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Dental Tribune Italian Edition

36 Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2013Attualità DOOC: lavoro di squadra al servizio del paziente Competenza e passione per risultati di successo Con una presenza consolidata sul territorio nazionale, DOOC rappre- senta un network nazionale lea- der nelle cure specialistiche all’a- vanguardia. Nata dall’unione di operatori qualificati che vantano esperienze rilevanti in ambito na- zionale e internazionale nel settore della salute, DOOC si presenta come una realtà all’avanguardia, in grado di abbinare alla qualità delle pre- stazioni e alla professionalità degli specialisti il valore aggiunto della sostenibilità delle cure, dei servizi personalizzati e delle garanzie sui trattamenti, per un’odontoiatria a misura di paziente. La volontà di essere vicini alle reali esigenze del paziente si esplica an- che nella dislocazione facilmente accessibile dei centri e, soprattutto, nell’ampia fascia oraria di apertura dei centri, sei giorni alla settimana. In questo modo, il paziente può dav- vero contare su un servizio costante ed efficiente. «Responsabilità, soddisfazione e professionalità sono i valori che gui- dano l’attività di DOOC, fondata sul- la relazione di fiducia con il pazien- te», così il dottor Gregorio Redaelli, responsabile scientifico di DOOC, presenta lo spirito di chi opera in questa realtà. Dopo la laurea in Odontoiatria con- seguita presso l’Università degli Studi di Milano e una consolidata esperienza clinica maturata nell’at- tività svolta in ambito universitario e in studi privati, nel 2011 accetta la sfida di DOOC. Ma come mai un giovane profes- sionista, con già un proprio studio privato di riferimento, decide di ab- bracciare la filosofia di DOOC? «La mia è stata una scelta motivata dalla profonda passione per la mia professione», spiega il dr. Redaelli, «e dalla volontà di dedicarmi a essa completamente, senza dovermi im- pegnare in attività extra cliniche che richiedono altri tipi di compe- tenze. Nella gestione di uno studio privato, non è sufficiente essere un bravo clinico: occorrono competen- ze di marketing, amministrative, imprenditoriali ed è difficile per un clinico riuscire a gestire tutto ciò in modo adeguato, senza sottrarre tempo prezioso ai pazienti. Inoltre, si deve prestare molta attenzione alla formazione e motivazione del personale che ci affianca. Queste sono tutte attività molto stimolanti, ma che esulano dall’attività clini- ca. Entrare a far parte di DOOC mi ha permesso – e mi permette ogni giorno – di dedicarmi ai miei pa- zienti, alla ricerca della soluzione riabilitativa più corretta, all’ese- cuzione del trattamento secondo i protocolli più validati e in linea con le aspettative dei pazienti». Con una pluriennale esperienza in chirurgia orale e implantologia, il dr. Redaelli ha fin da subito conta- giato chi collabora con lui in DOOC con il suo entusiasmo e con la sua capacità di motivare i colleghi e condividere con loro gli obiettivi comuni. «Il confronto tra profes- sionisti è fondamentale per offrire al paziente il miglior trattamento possibile. Il piano di trattamento viene concordato insieme, ciascu- no secondo le proprie competenze e sempre sotto la supervisione del comitato scientifico. È un lavoro di squadra che inizia fin dal momen- to della diagnosi e che accompagna ogni fase del trattamento». È proprio questo spirito di squadra che ha portato il dr. Redaelli, insie- me alla direzione DOCC, a studiare un’iniziativa che favorisca l’intera- zione tra i colleghi e la filosofia della multidisciplinarità. «Nei centri DOOC, i professionisti vengono selezionati dopo severi test di accesso e di odontoiatria pratica. Inoltre, vengono costantemente for- mati e supportati in ogni loro attivi- tà. Il loro aggiornamento scientifico è un investimento che continua nel tempo ed è il fulcro su cui poggia tutta la nostra attività. È proprio questa attenzione alla formazione a costituire la base di una nuova iniziativa: nel giugno 2014, infatti, terremo il primo simposio DOOC. In tale occasione, ogni centro pre- senterà un caso clinico. Il caso dovrà essere una riabilitazione completa, che riguardi entrambe le arcate, e che comprenda almeno tre branche tra le seguenti: conservativa/endo- donzia, protesi, estetica, ortodonzia, chirurgia implantare. Il caso dovrà essere documentato con radiografie e immagini cliniche di tutte le fasi del trattamento, dalla diagnosi alla risoluzione finale. I casi saranno giudicati dalla commissione scien- tifica in base a severi criteri clinici». Ma quali sono gli obiettivi dell’ini- ziativa? «Prima di tutto, incentivare il la- voro di squadra tra colleghi con specialità differenti», sottolinea il dr. Redaelli, «a cui si aggiunge la vo- lontà di condividere e allinearsi sul raggiungimento di obiettivi misu- rabili. Essere valutati è importante in quanto è un’ulteriore motivazio- ne a esprimere la qualità del proprio operato. L’idea alla base dell’inizia- tiva è quella di stimolare una col- laborazione tra tutti i medici di un centro, con l’obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile e innal- zare la qualità del servizio erogato». Certamente un progetto ambizioso, che porterà ciascuno dei 30 centri a intraprendere un percorso im- pegnativo. «Quest’anno contiamo di vedere circa ventimila pazienti, per cui sarebbe un peccato non uti- lizzare questa preziosa esperien- za per produrre documentazione scientifica che serva a confermare la qualità di DOOC, ma soprattutto a monitorare e testare le tecniche a oggi conosciute nelle varie specia- lità odontoiatriche, con lo scopo di migliorare predicibilità dei risultati e la qualità degli stessi», conclude il dr. Redaelli. 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