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Dental Tribune Italian Edition

10 Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2013Attualità C. TINTI, S. PARMA-BENFENATI Tueor Servizi srl Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Tel.: 011 0463350 • Fax: 011 0463304 • www.tueorservizi.it &ordini informazioni 295,00 euro CHIRURGIA MUCOGENGIVALE ASSOCIATA ALLE TECNICHE RIGENERATIVE In parodontologia ed implantologia Gli autori hanno voluto illustrare tutte le procedure chirurgiche mucogengivali che possono essere utilizzate per ottenere con successo GTR e GBR quando vengono pianificate riabilitazioni implantari. Gli undici capitoli illustrano il management pre-chirurgico dei tessuti molli e le tecniche di chirurgia muco gengivale utilizzabili per ottenere rigenerazione durante la prima e nella seconda fase implantare con approcci diversi per l’arcata superiore o inferiore. Particolare importanza è stata data anche alle modalità di rimozione delle membrane,una fase di grande importanza, ma che viene spesso sottovalutata. I casi clinici presentati e gli schemi illustrano in dettaglio e con precisione tutti i passaggi necessari al fine di ottenere il successo finale. MUCOGENGIVALE ASSOCIATA ALLE TECNICHE RIGENERATIVE In parodontologia ed implantologia N O V ITÀ assoluta PAGINE: 326 IMMAGINI: A COLORI FORMATO: 23,5 X 31,5 cm L’Unidi e il Collegio a confronto per tentare di riaccendere il sorriso degli italiani “La crisi spegne il sorriso degli italia- ni” è il titolo – dal suono leggermen- te scoraggiante – che ha identificato, venerdì mattina 19 aprile, l’incontro- dibattito dell’Unidi, che ha avuto il granmeritodifarvolgeresuCinecittà l’attenzione della maggior parte della stampa cosiddetta “generalista”. In tale occasione i giornali (molti a tira- tura nazionale) sono usciti con titoli “gridati” del tipo: “Una famiglia su tre non porta più i figli dal dentista”, op- pure “Chiedere un prestito non per le rate dell’auto, ma per l’apparecchio al figlio”, o ancora “Richieste aumentate del 20 per cento al Ssn, dentisti pub- blici ormai al collasso”, e via elencan- do; tante, analoghe grida di dolore, per fotografare una situazione che le cifre esposte nell’incontro-dibattito hanno messo crudamente in eviden- za. L’incontro, tuttavia, non era stato organizzato solo come “sfogatoio” collettivo sul calo di pazienti, la cri- si degli studi ecc., perché la seconda parte dell’evento puntualizzava nel titolo “Come garantire la salute orale in tempo di crisi economica”, sotto- lineando pertanto il vero obiettivo della manifestazione: constatata la crisi, cercare i rimedi per “riaccende- re” i tanti sorrisi spenti degli italiani facendo rifiorire la salute orale nei pa- zienti e l’ottimismo dei curanti. Dalla presidente del Collegio, Antonel- la Polimeni, che ha presieduto il dibat- tito, sono arrivati i dati relativi ai riflessi della crisi sul denta- le pubblico, forse i più impressionanti: «Le famiglie italiane stanno comincian- do a tirare la cinghia anche per la salute dei figli, con un risparmio solo di fac- ciata, perché se si rinuncia alle cure o si rinviano, lo scotto da pagare in seguito è maggiore». Le famiglie ten- dono a rivolgersi al dentista solo per la prima visita, rinviando l’applica- zione di un apparecchio ortodontico [il 90% dei bambini ne ha bisogno, NdA] per mesi, magari per anni, con quel che ne consegue. Un dato che impressiona è l’aumento di richiesta al pubblico di assistenza odontoiatri- ca: circa il 20% in più rispetto a un anno fa. Nel richiamare un’iniziativa in corso all’Umberto I, dove vengono praticate tariffe calmierate, la Poli- meni auspica che una tale formula, adottata da tre anni, possa essere por- tata all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni. Anche altri dati danno un’idea del trend in corso: se i dentisti nelle strut- ture pubbliche sono 3500, 140 sono solo gli igienisti dentali, mentre le prestazioni ambulatoriali erogate in 367 laboratori delle strutture Asl e universitarie, in 146 centri attrezzati degli ospedali e 224 ambulatori dei Distretti socio-sanitari ammontano a più di 4 milioni. «Il limitato numero di poltrone a di- sposizione nel Ssn (2800), aggiunto all’alto costo delle spese odontoiatri- che – è stato rilevato –, ha come con- seguenza un servizio pubblico inade- guatoeundiversolivellodiassistenza tra regione e regione, malgrado i Lea prevedano cure dentistiche adeguate in età evolutiva e un’assistenza a tutti i cittadini in condizioni di particola- re vulnerabilità». Allo Stato potrebbe convenire fare accordi con le struttu- Bologna la più cara Con “Altroconsumo” i prezzi dei dentisti città per città Fino al 20% in più per la stessa prestazione a Bologna e Milano rispetto a Napoli, dove i prezzi sono più bassi. In un’inchiesta di Altroconsumo sono state prese di mira sei città e le sette prestazioni più frequenti con relativi prezzi medi. Risultato? Le catene sono più convenienti degli studi tradizio- nali per quanto concerne i lavori semplici: una pulizia dei denti a Milano o a Bologna costa in media 95 €, a Napoli 75. Sotto, alcuni confronti indicativi tra prezzi e città: – Napoli: la meno cara; – Torino + 10%; – Bari: + 12%; – Milano: + 16%; – Bologna: + 21%. Per una pulizia dei denti c’è una certa variabilità. Chi la fa pagare 50 € e chi chiede il triplo. Una seduta di igiene orale costa di più a Milano e Bologna (in me- dia 95 euro), meno a Napoli (in media 75 euro). Il 46% dei dentisti dell’in- chiesta, per devitalizzare un dente chiede tra i 250 e 350 €. La diversità di tariffe è ampia: si va da un minimo di 150 a un massimo di 650 € (a Bologna). Per un ponte a tre elementi, in media, nelle sei città dell’inchiesta non si va sotto i 2.082 €. Molto più convenienti le catene per la pulizia dei denti (42 € di media contro gli 86 € degli studi privati), l’otturazione (si fanno pagare in media 87 €, mentre gli studi privati 124 €) e la devitalizzazione (185 € rispetto ai 277 € degli studi). Per i lavori più complessi, invece, i prezzi delle catene si avvicinano a quelli degli studi privati. La prima visita nei centri è sempre gratuita, negli studi tradizionali lo è solo per il 61%. Quando la prima visita è a pagamento, si sborsano in media 71 €. Fonte: Altroconsumo reprivate,vistochelepatologieodon- toiatriche toccano il 95% della popo- lazione.Numericamentevisonodieci milionidiitalianidifattoimpossibili- tati a usufruire del servizio. Felice Festa, presidente Sido e ordi- nario di Ortodonzia a Chieti, confer- ma le sempre più frequenti richieste di rateizzazione dei pagamenti, da un lato, dall’altro il crollo dell’appli- cazione degli apparecchi: «40% in meno nel 2012 , rispetto all’anno pri- ma». Festa ha illustrato l’iniziativa di un’offerta gratuita di prestazioni odontoiatriche ai bambini in affido etero-familiare o presso case fami- glia, attuata in collaborazione dei co- muni italiani. L’iniziativa, definibile come una sorta di “affido del sorriso”, ha coinvolto sinora mille dentisti in 21 comuni e prevede l’associazione a ciascun professionista di un bambino indigente affetto da patologie odon- toiatriche. Un rimedio antico e tante volte ri- proposto vi sarebbe per determinare una netta inversione di tendenza, ma la politica ha fatto finora orecchie da mercante o, almeno, non ha mai dato attuazione al documento program- matico condiviso da Collegio Docen- ti, Cao nazionale, Andi e Unidi, che invocano più deduzioni di imposta a vantaggio del paziente. «Ma anche del fisco, perché si darebbe un bel col- po all’evasione ponendo un freno al turismo odontoiatrico – ha osservato la dirigenza Andi – che storna circa un miliardo di euro all’anno convo- gliandolo nelle casse degli stranieri». Andi ha rinnovato la proposta di una Conferenza nazionale sull’Odonto- iatria per definire le misure contro l’illegalità, termine di cui si celano prestanomismo e abusivismo (eserci- tato si calcola da circa 15 mila unità, a fronte di 58 mila odontoiatri e 2000 igienisti ufficiali) ed evasione fiscale. Le maggiori detrazioni sono anche un’antica battaglia portata avanti dalla Cao in parallelo con la richiesta di incentivare fiscalmente i professio- nisti affinché investano in migliorie tecnologiche. In quest’ottica occorre- rebbe modificare anche la disciplina degli studi di settore, perché non è ammissibile che oggi chi investe sia visto come un ricco (e quindi tassato di più). Sugli stessi temi ha indugia- to Gianfranco Berrutti, presidente dell’Unidi: aumentando la dedizioni per le spese, lo Stato verrebbe visto come finanziatore e non erogatore delle cure. I vantaggi sarebbero evi- denti: un più facile accesso del pa- ziente agli studi con conseguente, generale, miglioramento della salute orale, minori costi successivi, aumen- to delle entrate fiscali, con benefica ricaduta, specie su quelle aziende che sul mercato nazionale hanno subito una forte contrazione. m.boc