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Dental Tribune Italian Edition

8 Dental Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2013Odontoiatria Interdisciplinare Principio di precauzione e Comitato OPV: l’“odontoiatria per la vita” Era il giugno del 1992 quando alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo, a Rio de Janeiro, fu affermato il “princi- pio di precauzione” che si basa non sulla disponibilità di dati che pro- vino la presenza di un rischio, ma sull’assenza di dati che assicurino il contrario. Fu un evento di incredibile portata, la più grande conferenza interna- zionale della storia (70 capi di stato, 50 capi di governo, 180 delegazioni governative ufficiali); fu il teatro che ascoltò «le parole di una bam- bina di dodici anni che zittirono il mondo per sei minuti» (si cerchi su YouTube: Severn Suzuki). Sono passati oltre vent’anni, sono scomparsi Stati, governi e politi- canti, ma una cosa è rimasta inva- riata: l’indifferenza umana verso temi fondamentali per la vita, quali ambiente e salute. «La terra non l’abbiamo avuta in eredità dai nostri padri, ma in pre- stito dai nostri figli», ebbe a dire un vecchio saggio, e ciò dovrebbe far riflettere sulle responsabilità che gravano anche sulle spalle di noi operatori sanitari. In ambito medico-odontoiatrico, è un dato di fatto che esistano contraddizioni di fondo su temi che riguardano il rispetto verso la salute e sono fondamentalmente quattro i temi dell’odontoiatria che nei prossimi anni andranno riconsiderati con costruttiva critica: 1. fluoro; 2. metalli endorali; 3. endodonzia; 4. amalgama. Del fluoro si dovrà valutare non solo l’indubbia efficacia, ma di cer- to sarà necessaria un’analisi più approfondita sugli effetti biochi- mici di tale sostanza a livello or- ganico più generale, le interazioni nei processi enzimatici e soprattut- to l’interferenza nella fisiologica espressione, appunto enzimatica, nell’infanzia. Per i metalli endorali ancor oggi sono sottostimati gli effetti im- munogeni di leghe molto spesso sconosciute agli stessi dentisti: la metallurgia è un campo non total- mente esplorato neanche dagli stu- diosi del settore e comunque risul- tano assolutamente insufficienti le ricerche sulle interrelazioni con l’organismo delle correnti elettro- galvaniche, sul rilascio di ioni me- tallici da parte delle leghe odon- toiatriche e sulle loro potenzialità allergogene, titanio compreso. Per quanto riguarda l’endodonzia, al di là dei tecnicismi e dell’inecce- pibilità dei trattamenti, la quanti- tà di dati provenienti dalla medici- na frequenziale e di biorisonanza – e confermati da tecniche recenti quali la sonografia e le indagini volumetriche – fanno ritenere che il dente devitale rappresenti spes- so un focus reattogeno per l’orga- nismo. Un dente devitalizzato, apparen- temente senza lesioni periapicali all’indagine radiografica bidimen- sionale, dimostra spesso riassor- bimenti e/o cavitazioni nelle aree adiacenti all’apice nelle valutazioni tridimensionali, come dimostrano le immagini a livello dei denti 1.7 e 2.7 (Figg. 1a, 1b). Ciò a dimostrazione che risultano spesso fallaci e illusorie le certez- ze cliniche e scientifiche riguardo a elementi, appunto devitali, che conservano potenzialità miasma- tiche, che rilasciano endotossine e che comunque rappresentano un insulto cronico in aree riflessogene e a livello dei meridiani energeti- ci. Se consideriamo poi veritiere le mappe dente-organo (Fig. 2), pro- Fig. 2 Fig. 3a - Amalgama stimolata al laser. Fig. 3b - Amalgama stimolata con acqua calda. Fig. 3c - Amalgama stimolata meccanica- mente. venienti soprattutto dagli studi di Voll che considerano il dente (o me- glio il cosiddetto “odontone” della medicina biologica tedesca) una sorta di fusibile collegato a organi, apparati e muscoli, ne deriva come l’endodonzia possa diventare fon- damentale nella diagnosi e progno- si e forse causa di patologie, anche di carattere generale, correlabili a interventi odontoiatrici. Per quanto riguarda invece l’amal- gama, sono ormai ben noti gli ef- fetti tossici derivati dai vapori di mercurio rilasciati dalle otturazio- ni. Ancora oggi esiste una parte del mondo odontoiatrico che tende a ignorare o sottostimare sia l’emis- sione dei vapori, derivata dall’in- stabilità biochimica del composto amalgamato con il mercurio, sia gli effetti che quest’ultimo ha sull’or- ganismo, in particolare sul sistema nervoso centrale. Le immagini confermano, ancora una volta, sia i vapori mercuriali stimolati dall’amalgama, sia il dan- no su neuroni in coltura (Figg. 3a- 3c, 4a-4c). Risulta sempre più attiva l’opera di sensibilizzazione di associazio- ni che operano nell’ambito della salute e di pazienti che con forza affermano il paradosso scientifico che sostiene l’uso dell’amalgama e il suo trattamento nella bocca: cioè, come può avvenire che una sostan- za considerata, dalle autorità sa- nitarie e dagli organi di vigilanza, come pericolosa prima dell’immis- sione e rifiuto tossico-nocivo appe- na rimossa, venga ritenuta inerte e stabile solo in bocca, un ambiente che peraltro (per caratteristiche termiche, di acidità e di trauma- tismo masticatorio) rappresenta terreno ideale per l’emissione dei vapori di mercurio. Ebbene, l’ana- lisi di tutto ciò finora premesso ha portato alla decisione di costituire il Comitato OPV, “odontoiatria per la vita”: un’iniziativa che consente di raccogliere operatori, delegazio- ni, associazioni, pazienti, aziende e istituzioni intorno a un tavo- lo comune, che veda nel rispetto biologico in odontoiatria un pila- stro imprescindibile per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Al di là dei temi clinici che verran- no affrontati, il Comitato OPV avrà un ruolo di stimolo e confronto fra le varie categorie che orbitano in- torno al mondo odontoiatrico e si propone per la valutazione di pro- tocolli, per la certificazione di ma- teriali, tecnologie e procedure e per lo sviluppo di metodologie a bassa invasività, oltre che delle temati- che metal-free e di biocompatibili- tà. Tutto ciò attraverso consulenze di professionisti ed enti certifica- tori in grado di qualificare quanto oggi, in odontoiatria, può rappre- sentare più un problema che una soluzione, sia per i pazienti che per gli operatori. In questo senso an- dranno anche valutati gli standard di sicurezza negli studi odontoia- trici (e nei laboratori odontotecni- ci) per i rischi derivati alla salute, per esempio a causa della manipo- lazione di sostanze chimiche piut- tosto che di metalli pesanti, come nel caso di un’alta concentrazione dei vapori di mercurio durante le fasi operative, soprattutto in quelle di rimozione degli amalgami. > pagina 9 Fig. 1a Fig. 1b