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Lab Tribune Italian Edition

9Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2013 Teknoscienza Disilicato di litio, il materiale da restauro dalle opzioni multiple Lee Culp, Edward A. McLaren Con il continuo evolvere dell’odon- toiatria, al professionista vengono offerti nuovi prodotti e tecnolo- gie. Nel corso degli anni, sono sta- te proposte e riproposte tendenze e tecniche restaurative. Alcuni miglioramenti dei materia- li hanno trasformato l’odontoia- tria estetica, mentre altri concetti sono stati proposti e poi abbando- nati. Oggi, in ambito protesico i re- stauri in ceramica integrale sono in continua crescita, dalle tecniche con ceramica pressata al crescente uso della zirconia, ai nuovi ma- teriali che possono essere creati mediante la tecnologia CAD/CAM. Questo articolo illustrerà i nuovi utilizzi della ceramica integrale, conosciuta come disilicato di litio, e l’uso della tecnologia digitale per progettare e lavorare questo mate- riale in modi nuovi e interessanti. Verrà presentata una panoramica del materiale e delle esclusive pro- cedure cliniche. Introduzione Adottare soluzioni alternative comprovate e trasformare i meto- di tradizionali può rappresenta- re una sfida per il team protesico che deve affrontare le crescenti ri- chieste da parte dei pazienti e che si deve impegnare nel proporre opzioni protesiche a elevata resi- stenza, senza compromettere i ri- sultati estetici. Tradizionalmente, i professionisti hanno fatto uso di manufatti in metallo fuso o cera- miche a base di ossido (come zirco- nia o allumina). Questo approccio presenta due svantaggi. Rispet- to ai materiali vetroceramici, il materiale per sottostrutture ha un valore elevato e una maggior opacità, ma non è esteticamente piacevole1 . Questo è un problema soprattutto nella preparazione conservativa del dente, quando il materiale della sottostruttura sarà in prossimità della superficie esterna del restauro. L’altro svantaggio è che, sebbene il materiale a elevata resistenza ha notevoli proprietà meccaniche, la ceramica di stratificazione con cui viene ricoperto mostra una resi- stenza alla flessione e alla frattura inferiore2,3 . La struttura in zirconia (con un resistenza alla flessione da 900 a 1.000 MPa) è meno della metà della larghezza trasversale di un restauro; deve essere completa- ta con un materiale di rivestimen- to con una resistenza alla flessione compresa tra 80 e 110 MPa (in base al tipo di fornitura)4 . Il materiale di rivestimento ten- de a scheggiarsi o fratturarsi du- rante la sua funzione. Inoltre, tali restauri dipendono in modo significativo dalla capacità di cre- are una forte interfaccia adesiva tra materiali dissimili di cerami- ca all’ossido e ceramica vetrosa a base di silice, un’adesione che non è difficile creare5 . Però, la qualità dell’interfaccia adesiva può varia- re sostanzialmente in base alla pu- lizia della superficie adesiva, alla calibrazione del forno, all’espe- rienza dell’utilizzatore e ad altri elementi. Nell’industria moderna, le strutture in vetroceramica mo- nolitica possono assicurare un’e- stetica eccezionale senza richiede- re una ceramica di rivestimento. L’integrità strutturale maggiore può essere ottenuta eliminando la ceramica di rivestimento e la relativa necessità di un’interfaccia adesiva6 . La resistenza del mate- riale vetroceramico disponibile ha rappresentato tradizionalmente lo svantaggio di questi restauri. A causa della loro resistenza alla flessione da 130 a 160 MPa, essi sono limitati ai restauri singoli, e sono necessarie le tecniche adesi- ve per la condivisione del carico con il dente sottostante6 . Ciò è stato risolto grazie allo svi- luppo di materiali vetroceramici al disilicato di litio altamente este- tici. La fase cristallina al 70% di questo esclusivo materiale vetro- ceramico riflette la luce in modo molto naturale, assicu- rando anche una mi- gliorata resistenza alla flessione (da 360 a 400 MPa)7 . Questo amplia le indicazio- ni d’uso e dà la possibilità di appli- care i restauri usando le tecniche di cementazione tradizionali, assi- curando resistenza ed estetica. Con una tecnica monolitica (Figg. 1, 2), è possibile realizzare la mag- gior parte dei restauri costituiti da materiali al disilicato di litio. Questo approccio assicura elevata resistenza ed estetica, ma richiede coloranti di superficie per il colore finale. Quando sono necessari gli effetti di colore in profondità, è possibile utilizzare una tecnica di stratifica- zione parziale. Sebbene non sia più una struttura puramente monoli- tica (Figg. 3, 4), in quanto il restau- ro mantiene un ampio volume del materiale della struttura, il restau- ro risultante dovrebbe ragionevol- mente mantenere la sua resistenza elevata. Però non vi è evidenza a supporto di ciò. Opzioni estetiche Se la copertura o la mascheratura della struttura dentale sottostante fanno parte del piano di tratta- mento, il team protesico può pen- sare di farlo in modo estetico. Il Fig. 1 - Condizione clinica preesistente del molare mandibolare da restaurare. Fig. 3 - Condizione clinica preesistente del quadrante superiore posteriore da restaurare. Fig. 6 - Preparazioni per faccette per restauro anteriore. Fig. 4 - Quadrante superiore posteriore restaurato con restauri e.max progettati e fresati al CAD/CAM, con tecnica di micro-stratificazione per l’estetica (la fase clinica delle Figg. 3 e 4 è stata eseguita dal dott. Michael Sesseman). Fig. 5 - Condizione clinica preesistente dei denti anteriori superiori da restaurare. Fig. 2 - Molare mandibolare restaurato con un restauro e.max progettato e fresato al CAD/ CAM, con tecnica di caratterizzazione e glasura per l’estetica. ceramista può rendere tale visione una realtà con IPS e.max (Ivoclar Vivadent) utilizzando un blocchet- to a opacità altamente elevata. Tra le opacità disponibili per IPS e.max vi sono opacità elevata (HO), opacità media (MO), traslucenza bassa (LT) e traslucenza elevata (HT)7 . Il blocchetto MO può essere utilizzato come un materiale per struttura anatomica se i restau- ri devono essere completamente stratificati. > pagina 10