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Dental Tribune Italian Edition

14 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2013 < pagina 11 Per questi motivi gli interventi tera- peutici sono stati concentrati princi- palmente sui metodi per eliminare i batteri patogeni direttamente coin- volti nella distruzione del tessuto di supporto degli elementi dentari1 . Il quadro clinico della malattia pa- rodontale è il risultato di una conti- nua interazione tra i patogeni della placca batterica e la risposta dell’o- spite, mantenuto da un proporzio- nato ma delicato equilibrio che du- rante il processo di malattia si altera a sfavore dell’ospite3 . In tutte le forme di malattia pa- radontale la causa è un’infezione batterica che comporta un processo infiammatorio del parodonto. Que- sta infiammazione, se non curata, in alcuni soggetti predisposti conduce ad una progressiva perdita più o meno rapida del supporto dentale4 . Gli stadi più avanzati della malattia parodontale sono caratterizzati da presenza di tasche parodontali, re- cessioni, mobilità e migrazione dei denti, perdita di supporto osseo, ol- tre che da variazione di colore e for- ma della gengiva, con presenza di sanguinamento5 (Fig. 1). La malattia parodontale, non è solo il risultato di un’interazione tra agente eziolo- gico e risposta dell’ospite, bensì una patologia in cui l’esordio e la pro- gressione possono essere influenza- ti da numerosi altri fattori di rischio che ne modificano il decorso6 . I fattori di rischio per la malattia pa- rodontale sono distinti in variabili ed invariabili, questi ultimi propri all’individuo, su cui non è possibi- le agire direttamente, rappresen- Indagine retrospettiva di follow-up a dieci anni dalla diagnosi e dal trattamento di parodontiti croniche e aggressive C. Mazza*, G. Milito**, D. Minervini*** *Laureata in Scienze delle Professioni sanitarie tecniche assistenziali - Direttore della Didattica professionale nel CLID della Seconda Università degli Studi di Napoli **Igienista dentale, libera professionista ***Odontoiatra - Seconda Università degli Studi di Napoli Fig. 1 - Malattia parodontale. Fig. 2 - Confronto indici di placca rilevati nel 2002 e nel 2012 dei 5 pazienti in TPS regolare. Fig. 3 - Confronto indici gengivali rilevati nel 2002 e nel 2012 dei 5 pazienti in TPS regolare. tati da età, sesso, predisposizione genetica, razza, sindromi e diabete mellito, quest’ultimo rappresenta il fattore di rischio scientificamen- te più accreditato. Quelli variabili sono per lo più ambientali o com- portamentali, su cui è possibile agire direttamente per prevenire la malattia e sono rappresentati da fumo, stress psicologici, obesità e condizione socio-economica7 . L’obiettivo della terapia parodontale è quello di mantenere il più a lungo possibile i denti naturali in una con- dizione di salute, di funzione, senza sintomatologia algica e con un’este- tica accettabile8 . Fondamentale è stabilire il corretto controllo delle reinfezioni. Il successo a lungo termine del trat- tamento dipende dalle misure di prevenzione adottate, dagli sforzi fatti dal paziente per mantenere un elevato livello di controllo del- la placca unitamente alle visite periodiche di monitoraggio e igie- ne professionale di supporto che sono parte integrante della terapia parodontale9 . Ormai molti studi hanno dimostrato che la capacità di riacutizzazione della malattia è fortemente legata a fattori genetici e comportamentali dell’ospite, per cui la terapia standard per pazienti con parodontite comprende istru- zione e motivazione all’igiene orale personalizzate, terapia iniziale cau- sale non chirurgica, talvolta inte- grata con procedure chirurgiche. Non esistendo, attualmente, una cura definitiva per la malattia pa- rodontale, sia per l’incapacità di prevedere la progressione della ma- lattia, sia per la sua multifattoriali- tà, si è giunti alla conclusione che la terapia parodontale di supporto re- golare, con il controllo delle recidive integrate con costante e scrupolosa igiene domiciliare, siano assoluta- mente necessarie e possano essere considerati come l’unico vero stan- dard di terapia10 . La TPS, Terapia Parodontale di Sup- porto, nella migliore delle ipotesi, sarebbe in grado di mantenere sta- bili i livelli di supporto parodontale per molto tempo11 . Il presente lavoro ha come obietti- vo quello di osservare l’andamento della malattia parodontale nel corso di dieci anni, dalla diagnosi e dal trattamento, in pazienti collaboran- ti, in terapia parodontale di suppor- to, e non collaboranti. Si è cercato di rilevare la frequenza delle fasi di at- tività e di quiescenza della patologia tenendo presente che, nonostante i numerosi studi condotti ed ancora in itinere, ci si può imbattere in al- cune forme di parodontite che resi- stono ai trattamenti parodontali e altre che vanno incontro ad arresto della progressione spontanea, an- che in assenza di terapia. Materiali e metodi La raccolta dei dati riguardanti i pa- zienti è stata svolta negli archivi del Dipartimento Assistenziale Integra- to di Odontoiatria. Sono state esaminate 397 cartelle cliniche, relative alle patologie pa- rodontali diagnosticate e trattate nel 2002 presso il reparto di Paro- dontologia della Clinica Odontoia- trica della Seconda Università degli Studi di Napoli. Dalle 397 raccolte, 273 cartelle rientravano nei criteri di inclusione dello studio, cioè pa- zienti in cui erano state diagnosti- cate e trattate parodontite cronica o parodontite aggressiva, di cui era presente in cartella l’esame orto- pantomografico, mentre le restanti 124 cartelle non rispondevano ai criteri. I dati raccolti sono stati rag- gruppati mediante un foglio di cal- colo Microsoft Excel, comprendente le seguenti informazioni: cognome e nome del paziente, età, data di apertura della cartella clinica, reca- pito telefonico, diagnosi, presenza di esame ortopantomografico, pre- senza di patologia diabetica, indice di placca (IP), indice di gengivite (IG), trattamento parodontale effettua- to, presenza di protesi fissa e/o mo- bile, documentazione fotografica, presenza di patologie sistemiche, informazioni aggiuntive come abi- tudine al fumo, e altro. Tutti i dati sono stati raccolti e trat- tati secondo il D.Lgs. 196/2003, nel rispetto della legge sulla Privacy, da un unico operatore. Dopo la raccolta nel database, i 273 pazienti inclusi nello studio sono stati contattati telefonicamente ed invitati a recarsi presso il reparto di Parodontologia della Clinica Odon- toiatrica, per essere visitati e per rac- cogliere i dati necessari al confronto con i dati raccolti nei dieci anni pre- cedenti. Dei 273 pazienti contattati, solo quaranta hanno accettato di essere visitati e si sono recati pres- so il reparto di Parodontologia della Clinica Odontoiatrica per essere sot- toposti a visita clinica e raccolta dei parametri diagnostici, con compila- zione della cartella parodontale. Di tutti i pazienti contattati era dispo- nibile l’esame ortopantomografico effettuato al momento della prima visita, avvenuta dieci anni prima. A tutti è stato richiesto di effettuare un esame radiografico per compa- rarlo con quello precedente. L’incon- tro con il paziente si è svolto con una visita effettuata dall’odontoiatra, che ha provveduto ad aggiornare l’anamnesi generale; ha chiesto al paziente se, nel corso dei dieci anni in cui non si era recato presso la struttura del Policlinico avesse prov- veduto ad eseguire regolare terapia parodontale di supporto e, in caso affermativo, con quale frequenza. > pagina 15 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM