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Implant Tribune Italian Edition

9Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Settembre 2013 SR < pagina 8 Il primo meccanismo suggerito è il meccanismo di occlusione cellulare originariamente postulato da Mel- cher nel 19761 e poi rivisto e integra- to da diversi autori. Secondo questo concetto, cinque popolazioni cellu- lari potrebbero ripopolare il difetto in seguito all’intervento chirurgico: 1) le cellule epiteliali, che prolifera- no e migrano più velocemente di tutti gli altri gruppi; 2) le cellule del tessuto connettivo gengivale; 3) le cellule provenienti dall’osso alveo- lare; 4) le cellule del legamento pa- rodontale; 5) i cementoblasti. La Guided Tissue Regeneration uti- lizza membrane-barriera che, esclu- dendo dalla ferita cellule dei tessuti epiteliali e connettivali, consentono ai gruppi di cellule più lenti di popo- lare il difetto, facilitando la rigene- razione del nuovo legamento. La cre- scita delle cellule epiteliali è inibita attraverso l’inibizione da contatto. Questo processo naturale di arre- sto della crescita cellulare avviene quando due o più cellule vengono a contatto tra di loro o con una super- ficie solida. In una coltura cellulare in capsula di Petri, le cellule epitelia- li normali proliferano e migrano in senso centripeto fino a raggiungere i confini della capsula di Petri. Nel- la GTR, la migrazione delle cellule epiteliali si arresta quando l’epitelio copre la membrana ed entra in con- tatto con la superficie della radice. Il secondo meccanismo è il mecca- nismo della stabilità del coagulo. La componente fibrinosa del coa- gulo di sangue può aderire all’osso alveolare, al tessuto connettivale gengivale e alla superficie della ra- dice. È stato dimostrato da Wikesjö e collaboratori2,3 che, quando non si permette al coagulo di sangue di aderire alla superficie radicolare, avviene una migrazione apicale epi- teliale ed è preclusa la formazione nuovo attacco connettivale. Invece, se l’adesione della fibrina alla super- ficie della radice non è ostacolata da alcun trauma meccanico o fisico, l’epitelio migra sopra il coagulo e la migrazione si ferma quando il fron- te epiteliale incontra l’interfaccia coagulo-radice. Entrambi questi meccanismi spie- gano come sia possibile dirigere la guarigione della ferita verso la rige- nerazione o riparazione in relazione alla tecnica adottata o al biomate- riale usato, sia questo una membra- na, un sostituto osseo o il solo coa- gulo stabilizzato. La prima evidenza istologica uma- na di un legamento parodontale ri- generato risale al 1982, quando Ny- man e colleghi4 usarono un filtro Millipore su un incisivo mandibo- lare precedentemente coinvolto da malattia parodontale, consentendo alle cellule provenienti dal lega- mento parodontale di ripopolare la superficie della radice durante la guarigione. Da allora una serie di pubblicazioni hanno mostrato l’e- videnza istologica di un legamento rigenerato con varie tecniche chi- rurgiche e differenti biomateriali e fattori di crescita. Allo stesso tempo, dovremmo co- munque tenere a mente che la mi- grazione epiteliale potrebbe non essere irreversibile. Già nel 1980, infatti, Listgarten e collaboratori5 avevano dimostrato – durante la valutazione degli esiti di lembi di accesso in un modello animale – che mentre la lunghezza dell’epite- lio giunzionale non variava tra le 3 settimane e i 12 mesi post-operatori, veniva invece “spinta” in senso co- ronale, riducendo la profondità del solco e aumentando la lunghezza dell’adesione del tessuto connetti- vo. Alla luce di questo, l’importanza di mantenere l’integrità strutturale dei tessuti gengivali rispetto inve- ce alle procedure di eliminazione della tasca (quali lembi posizionati apicalmente o chirurgia ossea re- settiva) deve essere ulteriormente sottolineata, soprattutto quando è necessario intervenire chirurgica- mente nell’area estetica. Figg. 4a, b - I biomateriali vengono posizionati all’interno del difetto per promuovere la rigenerazione e stabilizzare il coagulo. In questo caso Emdogain (Straumann, CH) è stato mescolato a un innesto di BioOss (Geistlich, CH) e protetto con una membra- na in collagene riassorbibile (BioGide Geistlich). Figg. 5a, b - Con una sutura 5-0 Gore-tex, vengono applicati due punti di sutura sospesi ai denti 22 e 23 che stabilizzano il lembo coronalmente, stabile sui denti, creando una parete di tessuto molle stabile. Ora un punto a materassaio interno, con una sutu- ra in Goretex 7-0 chiuderà la papilla, estroflettendo i margini del lembo, permettendo un perfetto adattamento dei lembi. Figg. 6a, b - Il risultato a un anno mostra una profondità di sondaggio di 3 mm con un guadagno di 10 mm se confron- tato all’inizio. Nell’immagine radiografi- ca, il biomateriale è ancora visibile, con un riempimento del difetto ottimale. Conclusioni La terapia parodontale è stata pro- fondamente cambiata dalla grande quantità di ricerche e dalla lettera- tura prodotta negli ultimi decen- ni. Quella che era una disciplina di grandi lembi invasivi si è ora evolu- ta in una disciplina essenzialmente caratterizzata da terapia non chi- rurgica, da strategie di gestione dei fattori di rischio e lembi minima- mente invasivi per il trattamento di difetti localizzati. Questa trasfor- mazione ha reso la terapia parodon- tale in area estetica un approccio molto meno invasivo e maggior- mente accettabile, che deve essere praticato da tutti i professionisti che dedicano la loro professione a questa specialità emozionante e in continua evoluzione. Milano, 4-5 ottobre 2013 II° Simposio di implantologia osteointegrata Dove la scienza incontra la formazione Mancano ormai pochi giorni all’apertura del congresso di Milano e il Coordinatore scientifico, Carlo Maiorana, invita gli spe- cialisti a partecipare a questo appunta- mento scientifico. Cari amici, siamo giunti al secondo congresso della Italian Academy. È proprio vero che il tempo corre veloce! Questa volta è per il board, ma per me in particolare, un piacere invitarvi a Milano per due giorni di lavori scientifici nei quali verranno affrontati alcuni temi scottanti, sia in campo chirurgico che protesico, con lo sguardo al futuro delle nuove tecnologie e l’affascinante campo dell’appli- cabilità delle stem cells. E, per dare una possibilità di formazione ancora migliore, abbiamo deciso di far precedere i lavori da due workshop che si dedicheranno a due aspetti, uno decisamente in- novativo, l’altro più legato alle consuetudini cliniche, decisamente interessanti. Avremo, anche per quest’anno, l’istituzione del pre- mio Axel Kirsch, riservato ai giovani clinici, ed ascolteremo, dalla voce di chi ha conseguito il premio nel 2012, il rac- conto di una esperienza unica e coinvolgente. Nell’attesa di incontrarvi numerosi nella mia città, un saluto cordiale. Carlo Maiorana