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today Amici di Brugg

1556° Amici di Brugg • Rimini Attenzione continua per i pazienti, a casa come nel suo studio Un’igiene orale eccezionale richiede un tocco delicato. Grazie a Oral-B uno spazzolamento senza eccessiva pressione. IL DEI PAZIENTI CHE FA USO DI ORAL B TRIUMPH HA RIDOTTO L’ECCESSIVA FORZA DI SPAZZOLAMENTO IN MESE TRIPLO CONTROLLO DELLA PRESSIONE Per ulteriori informazioni sugli spazzolini elettrici Oral-B visiti il sito www.dentalcare.com Il sensore interno si attiva quando il paziente supera una forza di spazzolamento sicura (>3 N) L’indicatore luminoso lampeggia per ricordare al paziente di ridurre la pressione Lo spazzolino riduce la velocità del 35% e ferma le pulsazioni Reference: 1. Janusz K et al. J Contemp Dent Pract. 2008;9(7):1-13. © 2012 P&G PGW-5036 ORAL-13137 P13056.02 Parthenon 2 JournalAd ITA 210x297+5.indd 1 13/03/2013 09:59 « pagina 14 Laboratorio di analisi genetico-forensi La comparazione di profili del DNA è spesso usata per verificare l’iden- tificazione di indagati/sospettati, di individui deceduti in seguito a omi- cidi o disastri di massa, di persone scomparse oppure per accertare rap- porti di parentela/filiazione. La con- dizione necessaria per tale processo discriminativo è che il confronto del DNA ricavato da tracce organiche rinvenute sulla scena di un crimine (ad esempio sangue, saliva, liquido seminale, formazioni pilifere, moz- ziconi di sigaretta ecc.) deve essere effettuato con un campione organico certamente appartenente all’individuo in questione. Questo campione orga- nico di riferimento può essere prele- vato in maniera consenziente oppure in maniera coattiva, come recita l’Art. 349 del c.p.p.: “All’identificazione del- la persona nei cui confronti vengono volte indagini può procedersi anche eseguendo, ove occorra, rilievi datti- loscopici, fotografici e antropometrici nonché altri accertamenti […]. Se gli accertamenti indicati dal comma 2 comportano il prelievo di capelli o di saliva e manca il consenso dell’inte- ressato, la polizia giudiziaria procede al prelievo coattivo nel rispetto della dignità personale del soggetto, previa autorizzazione scritta, oppure resa oralmente e confermata per iscritto, del pubblico ministero”. In questa maniera gli operatori di polizia giudi- ziaria sono abilitati a prelevare oggetti personali dell’interessato anche sen- za il suo diretto consenso, ed il primo di questi oggetti è quasi sempre lo spazzolino da denti, seguito da spaz- zole per capelli e indumenti. I lavori scientifici di Bandhaya e Panvisavas del 2008 e di Riemer et al. del 2011 descrivono molto bene le metodiche tecniche che bisogna attuare in laboratorio per processare reperti delicati come uno spazzolino, in maniera tale da non distruggere né inquinare la prova. Quando il reperto arriva in laboratorio, in primis si deve osservare attentamente, descrivere, catalogare con codici alfa-numerici e fotografare. Si passa poi ad effettuare le campionature, ovvero a prelevare delle piccole quantità per poter rende- re ripetibile l’accertamento per even- tuali seconde analisi (Art. 359 c.p.p.) (Figg. 5a, 5b). Come si può osservare nella Fig. 5a, si usano delle cesoie, sterilizza- te precedentemente con candeggina, per tagliare una piccola parte della tesina dello spazzolino; si prelevano in seguito le setole (Fig. 5b), sulle quali si trovano residui di cellule e sangue, e si inseriscono un una pro- vetta, all’interno della quale si effet- tua la fase di “estrazione del DNA”: usando delle soluzioni si va a rompere le membrane cellulari e si estrae il DNA dal nucleo. A questo punto, dato lo scarso numero di cellule presenti tra le setole, il quantitativo di DNA estratto risulterà essere estrema- mente esiguo (addirittura nell’ordine dei nanogrammi/picogrammi): per ovviare a tale limitazione il progresso tecnico-scientifico ha messo a nostra disposizione la tecnica della PCR (Polymerase Chain Reaction). Questa ingegnosa tecnica, messa a punto nel 1986 dalla genialità dello scienzia- to Kary Mullis, ha rappresentato, nel campo delle indagini genetico-forensi, una vera e propria rivoluzione quanto a possibilità di successo di un’analisi (Sensabaugh et al., 1993): è possibile infatti, rispetto a quanto avveniva in passato, la tipizzazione genetica di materiali biologici in scarsa se non scarsissima quantità, anche in condizione di parziale, se non elevata, degradazione (Mullis et al., 1986). La reazione a catena della polimerasi è una reazione enzimatica ciclica di amplificazione che è in grado di produrre da una singola copia di DNA, diversi milioni di copie di un particola- re frammento di interesse, in genere contenente il polimorfismo genetico da investigare (Ricci et al., 2006). Teoricamente, a par- tire da una singola molecola di DNA, dopo 20 cicli di reazione PCR si ottengono circa 1.000.000 di copie di quello stesso DNA (Russel, 2002). La fase successiva all’amplificazione è quella del sequenzia- mento: i frammenti di DNA amplificato vengono separati, median- te un sequenziatore automatico oppure mediante un gel, in base al loro peso molecolare, ovvero in base alle loro dimensioni (Ricci et al., 2006). » pagina 16 Fig. 3 - Cariotipo umano in metafase osservato al microscopio ottico. Fig. 4 - Localizzazione di due loci genici lungo il braccio di un cromosoma.