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implants - international magazine of oral implantology

2_201312 expert article _ piezochirurgia La piezochirurgia e gli impianti autofilettanti in implantologia post-estrattiva a carico immediato Autori_U. Marchesi* & P. Borelli**, Italia *Odontoiatra, specializzato in Chirurgia odontostomatologica, libero professionista in Pavia. **Odontoiatra, libero professionista in Torino. _Introduzione Eseguire un impianto post-estrattivo a pro- tesizzazione immediata, alla luce delle recenti acquisizioni scientifiche, deve essere considera- to un trattamento predicibile ma non di elezio- ne. L’atto chirurgico presenta infatti un grado di difficoltà maggiore rispetto al protocollo tradi- zionale che si applica nei siti estrattivi guariti. In particolare, la tecnica flapless riduce la visibilità e l’osteotomia implantare post-estrattiva, e può rendere difficoltoso ottenere sia una stabilità primaria adeguata sia un ottimale posiziona- mento della fixture. Tuttavia la letteratura dimostra come, in casi selezionati, tale procedura sia predicibile e abbia un alto grado di successo1,2,3 . Vari studi hanno infatti dimostrato non solo elevate percentuali di sopravvivenza per gli im- pianti a carico immediato, ma anche un alto gra- do di osteointegrazione degli stessi4 . Il fatto che gli impianti post-estrattivi mantengano i livelli ossei è ancora un argomento dibattuto in biblio- grafia, nonostante gli studi più recenti sembrino ormai dimostrare il contrario. I vantaggi certi dell’inserimento implantare subito dopo l’estrazione dentale sono il mante- nimento della morfologia papillare e dei tessuti molli in genere, con un conseguente migliore risultato estetico5 , e naturalmente un notevole risparmio di tempo per il clinico e per il paziente, data la drastica riduzione delle fasi chirurgiche, di guarigione e protesiche. Un’accurata selezione dei pazienti, la stabilità primaria della fixture e l’esperienza del chirurgo sono indubbiamente fattori fondamentali per la prognosi degli impianti a carico immediato. In questo senso, un supporto importante per il cli- nico è rappresentato dall’utilizzo di impianti au- tofilettanti e soprattutto dalla tecnologia piezo- elettrica. Grazie a una miglior guarigione ossea e alla possibilità di eseguire osteotomie molto più precise e conservative, si riescono infatti a otte- nere in modo predicibile e ripetibile le condizioni ideali per utilizzare l’alveolo post-estrattivo e ot- tenere una stabilità primaria ottimale6 . _Le indicazioni a questa procedura sono: _ fratture radicolari non recuperabili; _ larghe perforazioni radicolari; _ riassorbimenti radicolari; _ malattia parodontale, con quantità e qualità di osso crestale residuo adeguate; _ scarsa predicibilità del trattamento en- dodontico e/o parodontale. _Le controindicazioni sono: _ cavità alveolari residue che richiedono rigenerazione ossea; _ stabilità primaria inferiore a 25 N/cm, so- prattutto se su impianto singolo7 ; _ processi infettivi acuti a carico dell’ele- mento da estrarre; _ patologie sistemiche degne di nota; _ bruxismo; _ fumo; _ scarso mantenimento dell’igiene orale domiciliare. _Caso clinico La paziente F.B. di anni 70 si presenta alla mia osservazione lamentando mobilità del gruppo frontale inferiore già precedentemente splintato (Fig. 1). Questo articolo è presente sul sito www.dental-tribune.com _Web Article