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Implant Tribune Italian Edition

16 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2013Industry Report TiUnite® : in armonia con Madre Natura Un team di ricercatori svizzeri presenta i propri risultati e alcune sorprendenti immagini al microscopio a scansione elettronica Peter Schüpbach, Roland Glauser Le caratteristiche della superficie im- plantare sono considerate fondamen- tali in riferimento all’osteointegra- zione avanzata – soprattutto quando i tempi di guarigione sono ridotti o gli impianti sono posizionati in con- dizioni ossee impegnative. Inunarticolopubblicatoinpreceden- za gli autori hanno descritto il modo in cui TiUnite® interagisce con le cel- lule ematiche e con i tessuti nella pri- ma fase di guarigione, e come viene supportata la formazione di osso per osteoconduzione. Su queste basi, gli autori discutono i nuovi risultati che spiegano come gli ulteriori parametri della superficie, come la struttura e il design, possono influenzare positiva- mente la rapida formazione di osso e l’osteointegrazione. Poco prima del nuovo secolo, Nobel Biocare ha presentato degli impianti con superficie moderatamente ruvi- da per migliorare l’osteointegrazio- ne. Negli anni a seguire, sono stati eseguiti diversi studi in vitro volti a valutare alcune condizioni variabili, come l’energia di superficie, la modi- fica della struttura di superficie (fino al livello nanometrico), l’aumentata bagnabilità e le modifiche chimiche della superficie. Nonostante il cospicuo numero di questi studi in vitro, rimangono an- cora da risolvere definitivamente le questioni relative al razionale bio- logico dietro alla formazione ossea più rapida, al maggior contatto osso- impianto e ai valori di torque di rimo- zione superiori di questi impianti, ri- spetto agli impianti a superficie liscia. La ricerca più recente rivela che la realtà in vivo può essere sostanzial- mente differente dalla situazione in vitro. Durante il posizionamento di un impianto TiUnite®, la superficie moderatamente ruvida agisce come una carta micro abrasiva e abrade la superficie ossea lungo le pareti dell’ossocorticaleetrabecolaredell’o- steotomia. Un interessante strato Questa azione provoca la formazio- ne di uno strato composto da micro- frammenti di osso e sangue, che co- pre la superficie dell’impianto Questo strato assicura il potenziale osteoinduttivo grazie alla presenza dei fattori di crescita necessari per la formazione ossea (Tabassum et al., 2011). Di conseguenza – dato che lo strato le nasconde – le proprietà delle Fig. 1 - Coagulo ematico, composto da cellule ematiche, piastrine attivate e fibrina, attaccato a una superficie TiUnite® esposta al sangue per 10 minuti in un test in vitro (Immagini © Schüpbach Ltd.). sciano enzimi e fattori di crescita, attraendo di conseguenza cellule osteogeniche. TiUnite® è altamente osteoconduttiva e la neoformazione ossea avviene rapidamente e diret- tamente sopra e lungo la superficie implantare. Quindi, non sorprende che diversi studi su animali e su uomo abbiano dimostrato una miglior osteointegra- zione – sia in termini di velocità sia di quantità di contatto osso-impianto rispetto alle superfici di idrossiapa- tite, che molti considerano ancora il gold standard dell’osteoconduzione. Il ruolo dei frammenti ossei Nella ricerca di un’osteointegrazione rapida e affidabile, bisogna considera- re un altro fattore. Quando si fresa – e soprattutto quando si usano impian- ti auto-filettanti – vengono generati frammenti ossei che si accumulano nell’osteotomia, soprattutto nella re- gione apicale. In quest’area, essi ser- vono come nuclei per la formazione ossea, guidando le cellule osteogeni- che attraverso la ferita e verso la su- perficie TiUnite®. Questo effetto è simile a quello di un materiale di innesto – ma qui avviene a un livello osteoinduttivo. In combinazione con la superficie osteoconduttiva TiUnite®, questo au- spicabile fenomeno serve come un potente strumento per velocizzare Fig. 2 - Strato osseo (BSL) su un impianto NobelSpeedy Groovy. Il BSL ricopre la superficie TiUnite® immediatamente dopo l’inserimento dell’impianto (2/3 della sua lunghezza) e sua rimozione in un test in vivo. Notare la presenza di detriti ossei (BD) nella geometria apicale (freccia rossa, immagine di sinistra). Sia lo strato osseo sia i detriti ossei possono agire come un deposito di enzimi e fattori di crescita che attraggono le cellule formanti osso. TiU- nite®, grazie alla sua superficie porosa, ha un’eccellente struttura per la conservazione dello strato osseo negli orifizi dei pori (freccia rossa, immagine di destra). (Schüpbach e Glauser, in preparazione) (Immagini © Schüpbach Ltd.). Fig. 3 - La più importante superficie moderatamente ruvi- da. Con aperture dei pori e innalzamenti a forma di vulcano nella gamma inferiore micrometrica e nanometrica, TiU- nite® è realizzata in ossido di titanio arricchito da fosfato (Immagini © Schüpbach Ltd.). superficimodificate,comelamaggior bagnabilità, l’elevata energia di su- perficie e l’alterazione chimica posso- no non influenzare in modo decisivo la guarigione iniziale della ferita o la successiva formazione ossea. Esistono differenze significative Inoltre, non tutte le cosiddette super- fici implantari “ruvide” sono uguali per quanto riguarda la loro capaci- tà di instaurare tale strato osseo. In particolare, il design dell’impianto, la struttura di superficie – nonché il protocollo di preparazione dell’osteo- tomia – influenzeranno la presenza e la quantità di strato osseo. Dopo l’inserimento dell’impianto, spesso solo le punte più esterne del- le filettature sono in contatto diretto con l’osso adiacente, e gli impianti inseriti in siti post-estrattivi pos- sono addirittura non generare uno strato osseo nelle aree coronali dove l’osteotomia è più larga del diametro dell’impianto. In assenza di uno strato osseo, TiU- nite® mostra la sua totale versatilità velocizzando il processo di guari- gione ossea. Grazie alla presenza di gruppi fosfatici liberi sulla superficie (Schüpbach et al., 2005), TiUnite® ha una carica di superficie negativa che attrae e attiva immediatamente i trombociti. Successivamente, i trombociti rila- l’osteointegrazione. In particolare, gli impianti con un pronunciato design autofilettante, come l’impianto No- belActive, mostrano questo effetto in modo più evidente. Durante l’inseri- mento, l’azione simile a quella di un ingranaggio di NobelActive accumu- la frammenti ossei nella sua regione apicale, favorendo l’accelerazione dell’osteointegrazione. > pagina 17 Fig. 4 - Frammenti ossei (sinistra) creati durante la fresatura e/o dall’impianto au- tofilettante (in questo caso, Brånemark System Mk III). Notare che i frammenti ossei servono come nuclei per la forma- zione ossea (seconda da sinistra; frecce). I frammenti partecipano all’osteointe- grazione agendo come un materiale d’in- nesto osteoconduttivo (terza da sinistra, frecce). L’istologia di NobelActive mostra un’eccellente osteointegrazione (destra) (Immagini © Schüpbach Ltd.).