazione Un tubo di vetro contenente del cotone imbevu- to di siero fisiologico (contenente dunque del sale NaCl, Fig. 6). Elettrodo negativo all’entrata, elet- trodopositivoall’uscita.Ilpassaggiodellacorren- teprovocala“ionizzazione”,cioèilrilasciodiioni, e in particolare dello ione metallico OH-. OH- + - In seguito al passaggio di una quantità di ioni OH- sufficiente, le coppe dei denti infet- ti non presentano più alcuna traccia di bat- teri a livello dei tubuli della dentina, dopo una verifica al microscopio elettronico. Per ottenere un tale risultato, è obbligatorio ri- spettare delle regole precise riguardanti di- versi parametri: il tempo di passaggio della corrente, che dipenderà dalla sua intensità, dunque dalla velocità di produzione degli ioni OH-, e infine dalla quantità di ioni OH- rilasciati. Esiste ancora un quinto parametro da ri- spettare: la diversità delle lesioni infettive, che dipende dalla resistenza dei batteri in- contrati, dalla presenza di biofilm, da lesio- ni più o meno diffuse. Quindici anni di la- vori hanno permesso di chiarire questi dati essenziali. Inoltre, l’azione favorevole dello ione OH- non si ferma qua, come mostra lo schema sottostante. > pagina 9 Dopo qualche minuto, vediamo apparire lungo le radici dei puntini rossi, che si ingrandiscono fino a ricoprire tutta la dentina (Figg. 8, 9). Quali sono le prove dell’azione antibattericida degli ioni OH-? Fig. 6 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM