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Dental Tribune Italian Edition

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Cosa ne pensa dell’ingrediente spesso fonte di discussione, ovvero la formaldeide e la sua distribuzione sistemica nel corpo secondo la letteratura? A questa domanda vi è solo una ri- sposta ambivalente. In letteratura vi è lo studio di Block sui cani. Prima di tutto, bisogna chiarire che i risultati degli esperimenti sugli animali pos- sono essere semplicemente traslati sull’uomo a causa di un diverso me- tabolismo. La formaldeide mostra diversi valori di emivita in specie animali differenti. Nell’uomo, l’emi- vita della formaldeide è di circa 1-1,5 minuti. In una sentenza america- na sull’N2, il tossicologo americano Brent ha affermato che i risultati Fig. 7 - Dente 43 con otturazione canalare incompleta e lesione apicale. Fig. 9 - Controllo radiografico a 19 mesi, NAD Fig. 8 - Dente 43 con otturazione canalare incompleta e lesione apicale. dello studio di Block erano stati male interpretati. A causa dell’emivita bre- ve, la formaldeide non è più legata la marker C14. Correttamente, è stata rilevata la distribuzione sistemica di C14 negli organi, ma non la for- maldeide. A questo punto, desidero esprimere una critica anche nei con- fronti dei test di laboratorio (in vitro). L’adozione di tali risultati deve essere giudicata in modo scettico in quanto mancano gli enzimi dell’organismo vivente. Le sono mai capitati casi di intolleranze o reazioni allergiche all’N2 nel suo studio? Non ho mai visto una reazione aller- gica immediata o ritardata, sebbene, per quanto ne so, 5 dei miei pazienti a cui erano state eseguite otturazio- ni con N2, in effetti soffrono di aller- gia alla formaldeide. Sicuramente il numero stimato (non verificato) di casi non riportati potrebbe essere di molto superiore. Da quello che si può apprendere dalla letteratura, le aller- gie ai materiali dentali si verificano molto raramente. Inoltre, casi autori- portati non sostituiscono necessaria- mente esami scientifici. Vi è molta diffidenza nei confronti dell’N2. Cosa ne pensa e qual è la sua risposta a queste critiche? La contro domanda è se queste cri- tiche derivano dalla letteratura o si basano sull’esperienza pratica. Pochi casi non sono sufficienti. Per quan- to riguarda la letteratura, bisogna chiarire se esista un cosiddetto bias di pubblicazione, ovvero se risultati non graditi non vengano neppure pubblicati. Quale pensa sia il motivo per cui il metodo N2 è accettato in altri paesi? Nonostante i dubbi accademici, l’N2 è stato approvato nell’Unione Euro- pea. Anche la Svezia ha accettato di nuovo il metodo nel 2011 in quanto in alcune pubblicazioni, non è stato possibile presentare in modo soddi- sfacente l’endodonzia tradizionale e soprattutto perché non è stato pos- sibile provare che metodi più nuovi danno risultati migliori. In Oral Sur- gery, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radiology and Endodontology (2002, 94(6): 651-652), Figdor ha ri- portato che l’endodonzia negli ultimi 100 anni ha raggiunto solo modesti progressi. Questo è in accordo con l’affermazione di NgY e collaboratori riportata su International Endodon- tic Journal (2008, 41:6-31, Outcome of root canal treatment: systematic reviews of literature – Part 2 Influen- ce of clinical factors). Dato che la tecnologia dentale ha fatto notevoli progressi negli ultimi 40-50 anni, ci si sarebbe dovuto aspettare maggiori probabilità di successo. Gli endodon- tisti, però, negano questa afferma- zione di non sviluppo, affermando che ora trattano casi endodontici più rischiosi. Vorrei aggiungere che l’AES ha lotta- to invano per molti anni per ottene- re l’approvazione dell’N2 dalla FDA (Food and Drug Association, respon- sabile dell’approvazione dei disposi- tivi medici). Il fatto che nessun altro materiale per otturazione canalare abbia ottenuto l’approvazione non è una consolazione per gli utilizzatori locali di N2. È vergognoso che le cen- tinaia di radiografie richieste dalla FDA non siano state restituite. Dal suo punto di vista vi è una qualche evidenza di cancerogenicità o mutagenicità? Finora non sono state provate né cancerogenicità né mutagenicità. Però, la formaldeide qualche hanno fa è stata classificata come cancero- gena per l’uomo, per esempio per il tumore faringeo dopo consumo di alto dosaggio. Come in molti casi, si deve osservare la stessa regola: la tos- sicità dipende dal dosaggio. L’affer- mazione sulla formaldeide della Ger- man Federal Medical Association (Dt. Ärzteblatt 1987; 84, issue 45: B 2107- 82112) prevede che il superamento del valore di soglia è la precondizione per la validità della cancerogenicità. Qual è la sua esperienza con gli esami tossicologici e la loro guarigione? Si dovrebbero fare studi in cieco che, perquantoneso,nonesistono.Inisto- logia, sono importanti diversi fattori, quali l’organizzazione del test, il tipo di tagli, la definizione di normalità e anomalia – secondo Brynolf solo il 7% dei denti endodontici esamina- ti sono esenti da infiammazione. E ogni collega ha certamente provato l’esperienza di risultati radiologici che hanno dato un falso negativo vs. falso positivo. Oltre a ciò, la valuta- zione di una stessa radiografia, fatta a mesi di distanza, spesso porta a diagnosi differenti. Vi sono state lamentele o critiche inerenti il trattamento con N2 da parte dei pazienti? No. Cosa ne pensa dei casi di parestesia o disestesia a seguito di trattamento con N2? Ho scritto sull’argomento in Endo- dontie (4/1999: 323-336: Damage to the N. alveolaris inferior by overfil- ling with root canal material). Ho fat- to riferimento a un articolo similare di Kockpan in cui vi era l’affermazio- ne che i danni ai nervi riportati come causati dall’N2 non possono essere ascritti alle caratteristiche fisiche del materiale, ma la suo utilizzo gene- rale. Naturalmente, alcuni incidenti vengono pubblicati solo con alcuni anni di ritardo. Sfortunatamente, l’u- so dell’N2 è fortemente diminuito nel tempo, il che non può essere attribu- ito alle affermazioni accademiche, bensì al dilagare di nuovi prodotti. Ogni nuova tecnica e nuovo materia- le di otturazione canalare affermano di offrire una nuova procedura sofi- sticata a vantaggio del paziente e del professionista. È giusto biasimare i propri colleghi la loro scelta di adot- tare nuovi prodotti? Ha mai osservato necrosi ossea o gengivale dopo l’uso di N2? Ho diagnosticato una necrosi gen- givale solo una volta a seguito della proposta di Sargenti di utilizzare una striscia imbevuta di N2 per tampo- nare la tasca gengivale.