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Dental Tribune Italian Edition

12 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2013 Più di Sensori RVG Carestream Dental per prestazioni af dabili di imaging intraorale Oltre 30 anni fa, abbiamo creato e presentato sul mercato il sensore RVG. Da allora ogni sensore che fabbrichiamo è sempre migliore del precedente. Ora, per un periodo limitato, ciascun sensore RVG che acquistate si fregia della esclusiva icona dei 30 Anni e ha una garanzia di 5 anni. • Immagine istantanea di alta qualità con risoluzione reale no a più di 20 lp/mm • Impermeabile per una maggiore durabilità e per essere immerso completamente al ne di prevenire le infezioni • Cavo essibile e robusto, progettato e testato per sostenere forti trazioni e torsioni • Involucro antiurto e ammortizzatore al silicone per una maggiore protezione da cadute, strette con i denti e altre sollecitazioni • Corredato da CARE-PROTECT per un totale di 5 anni di garanzia: tranquillità per tutti i clienti Esplorate su carestreamdental.it o chiamate il 00 800 4567 7654 Amici di Brugg 2013: PAD A7 STAND 86 © Carestream Health, 2013. *Disponibile tramite i rivenditori che partecipano, per un periodo limitato (validità dal 1° marzo al 31 dicembre, 2013). RVG è un marchio di Carestream Health. anni e più forti che mai NOVITÀ! EDIZIONE LIMITATA 30 ANNI DI SENSORI RVG, DISPONIBILE ORA! INCLUSA GARANZIA 5 ANNI* NOVITÀ! EDIZIONE LIMITATA 30 ANNI DI SENSORI RVG, DISPONIBILE ORA! INCLUSA GARANZIA 5 ANNI* Libere professioniste e maternità L’articolo fa parte di un progetto informativo avviato su iniziativa e sotto le direttive dell’ex presidente nazionale Unid, Laura Antonia Marino (per far emergere la realtà professionale dell’igienista dentale), la quale intende con- tinuare tale iniziativa nell’ambito di un gruppo di lavoro, che ha sede in Lombardia (anche l’autrice dell’articolo ne fa parte) fucina di molte idee e iniziative in favore della crescita del know how professionale n ambito politico, amministrativo culturale dell’igienista dentale. Il grup- po si pone a disposizione degli organismi, sindacali e culturali, rappresentativi della categoria ed operanti sul territorio, nell’esclusivo interesse di tutto il comparto odontoiatrico e della categoria stessa. Non intende sosti- tuirsi, bensì divenire elemento di condivisione di intenti nel rispetto delle autonomie attraverso un processo in- tellettuale ed etico non più rinviabile. L’articolo nasce a tutela delle donne professioniste (nel caso specifico, delle igieniste dentali). Fotografando una realtà problematica. Come tutte le libere professioniste anche Elena Maria Manazza, laureata in Igiene Dentale viene messa, in gra- ve difficoltà, in un delicatissimo momento della sua vita, dall’eccesso di burocrazia e dall’assenza di tutela. La maternità è un’esperienza bellissi- ma che ogni donna merita di vivere serenamente, fisicamente e sul fronte lavorativo. A ottobre 2011 scopro di essere incinta. Notizia bellissima che apre tuttavia un mondo di dubbi e potenziali problemi in ambito lavo- rativo. Come la prenderanno negli studi in cui esercito? Perderò il posto? Come mi manterrò nei mesi in cui non potrò lavorare? Per quanto riguarda il lavoro, fortu- natamente la gravidanza ha avuto un decorso fisiologico, consentendomi di lavorare sino alla fine dell’ottavo mese. Inoltre, i dottori con cui lavoro sono stati comprensivi e corretti nei miei confronti rassicurandomi sul fatto di poter riprendere in ogni mo- mento la professione. La vera sorpre- sa è stato l’assegno di maternità. O, meglio, il “non assegno” di maternità! Mi spiego: tre mesi prima di partori- re mi reco all’Inps – per sapere come fare per ottenere l’assegno di ma- ternità – dove mi dicono di recarmi presso un patronato per presentare la domanda online. Presso il patronato presento la domanda come lavorato- re non dipendente allegando Modello UNICO, iscrizione alla Gestione sepa- rata, certificato del mio ginecologo e documento di identità. Dopo circa un mese, dall’Inps mi comunicano che la mia domanda è stata rifiutata. Pre- sa dallo sconcerto, dal momento che noi igienisti non abbiamo una Cassa e versiamo i nostri contributi all’Inps, chiamo il mio commercialista chie- dendogli di fare luce sulla questione. Non mi sembrava vero che non mi spettasse nulla. Mi viene confermato che, malgrado la contribuzione, ciò che mi spetta per i 5 mesi di maternità obbligato- ria è pari a zero. Il mio caso è un po’ particolare poiché avendo anche un lavoro come lavoratore dipendente, la maternità mi è stata comunque pa- gata dal datore di lavoro, anche se la mia principale fonte di reddito deriva comunque dall’attività di igienista. Non avessi avuto questa ulteriore possibilità l’alternativa sarebbe sta- ta chiedere l’assegno che una madre non lavoratrice può chiedere al Co- mune di residenza per la nascita del figlio o per l’adozione o l’affidamento preadottivo di un minore di età non superiore ai 6 anni (o ai 18, in caso di adozioni o affidamenti internazio- nali). La madre lavoratrice può chie- derlo se non ha diritto all’indennità di maternità dell’Inps o alla retribu- zione per il periodo di maternità. Se l’importo dell’indennità o della retribuzione è inferiore all’importo dell’assegno, la madre lavoratrice può chiederlo in misura ridotta al Comu- ne. Riporto qui di seguito quanto de- scritto dal sito www.inps.it. A chi spetta? - Cittadine italiane o comunitarie residenti in Italia al momento del parto o ingresso in famiglia del minore adottato/affidato; - cittadine non comunitarie resi- denti in Italia al momento del par- tooingressoinfamigliadelmino- re adottato/affidato in possesso di uno dei seguenti titoli: - carta di soggiorno; - permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Il figlio di cittadina non comunitaria nato all’estero deve essere in possesso dello stesso titolo di soggiorno della madre. In alcuni casi particolari, se la madre non può richiedere l’assegno, il beneficio può essere richiesto, a se- conda dei casi, dal padre del bambino, dal genitore della madre, dall’adot- tante, dall’affidatario preadottivo o dall’affidatario non preadottivo. Requisiti L’assegno di maternità spetta a con- dizione che i redditi ed i patrimoni posseduti dal nucleo familiare del- la madre, alla data della domanda di assegno, non superino il valore dell’Indicatore della Situazione Eco- nomica (ISE) applicabile alla data di nascita del figlio (ovvero di ingresso del minore nella famiglia adottiva o affidataria). Ai fini dell’ISE è comun- que possibile ricevere assistenza dai CAF convenzionati con il Comune di residenza. Cosa spetta Assegno di importo complessivo pari ad euro 1.545,55 in caso di madre non lavoratrice. Alla madre lavoratrice, l’assegno viene pagato per intero se durante la maternità non le spetta l’indennità di maternità dell’Inps op- pure la retribuzione; se l’indennità (o la retribuzione) sono di importo su- periore all’importo dell’assegno, esso viene pagato per la differenza (c.d. quota differenziale). L’assegno spetta per ogni figlio; quindi, in caso di par- to gemellare oppure di adozione o af- fidamento di più minori, l’importo è moltiplicato per il numero dei nati o adottati/affidati. La domanda La domanda deve essere presentata al proprio Comune di residenza neces- sariamente entro sei mesi dalla nasci- ta del figlio o dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato. Ingenere,gliufficideiComunirendo- no disponibili i modelli di domanda da utilizzare per la richiesta dell’as- segno. Documentazione - La dichiarazione sostitutiva uni- ca, oppure l’attestazione della dichiarazione sostitutiva ancora valida con i redditi percepiti dal nucleo familiare di appartenenza nell’anno precedente a quello di presentazione della domanda di assegno. - Un’autocertificazione nella quale il richiedente è tenuto a dichiara- re sotto la propria responsabilità: - i requisiti richiesti dalla legge per la concessione dell’assegno (resi- denza, cittadinanza e così via); - di non avere diritto per il periodo di maternità all’indennità di ma- ternità dell’Inps ovvero alla retri- buzione; - diversamente, deve essere indi- cato l’importo di tali trattamen- ti economici per il calcolo della eventuale differenza; - di non avere presentato, per il medesimo figlio, domanda per l’assegno di maternità a carico dello Stato di cui all’art. 75 del D.Lgs. 151/2001 (assegno, questo, istituito dall’art. 49 della legge n. 488/1999). Le cittadine non comunitarie devono presentare agli uffici del Comune la carta di soggiorno o il permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo. L’assegno è pagato dall’Inps dopo che il Comune ha trasmesso i dati della madre necessari per il pagamento. Il6giugno2012ènatoLeonardo,bim- bo di 4 chili circa, in ottima salute, or- goglio di mamma e papà che ripaga di tutte le fatiche e rinfranca dalle delusioni. WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COMNews & Professione