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Implant Tribune Italian Edition

18 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2013L’Intervista Corso di alta formazione in implantologia orale La parola a Sandro Palla, professore emerito dell’Università di Zurigo Egregio professore, la ringrazio per il tempo che mi concede. Le rivolgerò alcune domande su argomenti di grande attualità in campo odontoiatrico e il cui contenuto sarà oggetto del suo intervento al Corso di alta formazione in implantologia orale. Si sente spesso, e si legge anche su quotidiani e riviste varie, che modifiche dell’occlusione dentale possono avere un effetto benefico su disturbi posturali. Da quanto mi risulta, però, si tratta spesso di terapie alquanto costose. Prima di rispondere vorrei sottoline- are che l’odontoiatria è piena di teo- rie e/o dogmi basati su opinioni per- sonali, nati da osservazioni cliniche su pazienti selezionati, mai provate con rigore scientifico. La valutazione delle osservazioni fatte sui pazienti del proprio studio, infatti, manca spesso di una con- dizione fondamentale, e cioè della consapevolezza che i propri pazienti non rappresentano la popolazione in generale e quindi i dati rilevati su tali soggetti non necessariamen- te sono riferibili all’intera popo- lazione. Ecco un esempio legato a un tema che verrà poi trattato nel corso: molti odontoiatri ritengono che una protesi fissa su impianti sia migliore di una protesi rimovibile su impianti o di una protesi amovibile. Ora, la letteratura dimostra che ciò non è vero. Questo pregiudizio è in gran parte dovuto a riflessioni per- sonali su ciò che noi odontoiatri pensiamo che sarebbe la soluzione migliore per noi stessi. Passando poi all’argomento occlusione, possiamo constatare che anche qui dominano molti pregiudizi. Ad esempio si con- tinua a parlare di “malocclusione” come se ci fossero davvero un’occlu- sione “buona” e una “cattiva”. In realtà la grande maggioranza della popolazione presenta un’oc- clusione che, secondo le definizioni odontoiatriche, rientrerebbe tra le forme di malocclusione. Tra questi soggetti, però, pochissimi hanno problemi dovuti all’occlusione. Mol- ti preconcetti sull’occlusione sono nati da osservazioni cliniche in cui si è rilevato che in certi pazienti gli interventi sull’occlusione possono dare origine a vari sintomi e così, utilizzando il nesso causa-effetto, si è concluso che l’alterazione occlu- sale fosse stata la causa scatenante della sintomatologia. Sarebbe stato molto più importante chiedersi per- ché la maggior parte dei pazienti si adatta ad alterazioni occlusali mentre una piccola percentuale non si adatta. Questo tema verrà trattato dettagliatamente duran- te il mio intervento. Ricordo a tutti che la chiave dell’evoluzione e della sopravvivenza delle varie specie è legata alla capacità di adattamento ai cambiamenti a cui l’organismo è continuamente soggetto. Ciò deve evidentemente valere anche per l’occlusione. Ritornando alla sua domanda: se occlusione e postura si influenzino a vicenda? Posso confer- marle che ciò è attualmente di alta rilevanza clinica in quanto spesso vengono eseguiti interventi occlu- sali invasivi e irreversibili partendo dal presupposto che l’occlusione in- fluenza la postura. È evidenza come il corpo umano non funzioni a di- stretti funzionalmente indipendenti l’uno dall’altro e questo vale anche per la relazione con il sistema masti- catorio. Sappiamo, ad esempio, che variazioni statiche della posizione della testa sono accompagnate da cambiamenti della posizione postu- rale della mandibola e che l’apertu- ra della mandibola è accompagnata da una retroflessione della testa. Al- cuni studi con pedana stabilometri- ca hanno dimostrato che la stabilità dell’individuo nella posizione eretta può alterarsi cambiando l’occlusio- ne. Queste osservazioni non per- mettono comunque di dedurre che certe forme di occlusione causino necessariamente problemi postu- rali e viceversa, soprattutto perché si tratta quasi esclusivamente di osservazioni derivate da esperimen- ti in cui i cambiamenti occlusali/ posturali vengono valutati imme- diatamente dopo la modifica della postura/occlusione. Manca, quindi, la valutazione su come e se il corpo si adatti alle modifiche introdotte sperimentalmente. Una descrizione delle evidenze scientifiche a favore o contro l’esistenza di una relazione clinicamente valida tra occlusione e postura richiederebbe troppo spazio in questa sede, ma l’argomento ver- rà discusso durante la giornata. Professore, potrebbe fornire chiarimenti su se e quanto sia importante una corretta terapia gnatologica pre e post terapia implanto-protesica? La mancanza dei recettori parodon- tali e di una mobilità dell’impianto fa spesso ritenere che la ricostruzio- ne su impianti richieda delle norme gnatologiche differenti rispetto alla ricostruzione su denti. Non si deve dimenticare, però, che dal punto di vista neurofisiologico altri recettori possono compensare la mancanza dei recettori parodon- tali e che questi sono particolarmen- te importanti nella fase di appren- dimento funzionale, cioè fino alla memorizzazione dei programmi motorii. Non si potrebbe altrimenti spiegare come pazienti portatori di protesi totale abbiano una mastica- zione quasi normale. Ne consegue che una ricostruzione su impianti non si differenzia da una ricostruzione su denti naturali per quanto riguarda la necessità di una terapia “gnatologica” pre o post trattamento implanto-protesico. La necessità di un pretrattamento dipenderà innanzitutto dal tipo di ricostruzione e cioè se si tratterà di una ricostruzione in occlusione abi- tuale o in relazione centrica. Nel primo caso, un pretrattamento non è quasi mai indicato. Nel secon- do caso, è sempre indicato quando le condizioni del sistema masticatorio L’occlusione,