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Dental Tribune Italian Edition

6 Dental Tribune Italian Edition - Settembre 2013Fatti & Opinioni Ciò che abbiamo imparato dai diamanti: la stabilità del valore. Gli strumenti diamantati rappresentano solo una componente della gamma Komet. Tuttavia ci ricordano costantemente ciò che è davvero importante: la stabilità del valore. A prescindere da quale materiale e per quale finalità lo realizziamo: ognuno dei nostri pro- dotti è fatto per offrirvi un plusvalore percepibile. Resistenza, sta- bilità e precisione. E solo allora può portare il nostro nome. www.komet.it ©08/2012·411020V0 411020V0_AZ_IT_Image_Wertbestaendigkeit_A4.indd 1 30.08.12 16:37 << pagina 1 Da quanto tempo si dedica all’Enpam? Dal 1989, quale segretario generale Amdi. Allora i dentisti avevano come pensione obbligatoria la quota A dell’Enpam: versando un milione di lire l’anno si aveva una pensione di circa 400 mila lire al mese. Neanche 200 euro. Con Ignazio Basile e Tullio Zunino, entrambi scomparsi, e Gior- gioStella,presidenteAmdi,parlammo con De Lorenzo e Triberti (presidente e vicepresidente Enpam) per consenti- re ai liberi professionisti di darsi una pensione dignitosa, deducendo i con- tributi da versare. Alla loro risposta negativa, o quanto meno interlocuto- ria, ricorremmo fino alla Consulta, la quale, pur non aderendo in toto, pose le premesse per una soluzione. Me ne interessai ancora da presidente Andi quando l’Enpam non volle iscrivere i laureati in odontoiatria, perché… non erano medici! Dopo 10 anni, l’allora Ministro del Lavoro, Mastella e il neo- presidente Enpam, Parodi, accolsero Riforma previdenziale Pregi e difetti delle pensioni iscritte all’Enpam, visti dal vicepresidente Malagnino la richiesta di Andi e Aio. Sono entrato infine nel cda della Fondazione come vicepresidente nel 2000. Enpam è stata tra le prime casse a fare una riforma. Quali i punti salienti? Lo sforzo imposto dalla legge “Salva Italia” andava oltre le necessità degli enti di previdenza dei professionisti e dell’Enpam, chiedendoci una rifor- ma che dimostrasse la sostenibilità (poter cioè pagare le pensioni) per 50 anni senza utilizzare il patrimonio. In pratica, le risorse sarebbero dovu- te arrivare solo dai versamenti degli iscritti, senza utilizzare i rendimenti: un non senso assoluto! Significava non poter usare un patrimonio di 13 miliardi e, secondo le stime attuaria- li, arrivare ad averne uno di oltre 150 tra 50 anni. Siamo riusciti a far accet- tare al Ministro Fornero l’utilizzo dei rendimenti, almeno, del patrimonio. Per comprendere la necessità di una riforma bisogna tener presente che i rendimenti dei versamenti erano cal- colati su un’aspettativa di vita (a 65 anni) di 8 anni circa per gli uomini e 10 per le donne. Ma oggi l’aspettati- va di vita per chi raggiunge i 65 è di 17-18 anni (uomini) e 20-21 (donne), fortunatamente in aumento quindi! Di qui il ricalcolo dei rendimenti e, di conseguenza, l’entità della pensio- ne. In sintesi, la riforma è consistita nell’allungamento graduale dell’età di pensionamento (6 mesi in più per ogni anno dal 2013; i nati a partire dal 1953 andranno in pensione dunque a 68 anni, nel 2021, e non nel 2018); nell’aumento graduale del tetto oltre cui si paga solo l’1% fino a raggiunge- re nel 2015 il tetto sotto cui gli autono- mi iscritti all’Inps pagano l’aliquota intera (circa 93.000 euro); nell’innal- zamento graduale di un punto per- centuale all’anno dell’aliquota di versamento a partire dal 2015, fino ad arrivare al 19,5% (ora si versa il 12,5%); nella possibilità di andare in pensione anticipata con un minimo di anzianità contributiva da 61 anni circa con una diminuzione di pensio- ne proporzionale agli anni di anticipo (in sostanza si prenderà tutto il mon- tante maturato in più anni, quindi se ne prenderà di meno all’anno); nella rivalutazione dei versamenti al 50% dell’Istat per chi ha più di 50 anni e del 100% per chi ne ha meno (per com- pensare il maggior rendimento di cui hanno goduto gli over rispetto agli under 50). Manovre che ci hanno con- sentito di essere in regola con il diktat del “Salva Italia” con una aliquota di versamento molto più bassa degli au- tonomi Inps (barbieri, idraulici ecc.) che arriva al 27-30%, pur dando una pensione, a pari versamenti, più alta di quella Inps. Per fare degli esempi, a un neo iscritto Enpam “conviene” ri- manere nella Fondazione: a pari ver- samento prenderà una pensione circa il 25% più alta con il nostro sistema, <> pagina 7 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM