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Dental Tribune Italian Edition

18 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2013 < pagina 11 Il Ministero della Salute ha recepito le indicazioni internazionali dell’OMS. Ha quindi emanato le “Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle pa- tologie orali in età evolutiva”, pubbli- cate nel 2008 e scaricabili facilmente dal sito del Ministero della Salute.1 Nella Raccomandazione 1 si legge quanto segue: «La carie dentale, no- nostante tutto, ha un’incidenza an- cora molto elevata in Italia; pertanto, si suggerisce di mettere in atto, in tutta la popolazione, indipendente- mente dall’età, ogni presidio per pre- venirla». La Raccomandazione 2 reci- ta: «L’igiene orale per i bambini da 0 a 3 anni deve essere demandata ai ge- nitori. Prima della eruzione dei denti, dopo la poppata, si devono pulire le gengive con una garzina umida». Dall’eruzione del primo dente deci- duo, i denti vanno accuratamente puliti con garza (Fig. 1). L’utilizzo dello spazzolino va iniziato il prima pos- sibile per far prendere confidenza al bambino con lo stesso. Grado dell’evidenza - Forza delle raccomandazioni Il grado dell’evidenza e la forza delle raccomandazioni sono stati classifi- cati secondo le indicazioni del Piano nazionale linee guida. – Grado dell’evidenza I: evidenza basata sulla metanalisi di studi randomizzati controllati; – II: evidenza basata su almeno uno studio randomizzato controllato; – III: evidenza basata su almeno uno studio controllato non ran- domizzato; – IV: evidenza basata su almeno uno studio sperimentale non controllato; – V: evidenza basata su studi de- scrittivi non sperimentali (inclusi gli studi comparativi); – VI: evidenza basata sul forte con- senso e/o sull’esperienza clinica degli esperti. La forza delle raccomandazioni è sta- ta in seguito così classificata: – Forza della raccomandazione A: l’esecuzione di quella particola- re procedura o test diagnostico è fortemente raccomandata. Indica una particolare raccomandazio- ne sostenuta da prove scientifiche dibuonaqualità,anchesenonne- cessariamente di tipo I o II; – B: si nutrono dei dubbi sul fatto che quella particolare procedura o intervento debba sempre essere raccomandata, ma si ritiene che la sua esecuzione debba essere at- tentamente considerata; – C: esiste una sostanziale incertez- za a favore o contro la raccoman- dazione di eseguire la procedura Se la vita comincia senza carie, si può crescere sempre… senza! M. Roncati, prof. a c . Corso di Laurea in Igiene Dentale dell’Università Politecnica delle Marche (Ancona), Docente Titolare del modulo didattico “Follow-up ed igiene professionale post protesica” al master universitario di Protesi ed Implantoprotesi con tecnologie avanzate, Università degli Studi di Bologna. Fig. 1 Fig. 2 o l’intervento; – D: l’esecuzione della procedura non è raccomandata; – E: si sconsiglia fortemente l’ese- cuzione della procedura. Da notare, dunque, come tale tipo di raccomandazione si associ al mas- simo grado di evidenza scientifica, e quindi si sollecita l’utilizzo di una garza per detergere anche le mucose del neonato. Sempre nelle linee guida a cura del Ministero della Salute, si suggerisce inoltre: «È buona norma eseguire le manovre di igiene delle gengive e di spazzolamento tenendo il bambino sdraiato, prima o dopo il cambio del pannolino, ma soprattutto prima di farlo coricare». La carie dentale è una malattia infettiva reversibile e so- prattutto assolutamente prevenibile, eppure continua ad essere la singola malattia cronica più comune dell’in- fanzia. Rappresenta ancora oggi una delle patologie più diffuse nella popolazione generale2-6 e in età pe- diatrica7-12 . Negli ultimi decenni, nei paesi industrializzati si è registrata una riduzione della prevalenza della patologia, in particolare nei soggetti tra i 6 e i 19 anni di età; viceversa si è riscontrato un aumento del 15,2% del- la malattia tra i bambini più piccoli (2-5 anni).7 Recenti indagini epide- miologiche condotte in Italia, hanno evidenziato come il problema carie sia ancora pressante nei bambini ita- liani: è emersa, infatti, una prevalen- za di circa il 22% di patologia a 4 anni e di circa il 44% a 12 anni1,,7,10 . In Italia, la quasi totale assenza sul territorio di servizi odontoiatrici di comunità rende ancora più difficile l’attuazione di programmi di pre- venzione puntuali ed efficaci. Nono- stante il diffuso utilizzo di dentifri- ci al fluoro, la prevalenza di lesioni cariose tra gli adolescenti di Milano rimane ancora elevata (59%), con un rischiorelativoquattrovoltesuperio- re rispetto ai soggetti con un livello socio-economico alto10 . L’elevata pre- valenza della patologia cariosa nella popolazione infantile italiana recen- temente rilevata9 , ci porta a valutare l’intera popolazione come potenzial- mente a rischio di carie, e pertanto bisognosa di interventi preventivi di tipo estensivo.5,13-14 I denti decidui si cariano più facil- mente perché: 1. lo smalto impiega più tempo a formarsi e si demineralizza più facilmente; 2. i denti non vengono lavati corret- tamente; 3. l’alimentazione è ricca di zucche- ri, l’assunzione di saccarosio con- tribuisce a elevare il rischio di ca- rie, come anche l’uso prolungato del biberon contenente sostanze zuccherate, specie se assunte nel- le ore notturne9 , oltre a un consu- mo frequente di snack cariogeni1 . Comesottolineatoall’iniziodiquesto articolo, il cavo orale dei bambini alla nascita è sterile; la contaminazione batterica avviene entro le prime ore di vita e la microflora orale aumenta nel tempo, derivando dall’ambiente che circonda il neonato. È stato comprovato che i ceppi bat- terici rinvenuti nella saliva dei bam- bini sono gli stessi riscontrati nella saliva delle loro madri. Si è concluso che la principale fonte di infezione nei bambini è la saliva materna. Esiste, quindi, una correlazione tra le condizioni di igiene e di salute orale delle madri e lo sviluppo di carie den- tali nei propri figli15 . È stato ampiamente dimostrato che tanto più massiva e precoce è la colonizzazione del cavo orale del bambino da parte di microrganismi cariogeni, tanto maggiori saranno le probabilità di sviluppo di carie nella dentatura decidua.1 Se si imparasse a spazzolare in modo corretto i denti fin dall’infanzia si potrebbero prevenire sia carie che infezioni alle gengive, e conservare così i propri denti sani per tutta la vita, riducendo significativamente la necessità di assistenza sanitaria. «Ah se mi avessero insegnato a scuo- Figg. 3a-d la a spazzolare i denti… ora non avrei i problemi di cui soffro!». Questo è un commento alquanto fre- quente, che molti pazienti esprimo- no quando si accorgono della gravità della propria situazione orale, soprat- tutto nell’apprendere che la patologia placca-indotta poteva essere curata, se intercettata precocemente, o an- cora meglio evitata in virtù di un cor- retto comportamento preventivo. In altre parole, la cura migliore è la pre- venzione. Prevenzione significa pri- ma di tutto saper eliminare i batteri dalla propria bocca in modo efficace, costanteenontraumatico,cioèsaper- li detergere correttamente. La strate- gia più semplice e vincente è quella di eliminare i batteri della placca mi- crobica: senza batteri, infatti, non c’è patologia. Saper pulire i propri denti in modo efficace fin da bambini con- sente appunto di mantenere un sor- riso sano, funzionale ed estetico per tutta la vita. Invece, molti imparano la tecnica giusta di spazzolamento in età adulta, perché hanno finalmente incontrato un dentista e/o un igieni- sta che, oltre a curare le patologie ora- li, educa il soggetto in cura, insegnan- dogli una corretta igiene domiciliare. La prevenzione primaria per la fascia di età 2-5 anni, in cui la pre- valenza di carie è in aumento, può e deve essere svolta innanzitutto dalla mamma, poi anche da papà, nonni, caregiver, insegnanti di asilo nido, pediatri, infermieri dei reparti di maternità e/o neonatali, odonto- iatri, igienisti dentali. Non è mai troppo presto per iniziare a detergere le mucose di un bambino (anche appena nato). Frequentemen- te, però, questa importante informa- zione non viene divulgata alle future mamme o alle neomamme. Una comune garza pulita, non ne- cessariamente sterile, infatti, è un mezzo molto semplice, ma estrema- mente efficace, per rimuovere bat- teri dalla bocca di un neonato. Non risulta traumatica, anche se passata sulle mucose di un bimbo in tenera età, che ancora non ha gli elementi decidui (Fig. 2). Si utilizza una garza pulita aperta, al centro della quale si mette l’indice della mano, per poi av- volgerla completamente, fasciando il dito (Figg. 3a-d). La garza può essere inumidita con soluzione fisiologica oppure anche semplicemente con acqua di rete. Si riesce così a ridurre il numero dei batteri in modo delica- to ed efficace, e soprattutto si tutela la salute orale del bimbo. Si passa la garza sulle mucose e/o su tutti i den- ti, con un movimento che va dal rosa della gengiva al bianco del dente, cioè con una rullata, analogamente a come si usa lo spazzolino (Figg. 1, 4, 5). Se si imparasse a curare in modo cor- retto i propri denti fin dall’infanzia, si potrebbero prevenire sia carie sia infezioni alle gengive, conservando- li così in salute per tutta la vita, ri- ducendo in maniera significativa la necessità di ricorrere a trattamenti sanitari. Esistono evidenze scientifi- che che dimostrano che una congrua educazione all’igiene orale previene nel bambino carie e infiammazioni alle gengive e favorisce una dentizio- ne sana nel futuro adulto.16-19 > pagina 19 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM