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Implant Tribune Italian Edition

10 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2013Clinica & Ricerca << pagina 9 La terapia antibiotica è stata prolun- gata dopo la chirurgia (1 g di amo- xicillina o 300 mg di clindamicina due volte al giorno) per 4 giorni. Tutti i pazienti hanno effettuato uno sciacquo di 1 minuto con clorexidina 0,20% prima della chirurgia (e due volte al giorno per le successive 3 settimane), ed è stata somministra- ta anestesia locale (lidocaina e adre- nalina 1:50.000). Tutti gli interventi chirurgici sono stati eseguiti da un solo operatore (AB). Tutti i pazienti sono stati trattati con la stessa tecni- ca chirurgica, ovvero sono stati usati periotomi su ogni elemento singolo selezionato e, quando necessario, è stato usato un manipolo per la pie- zochirurgia (Piezosurgery, Mectron, Italy), al fine di evitare movimenti bucco-linguali e prevenire danneg- giamenti o fratture complete della parete ossea vestibolare. L’alveolo post-estrattivo è stato curettato e irrigato con soluzione salina sterile. Nel gruppo test i siti estrattivi sono stati riempiti con osso suino cortico- spongioso (MP3, Osteobiol, Coazze, Italy) e il materiale è stato compatta- to all’interno dell’alveolo. Una mem- brana in collagene (Evolution, Osteo- biol, Coazze, Italy) è stata sagomata e utilizzata per coprire totalmente l’alveolo. I tessuti molli sono stati scollati solo leggermente al fine di posizionare meglio la membrana, e non è stata praticata alcuna incisione di rilascio. La membrana in collage- ne è stata lasciata intenzionalmente esposta e stabilizzata con punti di sutura (Figg. 1a-c). Nei siti estrattivi assegnati al gruppo controllo è stato praticato un lembo a spessore totale con due incisioni di rilascio contestualmente all’estra- zione. Per l’innesto sono stati usati gli stessi biomateriali del gruppo test, ovvero osso suino corticospon- gioso e una membrana in collagene. Successivamente, il lembo è stato fatto avanzare coronalmente per permettere la chiusura per prima intenzione. Tutti i pazienti sono stati istruiti a continuare la terapia antibiotica, e ad assumere un antinfiammatorio, quale naprossene sodico 500 mg in compresse, due volte al giorno fino al bisogno. Le protesi rimovibi- li, ove presenti, sono state rimosse per 3 settimane dopo la chirurgia e riconsegnate solo dopo essere state ribasate e riadattate. A 3 mesi dall’e- strazione è stata eseguita la chirur- gia di rientro e sono stati posizionati gli impianti (Intralock®, Boca-Raton, Florida, USA) sia nel gruppo test sia nel gruppo controllo. Per raccogliere i campioni nei siti in- nestati sono state usate frese chirur- giche trephine. Dopo il prelievo dei campioni di tessuto osseo innestato, i siti sono stati preparati secondo le raccomandazioni del produttore (In- tralock®, Boca-Raton, Florida, USA). I pazienti hanno ripetuto la terapia antibiotica e antinfiammatoria del primo intervento chirurgico. I cam- pioni prelevati sono stati codificati e inviati per l’analisi istologica al Dipartimento di Scienze mediche orali e Biotecnologie, Università de- gli Studi di Chieti e Pescara. Dopo 4 mesi, gli impianti sono stati scoper- ti, è stata verificata manualmente la loro stabilità e sono state rilevate le impronte in polivinisilossano (Fle- xitime, Heraeus/Kulzer, Hanu, Ger- many) con portaimpronte indivi- duali. Le protesi definitive sono state cementate e i pazienti sono stati in- seriti in un programma di richiami di igiene orale ogni 3 mesi. Analisi istologica I campioni prelevati sono stati con- servati in formalina tamponata al 10% e processati per ottenere sezioni sottili, usando Automated Precise 1 System (Assing, Roma, Italia). I campioni sono strati disidratati in bagni di etanolo a concentrazio- ne crescente e incorporati in resina glicometilacrilata (Technovit 7200 VLC, Kulzer, Wehrheim, Germany). Dopo la polimerizzazione della re- sina, i campioni sono stati sezionati lungo il loro asse longitudinale al fine di ottenere 3 sezioni di 30 µm. Ciascuna sezione è stata colorata con fucsina acida-blu di toluidina ed esaminata con un microscopio a luce trasmessa (Leitz Laborlux, Leitz, Wetzlar, Germany). Il presente studio verifica l’ipotesi nulla che non ci sia- no differenze tra i risultati istologici tra i due gruppi, in termini di nuovo osso, materiale innestato residuo e spazi midollari. Risultati Inizialmente sono stati considerati idonei allo studio 43 pazienti, ma 9 di questi sono stati esclusi per i se- guenti motivi: 2 pazienti erano affet- ti da diabete incontrollato; 1 paziente era sotto terapia con bifosfonati; 3 pazienti non hanno seguito le istru- zioni di igiene orale; 1 paziente si è rifiutato di tornare ai controlli per i successivi 5 anni; 2 pazienti pre- sentavano la perdita completa della parete vestibolare dopo l’estrazione. Tutti i 34 pazienti inclusi nello studio erano maggiorenni e hanno accon- sentito a sottoporsi all’estrazione dell’elemento dentario e alla succes- siva terapia implantare. Tutte le pro- cedure di preservazione della cresta sono andate a buon fine e non han- no mostrato differenze significative nei risultati. Il gruppo test è stato sottoposto a preservazione della cre- sta senza sollevamento del lembo, mentre il gruppo controllo è stato sottoposto a intervento di preserva- zione di cresta con scollamento di un lembo muco-periosteo e chiusura per prima intenzione. In entrambi i gruppi è stato usato osso suino cor- ticospongioso e una membrana in collagene per ricoprire l’alveolo post- estrattivo. L’analisi istologica è stata effettuata sui campioni prelevati a 3 mesi dall’intervento di preserva- zione di cresta in entrambi i gruppi sperimentali. Sono stati esaminati la presenza di osso neoformato, di par- ticelle di biomateriale residue e l’in- terfaccia tra nuovo osso e innesto. In tutte le biopsie, nella zona dell’inne- sto osseo è stata notata la formazio- ne di osso trabecolare e la presenza di particelle di biomateriale residuo. Nel gruppo test, i campioni osser- vati a basso ingrandimento (12X) apparivano formati interamente da osso neoformato e da biomateriale residuo. A ingrandimento maggiore (40X) è stato osservato che i granuli di biomateriale avevano dimensioni variabili. Particelle di piccola dimen- sione, parzialmente inglobate nell’a- rea di rigenerazione ossea, sono state trovate in alcune zone del campione, mentre in altre sono state reperite particelle di dimensioni maggiori. All’interno delle particelle e attorno alle stesse è stato notato osso neo- formato. Le particelle di materiale innestato presentavano margini irregolari a causa del processo di ri- assorbimento cui erano soggette. In molte sezioni sono state trovate cel- lule ossee all’interno dei pori delle particelle. A ingrandimento ancora maggiore (100X), non sono stati rin- venuti gap all’interfaccia tra nuovo osso e biomateriale, e il nuovo osso era in stretto contatto con i granuli. L’osso neoformato, disposto a forma- re ponti tra le particelle di bioma- teriale, era caratterizzato da lacune osteocitiche di grosse dimensioni. <> pagina 11 Fig. 1c - Posizionamento della membrana e stabilizzazione con suture. Fig. 2 - Test. Osso neoformato intorno alla particella di biomateriale residuo. Si osservano lacune osteo- citarie ampie a stretto contatto con la particella. In alcuni campi si osserva matrice osteoide non ancora mineralizzata indicativa di attività steoblastica (100 X. Blue di toluidina e fucsina acida). Fig. 3 - Controllo. Osso neoformato a contatto con una porzione di particella di biomateriale. L’osso neo- formato è intensamente colorato. La particella di biomateriale presenta margini irregolari. Non si osserva infiltrato infiammatorio (200 X. Blue di toluidina e fucsina acida). Fig. 1d - Rientro chirurgico e inserzione dell’impianto.