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Lab Tribune Italian Edition

5Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2013 News & Commenti VIAREGGIO, 13- 14 December 2013 Istituto Stomatologico Toscano 1 st INTERNATIONAL MEETING IMMEDIATE POST EXTRACTION IMPLANTS: STATE OF THE ART Istituto Stomatologico Toscano Via Aurelia, 335 - I-55043 Lido di Camaiore (Italy) Phone +39 0584 6059888/9 - Fax +39 0584 6058716 centro.odontoiatria@usl12.toscana.it Organizational Secretary Office Tueor srl - Corso Sebastopoli, 225 - I-10137Torino (Italy) Phone +39 011 0463350 segreteria@tueor.com - www.tueor.it Tuscany Con la partecipazione di: > Cosyn Jan > Covani Ugo > Nevins Myron > Novaes Arthur > Piattelli Adriano > Schwartz-Arad Devorah Investire in tecnologie e professionalità La tipologia degli studi odontoia- trici, dal nostro osservatorio, si sta molto semplificando. Ci pensa la situazione economico-finanziaria e sociale, internazionale e nazio- nale. Delle tre grandi fasce in cui collocare gli studi, sopravvive quella più bassa, che si gioca i pa- zienti che non possono attendere i tempi dilatati dell’accesso al ser- vizio pubblico o che non pensano alla patologia orale come a una malattia. Vive bene quella alta, quella della qualità che mira all’eccellenza. Qui, l’afflusso di clientela è in cre- scita significativa e proviene dalla fascia di mezzo, alla quale la classe più alta sottrae in maniera defini- tiva il pacchetto clienti. Sempre qui, l’aumento della produttività è significativo e talvolta impor- tante, anche a due cifre. La fascia realmente in crisi è (o era) quella di mezzo, quello della realtà mo- noprofessionale con uno o due giorni dell’igienista, dell’ortodon- tista ogni 15 giorni o tre settimane, di un collaboratore endodontista cinque o sei ore circa a settimana. Magari due o tre assistenti che, a rotazione o a caso, svolgono la fun- zione di segreteria1 . È quella destinata in tempi medio- brevi a scomparire. Anche per motivi anagrafici, concentrando in modo maggiore in sé una popo- lazione odontoiatrica con età più elevata, e comunque superiore ai cinquant’anni. Professionisti la cui precedente esperienza relativamente facile non li ha allenati a immaginare o ad affrontare il cambiamento, con- dizione indispensabile per soprav- vivere ora e riprendersi alla fine del periodo difficile. Non è il caso di richiamarsi al futurismo e a Ma- rinetti, pensando alla crisi come a una grande scopa del mondo che fa pulizia, ma è sufficiente richia- marsi a Darwin e alla sua selezio- ne della specie. Sopravvivono i più adatti. Gli altri rimangono nel tunnel, dove quella luce al fondo è sempre più lontana. Ma chi crede di poter- cela fare, perché si ritiene in pos- sesso di professionalità adeguata, o ritiene di dovercela fare, perché ad esempio ha i figli che devono su- bentrare nell’attività, allora deve investire. Ed è questo il momento di farlo. Investire sì, ma in che cosa? Innan- zitutto nel proprio studio. Che significa poi scommettere e investire su di sé. Il proprio studio deve essere dotato di tutto quanto serve per esprimere al meglio la professionalità del titolare, la deve esaltare. Quindi, con tutte le attrezzature e le tecnologie più avanzate. Che naturalmente vanno mostrate e indicate ai pazienti, perché colga- no il valore della qualità e facciano i confronti con le altre realtà che non le utilizzano. E con la forma- zione importante al corrisponden- te utilizzo da parte delle risorse umane di assistenza. Perché le RU formate prendono coscienza di sé, crescono in autostima, lavorano meglio, producono di più a pari condizioni e trasmettono la sen- sazione di serenità e qualità ai pa- zienti. Se questo è un periodo in cui c’è in qualche studio una parziale www.lessicom.it 1. I liberi professionisti sono da valutare con particolare attenzione. La loro collocazione li pone, in teoria, tra coloro che non dovrebbero soffrire particolarmente in questo momento. Ma subiscono, per contro, una pesante selezione al loro interno, e ciò vale per tutte le aree professionali. Nella condizione socio-economica precedente, anche professionisti di media capacità avevano comunque un loro mercato a cui attingere, il che permetteva loro di man- tenere un trend di vita tranquillo. Ora, sotto la spinta della minore disponibilità, tutti coloro che accedono all’attività dei professionisti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, architetti, medici, dentisti ecc.) vogliono la qualità, vogliono il professionista di livello alto. Disposti anche a pagare di più – cosa sempre meno vera –, ma a fronte di risultati che durino nel tempo e che non richiedano, se non nella misura minore possibile, ulteriori interventi correttivi. Il nostro paese ha visto proliferare una pletora atipica di professionisti in quasi tutti i settori di specializzazione, tale da non avere confronti con quasi nessuno degli altri paesi europei. Ciò perché si mirava soprattutto a quelle professioni – pur disponendo di capacità medie – che garantivano una vita economicamente agiata o serena. Oggi si va alla selezione. I clienti si indirizzano verso la qualità e l’eccellenza: chi non è in questa fascia è destinato a scomparire. Per restare nel mondo odontoiatrico, in Italia il rapporto dentista- paziente è attorno a 1/800. Nella media europea è di circa 1/2000. È nelle cose che, in tempi medi, il nostro “parco dentisti” si dimezzi. note flessione di accesso, quel tempo va impiegato per formare e stu- diare e per prepararsi alla fine del tunnel. Perché è comunque certo che il tunnel, se non ti siedi e lasci andare avanti gli altri, prima o poi finisce e se ne esce. E occorre essere preparati all’incognita che si tro- verà all’uscita. Poi occorre investire in nuove tec- nologie e in nuovi strumenti. Ciò non significa pensare a inta- sare le aziende odontoiatriche di elettronica in ogni dove. Nuove tecnologie e nuovi strumenti sono, appunto, strumenti e devono ser- vire. Ben venga il nuovo, se mira- to alla creazione della qualità che punta all’eccellenza. Ma la creazio- ne di attrezzature e macchinari di nuova o futura generazione deve nascere dalla stretta e costante collaborazione tra chi ha la capaci- tà tecnica di realizzarle e chi ogni giorno le sperimenta sul campo. Oppure, riflettendo sulla risposta a nuovi bisogni che intercetta tra i pazienti, va alla ricerca di tecno- logie e strumenti che magari non trova perché nessuno li ha mai suggeriti al produttore. Franco Tosco, Lessicom Srl