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Implant Tribune Italian Edition

11Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2013 Clinica & Ricerca << pagina 10 Il materiale innestato appariva par- zialmente riassorbito e sostituito da nuovo osso (Fig. 2). Gli spazi midollari dell’osso neoformato contenevano un numero limitato di cellule stro- mali midollari e una rete vascolare. Alcuni vasi sanguigni sono stati os- servati anche all’interno delle par- ticelle innestate. Non è stata trovata alcuna cellula infiammatoria o cellu- le di reazione da corpo estraneo sulla superficie del biomateriale. Nei campioni del gruppo controllo è stata osservata la presenza di tessuto osseo nativo, caratterizzato da zone di rimodellamento che presentavano linee cementizie e osso neoformato in stretto contatto con le particelle di biomateriale. A maggiore ingran- dimento (40X) la maggior parte del biomateriale si presentava connesso al nuovo osso e circondato da grosse lacune osteocitiche. I granuli erano parzialmente riassorbiti e sostituiti da nuovo osso. L’osso neoformato è stato osservato anche all’interno del- le particelle di biomateriale parzial- mente riassorbite.L’osso neoformato presentava alta affinità per i coloran- ti ed era positivo alla fucsina acida, infatti all’interfaccia tra nuovo osso e biomateriale una linea densamente colorata è stata osservata. A ingrandimento ancora maggiore (100X), sono state osservate lacune osteocitiche di grandi dimensioni. Non sono stati osservati gap all’in- terfaccia tra osso e particelle, e l’os- so neoformato era sempre in stretto contatto con il materiale innestato. All’interno degli spazi midollari sono state osservate cellule stromali mi- dollari e vasi sanguigni (Fig. 3). Una neovascolarizzazione è stata notata anche attorno ai granuli dell’innesto. Discussione L’estrazione di un elemento dentario provoca la perdita di volume osseo e il rimodellamento dei tessuti mol- li1,7,8,25,30 . Le pareti ossee di un alveolo lasciato guarire spontaneamente si riducono in altezza e spessore, men- tre una tecnica di preservazione della cresta aiuta a contrastare la perdita ossea dopo un’estrazione dentaria1,6 , anche se il modellamento e rimodel- lamento osseo dopo l’estrazione sono comunque inevitabili10 . La tecnica tradizionale di preservazione del- la cresta prevedeva la chiusura per prima intenzione dei tessuti molli al fine di evitare l’esposizione della membrana all’ambiente orale. I cam- biamenti dimensionali a seguito di procedure con e senza lembo sono risultati essere molto simili25 , anche se altri autori hanno trovato risulta- ti contraddittori24 , dal momento che hanno notato differenze significati- ve nel rimodellamento del processo alveolare nella tecnica con lembo e quella flapless. In questo studio, a 3 mesi dall’intervento di preservazio- ne di cresta, non sono state trovate differenze significative nelle analisi istologiche tra le due tecniche. Dunque, la sovrapponibilità dei risul- tati delle due tecniche conferma l’i- potesi per cui la chiusura per seconda intenzione non influisce sulla qualità della rigenerazione ossea. Basandosi sul presente studio, l’esposizione in- 1. Barone A, Nicoli Aldini N, Fini M, Giardino R, Guirado LC, Covani U. Xenograft versus extraction alone for ridge preservation after tooth removal: a clinical and histomorpho- metric study. J Periodontol 2008;79:1370- 1377. 2. Hämmerle CH, Araújo MG, Simion M; Osteology Consensus Group 2011. Evidence- based knowledge on the biology and tre- atment of extraction sockets. Clin Oral Impl Res 2012 Feb;23(Suppl.5):80-82. 3. Vignoletti F, Matesanz P, Rodrigo D, Figue- ro E, Martin C, Sanz M. Surgical protocols for ridge preservation after tooth extraction. A systematic review. Clin Oral Impl Res 2012;23(Suppl.5):22-38. 4. Darby I, Chen ST, Buser D. Ridge preserva- tiontechniquesforimplanttherapy.IntJOral and Maxillofac Implants 2009;24:260-271. 5. 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Questo biomate- riale ha mostrato proprietà osteo- conduttive, senza reazioni avverse o infiltrato infiammatorio1,12,31-34 ed è risultato essere riassorbibile, con se- gni evidenti di riassorbimento in fase attiva delle particelle di osso suino33 , che andavano incontro a riassorbi- mento/rimodellamento e presenta- vano lacune dai margini irregolari. Conclusioni In conclusione, il presente studio conferma l’ipotesi secondo cui l’e- sposizione della membrana in colla- gene non abbia effetti negativi sulla rigenerazione ossea durante le pro- cedure di preservazione della cresta. Questo permette al clinico di evitare l’avanzamento del lembo e di conse- guenza ridurre il discomfort post- operatorio, preservando l’architettu- ra dei tessuti molli. bibliografia 19. Canullo L, Cocchetto R, Loi I. Rimodella- mento osseo perimplantare: background scientifico e implicazioni cliniche. Quintes- senza edizioni 2012:7-8. 20. 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