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Dental Tribune Italian Edition

9Endo Tribune Italian Edition - Giugno 2013 Clinica & Materiale < pagina 8 La concentrazione di arsenico rila- sciato è < 2µg/l, quindi sicuro per l’u- tilizzoincampoumano5 ;mostranola medesima capacità sigillante e hanno un’espansionechesirealizzanell’arco delle 24 ore6 (Figg. 1a, 1b); possiedono la medesima azione antimicrobica e la stessa biocompatibilità7,8 . Si evince che maggiore è la quantità di clin- ker, maggiore è la quantità di CaOH e maggiore è il pH9 ; inoltre le proprietà biologiche e la biocompatibilità di- pendono dalla formazione di CaOH in fase di presa9-11 . Il pH alcalino è re- sponsabile dell’azione antibatterica e della stimolazione cementoblastica5 ; questi elementi mostrano capacità di produrre materiale apatitico in con- tatto con soluzioni contenenti fosfa- ti12,13 che si misura tramite l’indice di bioattività; e infine, mostrano diffe- renza nella dimensione e nella forma delle particelle di cemento14 . Alla luce delle recenti acquisizioni sopraindi- cate si sono ricercate formulazioni nuove per migliorare maneggevo- lezza e tempo d’indurimento. Il pro- blema riguardava la riduzione della presenza di gesso15 , la presenza di di- versi radiopacizzanti15,16 , l’utilizzo di acceleranti di presa17-19 e la necessità di apportare modifiche e aggiunte per poter effettuare la chiusura cana- lare con il solo utilizzo del cemento endodontico15 . La ricerca scientifica in tal senso ha portato ad elaborare un innovativo cemento Tech Biosealer in commer- cio da circa tre anni, costituito da pol- vere, in capsule predosate, e liquido. La polvere modificata in granulome- tria contiene: cemento di Portland e cloruro di calcio addizionati a un fillosilicato (montmorillonite) bre- vettato – la cui funzione è quella di migliorare la plasticità del materiale e modificarne i valori di scorrimento anche in presenza di sangue – e, come radiopacizzante, bismuto, una polve- re caratterizzata da particelle idrofile, di colore bianco, inodore. Il liquido è la soluzione di Dulbecco (DPBS – Dulbecco’s Phosphate Buffer Solution), utilizzata per la conserva- zione delle cellule staminali, che au- menta la concentrazione di fosfato di calcio e il pH. Di conseguenza si ha un incremento dellaformazionediidrossidodicalcio in fase di presa, il che favorisce un le- game più efficace con la parete denti- nale e il conseguente sigillo ottimale (Figg. 2, 3). Il miglioramento dell’azione sigillan- te, è ottenuto anche grazie alla riso- luzione del problema riguardante la dimensione delle particelle: essen- do di minore diametro (la polvere è trattata in un mulino di agata con sfere di agata per ridurne la granulo- metria, senza che ne avvenga alcuna contaminazione) sono in grado di pe- netrare maggiormente nelle irregola- rità della parete dentale, rendendo il materiale più maneggevole e sicuro. Modificando questa composizione di base della polvere, inoltre, si sono differenziati cementi con requisiti specifici a seconda delle indicazioni cliniche. La formulazione ideale per la terapia endodontica retrograda chirurgica possiede le seguenti caratteristiche: – indurimento più rapido (30 mi- nuti) grazie anche alla presenza di fillosilicati (montmorillonite); – una minore alterazione delle pro- prietà chimiche durante la fase di presa in presenza di fluidi biologi- ci, quali il sangue. La formulazione consigliata per la terapia ortograda contiene solfato di calcio e fluoruro di sodio; il risultato è una riduzione dei tempi di indu- rimento, l’aumento del pH e dell’e- spansione per ottenere la desiderata azione sigillante. In entrambe le formulazioni “endo” è utilizzato il bismuto quale radiopa- cizzante. Nel cemento, indicato per gli incappucciamenti diretti e le ape- cificazioni, la polvere ha una diversa concentrazione di accelerante la fase di presa (maggiore in quella da incap- pucciamento) e non vi è alcun radio- pacizzante. In tutte le formulazioni la componente ferrosa è stata rimossa per evitare discromie. Queste diverse tipologie di cementi, proprio grazie alle caratteristiche so- pra esposte, sarebbero la panacea per la maggior parte delle problematiche insorgenti in conservativa ed endo- donzia: incappucciamenti, riassorbi- mento esterno/interno, false strade, terapie endodontiche complesse, en- dodonzia chirurgica. L’enormità di informazioni fornite dalla letteratura internazionale ri- guardanti la composizione chimica, l’azione sigillante e antimicrobica ot- tenute paragonando questo “nuovo” cemento agli altri cementi Portland e al primo cemento di Torabinejad, sembra sottolineare la presenza dei parametri richiesti per un cemento ideale. Il desiderio di semplificare le procedure di otturazione canalare, che fanno seguito a una corretta pre- parazione e detersione, e di ridurre i costi operativi, emerge in tutte le letterature del settore medico-odon- toiatrico. Il cemento Biosealer avreb- be quindi tutte le carte in regola per una sperimentazione sul campo; la clinica ci permetterà di valutarne l’ef- fettiva utilità nella pratica quotidiana ambulatoriale. In particolare si pro- pone come sostituto dell’associazio- ne cemento/guttaperca, offrendosi da solo come materiale da otturazio- ne canalare, proprio grazie alle carat- teristiche appena esposte. Riassumendo: la caratteristica più innovativa di questi cementi è la loro capacità di rilasciare ioni calcio du- rante il loro indurimento. In contatto con i fluidi biologici e la DPBS, gli ioni di calcio si trasformano in cristalli di fosfato di calcio/carbonato di calcio - apatite, che si stratificano sulla super- ficie del cemento creando nello stesso tempo un ambiente alcalino e confe- rendo al cemento oltre alle proprietà rigenerative (rimineralizzazione e neoformazione di dentina secondaria e terziaria, neoformazione di osso), anche eccellenti proprietà antibatte- riche (Fig. 4). La gamma dei prodotti Biosealer, per tali motivi, è attualmente in uso presso il reparto di Conservativa ed Endodonzia della Clinica odontoia- trica dell’Ospedale Maggiore Policli- nico Fondazione IRCCS Ca’ Granda, dell’Università degli Studi di Milano (responsabile del reparto il prof. Luca Bartorelli), allo scopo di valutarne le qualità cliniche, alla luce di tutte le acquisizioni scientifiche, alcune delle quali qui riportate, che si sono susse- guite a far tempo dall’immissione sul mercato italiano del cemento di Tora- binejad. La prima osservazione è che macroscopicamente la polvere appa- re impalpabile e meglio miscelabile con il liquido (soluzione di Dulbecco), si riesce a ottenere un prodotto finale dalla consistenza cremosa, non è più la cosiddetta “sabbia bagnata” (Figg. 5-7). Si riesce a posizionare il cemen- to più facilmente nella cavità cariosa trattata e a ottenere un buon adatta- mento del prodotto sul fondo cavi- tario utilizzando, procedura ormai standardizzata per questa tipologia di materiali, un cotoncino inumidito con la medesima soluzione di misce- lazione. Si è riusciti anche a utilizzare il lentulo su strumento rotante per applicare il cemento a livello endo- dontico, azione improponibile con le precedenti formulazioni (Figg. 8, 9). È sempre necessaria la condensazio- ne manuale con plugger pre-adattati alla lunghezza e al calibro della pre- parazione canalare; la compattazione deve essere abbastanza rapida, poi- ché si ha sempre una rapida disidra- tazione che comporta una maggiore difficoltà di condensazione verticale. È quindi fondamentale una corretta preparazione della miscela polvere- liquido, proprio per gestire meglio il tempo di applicazione/condensazio- ne. Fondamentale è comunque una corretta e adeguata preparazione ca- nalare. La nostra esperienza ci permette di affermare che il nuovo cemento en- dodontico utilizzato ha mostrato una buona maneggevolezza e facilità d’u- so rispetto alla durezza dei classici ce- menti endodontici Portland. Si è visto che è presente una buona radiopacità del canale trattato. L’indurimento è sicuramente più ce- lere del comune cemento a base di Portland. Alla luce dell’esperienza di reparto con i precedenti cementi cal- cio-silicati, si può affermare che Tech Biosealer ha sino a oggi dimostrato una riduzione dei tempi di lavoro in casoditerapieconservativeecanalari ortograde o retrograde. Alla rimozio- ne della medicazione per il controllo, il cemento appare ben indurito, non appaiono discromie in trasparenza e potrebbe quindi essere di prima scel- ta nei trattamenti quotidiani conser- vativo-endodontici. Si attendono i risultati di una valuta- zione clinica più approfondita, in un intervallo di tempo più lungo, valu- tando soprattutto i risultati in situa- zioni difficili come in canali curvi o in caso di ritrattamenti endodontici. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Figg. 2, 3 - Adattamento marginale di Tech Biosealer. Fig. 4 - Formazione di apatite sulla superficie dei cementi Tech Biosealer. Figg. 5, 6 - A sinistra polvere del cemento Tech Biosealer, a destra polvere di MTA. Fig. 7 - I cementi miscelati: a sinistra Tech Biosealer, a destra MTA. Fig. 8 - Cemento Tech Biosealer miscelato su strumento endocanalare (lentulo). Fig. 9 - Cemento MTA miscelato su strumento endocanalare (lentulo).