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Dental Tribune Italian Edition

28 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Settembre 2013 < pagina 27 La necessità di anestesia (articaina cloridrato con adrenalina 1/100.000, Cabon®)èstatavalutatadall’operato- re, di caso in caso, in base a parame- tri clinici e alla volontà del paziente. La necessità di sutura (ethicon®, per- ma-hand seide K593, 3-0) è stata va- lutata dall’operatore, di caso in caso, in base al sanguinamento del letto chirurgico. È stato inoltre misurato il tempo (in minuti), per l’intervento di scopertura, (tempo calcolato dal momento in cui il paziente si acco- modava sulla poltrona odontoiatri- ca fino al momento in cui si alzava). Nel caso di scoperture multiple nello stesso paziente, è stata calcolata la media per singolo impianto. Il discomfort e il dolore intra- e post- operatorio nei sette giorni succes- sivi, è stato valutato attraverso la compilazione sia del questionario di valutazione clinica sia della scala analogico-visiva (VAS e PPI). Risultati I risultati della seconda fase di que- sto studio, con la comparazione tra le due tecniche chirurgiche, hanno messo in evidenza i seguenti dati. 1. Nei pazienti trattati con la tec- nica a lama fredda (Fig. 3), si è avuto un sanguinamento (Fig. 4), seppur modesto, intra-opera- torio che ha diminuito la visione diretta del sito. Nel 91% dei casi (166 impianti) è stata effettuata l’anestesia plessica con vasoco- strittore (tutti i pazienti del grup- po 1 hanno ricevuto l’anestesia), nel rimanente 9% dei casi, per un totale di 17 impianti scappucciati utilizzando la tecnica laser, non è stato necessario l’uso di anesteti- co locale (Tab. 3). 2. Nel 41% (41 pazienti) dei casi si è dovuto ricorrere alla sutura dopo lo scappucciamento (Fig. 5), e i tempi di guarigione per la rimo- zione dei punti si sono assestati tra i 7 e 15 giorni. Operando con la tecnica laser, non si è verificato alcun sanguinamento intra-ope- ratorio, nessun paziente è stato suturato, e i tempi di guarigio- ne in media sono stati di 48 ore (Figg. 6-7) (Tab. 4). 3. Rilevando i tempi di scappuccia- mento per ogni paziente e facen- do una media per impianto, si può notare che il tempo necessa- rio per operare con la tecnica tra- dizionale è di 21 minuti, mentre quello necessario adottando la tecnica laser è di 12 minuti. Si evi- denzia, quindi, una differenza di 9 minuti tra le due tecniche prese in considerazione, cioè l’utilizzo del laser permette un risparmio di tempo pari al 42,8% (Fig. 2). 4. La scala analogico visiva VAS e il Pain Present Index (PPI) hanno messo in evidenza che, tra i pa- zienti trattati con la tecnica tra- dizionale, il 12% (6 pazienti) non ha riferito percezione dolorifica, il 62% (31 pazienti) ha riferito un dolore lieve e il 26% (13 pazienti) ha riferito un dolore moderato. Tra i pazienti trattati con la tecni- ca laser il 70% (35 pazienti) non ha riferito dolore, il 24% (12 pazienti) ha recepito una sensazione di do- lore lieve e solo nel 6% (3 pazienti) ha percepito un dolore moderato (Tab. 5). 5. All’esame clinico e obiettivo a 48 ore dall’intervento, i tessuti molli perimplantari, nei pazien- ti appartenenti al primo gruppo (bisturi a lama fredda) presenta- vano chiari segni di sofferenza flogistica e/o edema. Mentre nel secondo gruppo, in virtù delle proprietà biomodulative della luce laser, i tessuti molli perim- plantari sono apparsi clinica- mente sani (colore gengivale rosa corallo, senza segni di infiamma- zione, quali iperemia,senza ede- ma e non dolenti) (Figg. 8-9). 6. Confrontando il tempo di rigene- razione e modellazione dell’ar- chitettura del tessuto gengivale pericoronale, si è potuto consta- tare come l’utilizzo del diodo laser permetta, attraverso una guarigione più rapida dei tessuti, di ottenere un risultato estetico soddisfacente in tempi minori rispetto alla tecnica tradizionale. Questo dato si traduce in un ul- teriore vantaggio per il paziente che lo percepisce come un mi- glioramento della propria vita sociale. Discussione La suddivisione in due gruppi di pa- zienti con caratteristiche simili sia sistemiche che odontoiatriche, ci consente di comparare l’impiego in vivo di due tecniche distinte di sco- pertura implantare. Seguendo i parametri di riferimento, sono stati valutati alcuni elementi che possono mettere in evidenza le differenze cliniche ed ergonomiche Fig. 3 - Scappucciamento tecnica tradizionale. Fig. 4 - Sanguinamento post-scappucciamento tecnica a lama fredda. Impianti Gruppo 1 (bisturi) Gruppo 2 (laser) 183 87 96 Anestesia 166 87 79 No anestesia 17 0 17 Assenza dolore 0 Dolore lieve 1 Dolore moderato 2 Bisturi 87 impianti 6 pazienti 12% 31 pazienti 62% 13 pazienti 26% Laser 96 impianti 35 pazienti 70% 12 pazienti 24% 3 pazienti 6% Tab. 3 - Suddivisione degli impianti in base alla tecnica di scopertura e alla necessità d’utilizzo dell’anestesia. Tab. 5 - Suddivisione degli impianti in base alla tecnica di scopertura e alla necessità d’utilizzo dell’anestesia. Sutura Guarigione Laser 0% 48 ore Bisturi 41% 7-15 giorni Tab. 4 - Percentuale pazienti necessitanti di sutura e relativi tempi di guarigione clinica. anche i tempi di guarigione clinica del paziente risultano sensibilmente ridotti rispetto alla tecnica con bi- sturi a lama fredda, ciò permette di riabilitare il paziente in tempi brevi, mitigando così il disagio estetico/ funzionale percepito da quest’ulti- mo. Anche la tempistica media di scopertura implantare risulta a van- taggio della tecnica laser, ma essa è direttamente proporzionale alla ma- nualità dell’operatore. A tal proposito, questo studio ha per- messo di evidenziare la fondamenta- le importanza della curva di appren- dimento del professionista. Essa, incide in maniera inequivocabile sia sul tempo di intervento chirurgico sia sulla metodica conservativa dei tessuti perimplantari, che trattati da mani inesperte rischierebbero un’eccessiva carbonizzazione e un pericoloso rialzo termico. Conclusioni Questo lavoro ci ha permesso di evi- denziare come la chirurgia di sco- pertura implantare eseguita con la tecnica laser ci garantisce l’assenza di sanguinamento durante le fasi operatorie e post-operatorie, di con- seguenza si può evitare di utilizzare sutura per il controllo, questo con- sente inoltre di rilevare le impronte nella stessa seduta diminuendo le tempistiche di consegna del manu- fatto protesico. La drastica riduzione delle compli- canze intra- e post-operatorie e la riduzione dei tempi di guarigione clinica evidenziati durante il corso dello studio vanno ad aggiungersi ai vantaggi della tecnica laser rispetto a quella tradizionale. I dati riporta- ti in questo studio mettono in evi- denza come l’utilizzo del laser, nella seconda fase chirurgica, abbia una ripercussione positiva nella gestione emotiva del paziente migliorandone la compliance sia intra-operatoria che post-chirurgica; inoltre la ridu- zione dei tempi operativi e dei ma- teriali impiegati migliora la gestione economico-ergonomica dello studio, con conseguente vantaggio per il professionista. È doveroso sottolineare che la tec- nica di scopertura implantare laser presenta alcuni aspetti negativi quali: il costo iniziale per l’acquisto dell’apparecchiatura; la necessità che l’operatore abbia un’adeguata preparazione sia teorica che pratica per evitare danni biologici; limita- zioni anatomiche che non permetto- no l’uso corretto della fibra ottica che veicola il raggio sul tessuto bersaglio. Fig. 5 - Scappucciamento bisturi con sutura. Fig. 7 - Scappucciamento laser. Fig. 9 - Controllo post-intervento. Fig. 8 - Controllo post-intervento. Fig. 6 - Scappucciamento laser. di ognuna. I pazienti trattati con la tecnica tradizionale (gruppo 1) han- no presentato un quadro clinico intra-operatorio più complesso ri- spetto al secondo gruppo poiché il sanguinamento (anche se leggero), diminuiva la possibilità di avere pie- na visibilità del sito da trattare. Nel 41% dei casi trattati con la tec- nica tradizionale si è dovuti ricorre- re a punti di sutura, ciò è indice di maggiore invasività dell’intervento e di conseguente aumento del dis- comfort del paziente; quest’ultimo elemento viene anche evidenziato dai risultati dei test di valutazione clinica, dalla Scala Analogico Visiva (VAS) e dal Pain Present Index (PPI). L’impiego dell’anestetico non è stato un fattore discriminante tra le due tecniche vista la bassa percentuale di pazienti che non ne ha necessitato. La visibilità del campo operatorio con l’impiego del laser, data dall’as- soluta assenza di sanguinamento, è risultata ottima, questo fattore permette un intervento più mirato e conservativo, inoltre sfruttando le proprietà biomodulative del laser, 1. Lindhe J., Lang Niklaus P., Karring Thorkild. Parodontologia clinica e implantologia orale. Edi.Ermes, Milano, 2009, Vol. II, capp. 36-42. 2. Esposito M, Grusovin MG, Martinis E, Coulthard P, Worthington HV. 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