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Implant Tribune Italian Edition

6 Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2013L’Intervista Focus sulla tecnologia con Giuseppe Luongo Giuseppe Luongo, past president della SIO, nel corso dell’XXI Congresso Internazio- nale della SIO, tenutosi lo scorso 8 e 9 febbraio a Milano Fiera con il titolo “Il tratta- mento implantare tra le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti socio-economi- ci”,hatenutounarelazioneintroduttivaalCorporateForum,rispondendoalquesito “Se le soluzioni digitali consentiranno di ridurre tempi e costi della riabilitazione implanto-protesica”. Il dott. Luongo ha rilasciato questa intervista dopo l’evento. La tecnologia e la pratica odontoiatrica sono andate di pari passo in questi anni? Da sempre il progresso tecnologico è costante- mente andato in stretta sintonia con la pratica odontoiatrica. Dall’introduzione della tecnica della cera, persa negli anni Venti del secolo scor- so, all’applicazione dei principi dell’osteointe- grazione, all’avvento più recente delle tecnologie digitali, il mondo dell’odontoiatria ha marcata- mente risentito delle innovazioni tecnologiche. Nel nostro settore, anche in virtù dei cospicui in- vestimenti, l’impatto della tecnologia sulla pra- tica odontoiatrica è più incisivo e rapido rispetto ad altri campi della medicina. Le tecniche di CAD/CAM, a distanza di tempo dall’inizio del loro utilizzo, permettono oggi una chirurgia e un’implantologia più sicura e predicibile? La tecnologia CAD/CAM ha oggi un ruolo fon- damentale nella progettazione e nell’esecuzione di molta parte delle terapie odontoiatriche. In particolare nel campo dell’implantologia, l’in- troduzione dei moderni software, permette di progettare con estrema accuratezza l’interven- to implantare, avendo costantemente a dispo- sizione, in forma virtuale, il risultato protesico ottimale che si desidera raggiungere. Una volta eseguita la progettazione, in casi selezionati, è possibile far costruire, con procedure stereolito- grafiche interamente digitalizzate, una masche- rina di guida. Questa potrà essere utilizzata in- traoperatoriamente per eseguire un intervento assai meno invasivo e perfettamente conforme al piano terapeutico. A che punto sono le tecniche di rilevazione delle impronte digitali? Gli scanner intraorali per la rilevazione delle im- pronte subiscono continue innovazioni e sono ormai pronti per entrare nella pratica clinica quotidiana, sostituendo le tecniche tradizionali. Molte pratiche conservative e protesiche sempli- ci saranno presto gestite in maniera estrema- mente semplificata e in tempi rapidissimi attra- verso il diffondersi di questa tecnologia. Nel suo intervento ha parlato di un’ottimizzazione nell’utilizzo dei materiali, ma per quanto riguarda l’utilizzo del tempo del clinico? La tecnologia riduce i tempi della pratica clinica, e in quali termini? Di certo lo sviluppo tecnologico cui stiamo as- sistendo ha un grosso impatto anche sui tempi di esecuzione delle terapie. Alcuni studi odonto- iatrici, che sono già dotati di tecnologie digitali avanzatissime, riescono a realizzazione circa un terzo dei propri manufatti protesici nelle 24 ore successive alla rilevazione delle impronte. Quali sono gli interrogativi ancora aperti e le prossime sfide? Come ogni innovazione, la digitalizzazione glo- bale delle procedure avrà bisogno di un processo di validazione per poter affermare con certezza che queste tecniche sono comparabili, per affi- dabilità e preciSIOne, a quelle convenzionali. Le prossime sfide saranno proprio quelle di produr- re l’indispensabile evidenza scientifica ai massi- mi livelli, attraverso trial clinici randomizzati e prospettici. Per concludere, rispondendo al quesito della sua relazione, oggi possiamo dire che la digitalizzazione ottimizza il rapporto costi-benefici? Le procedure digitali, per la semplificazione che inducono, produrranno progressivamente, di sicuro, un impatto positivo sulla riduzione dei costi di molte terapie semplici. Tuttavia ci vor- ranno di certo molti anni perché le macchine riescano a produrre un livello qualitativo pari a quello dei nostri migliori odontotecnici che, come è noto, riescono ad esprimere qualità ec- celse rispetto alle medie internazionali. Ritengo pertanto che, soprattutto in mercati come quel- lo italiano, dove la personalizzazione estetica dei manufatti protesici è molto elevata, una parte rilevante delle riabilitazioni continuerà ad essere eseguita artigianalmente. Dental Tribune Borsa di studio SIO 2012 in Finlandia per Gregorio Raspini La società svolge e promuove nell’ambito del territorio nazionale at- tività didattica, di studio, di ricerca scientifica e di divulgazione nel campo dell’Implantologia osteointegrata. La SIO ha inoltre un occhio di riguardo per i giovani: lo dimostra il fatto che ogni anno, da diver- so tempo ormai, istituisce una borsa di studio a un meritevole giova- ne odontoiatra. Grazie alle aziende che finanziano questo progetto, questi ragazzi possono trascorrere un periodo di 10 mesi all’estero presso prestigiosi istituti di ricerca, e affiancare illustri professori del panorama internazionale in diversi progetti. Gregorio Raspini ha vinto la borsa di studio 2011, supportata dalla Straumann, e ha così avuto l’opportunità di trascorrere quasi un anno all’Istituto Biome- ditech Regea presso l’Università di Tampere, in Finlandia. Abbiamo posto qualche domanda al giovane dott. Raspini per saperne di più sull’esperienza che ha vissuto. Cosa ne pensa dell’iniziativa dell’assegnazione delle borse di studio istituita dalla SIO? Credo sia un’iniziativa veramente saggia e lungimirante il dare la possibilità ai giovani di poter intraprendere un’esperienza formativa all’estero, dove possano crescere culturalmen- te e umanamente sviluppando le proprie idee in un ambiente multiculturale e stimolante. Credere nei giovani è fondamentale per il nostro paese e per la società futura, e spero che questo esempio venga replicato più e più volte dalle as- sociazioni che ne hanno le potenzialità in Italia. A quali progetti ha lavorato nei mesi che ha trascorso in Finlandia? L’Istituto di Rigenerativa (Regea Institute) dove ho lavorato aveva, tra le diverse finalità, quella di rigenerare tessuto osseo con le cellule staminali adulte prelevate da diversi tessuti, sia extraora- li, come il tessuto adiposo, che intraorali. Il mio progetto aveva l’obiettivo di prelevare differenti popolazioni di cellule staminali dentali e valutare comelacombinazionedidiversibiomaterialicon queste cellule potesse indurre la differenziazione ossea. Allo stesso tempo, cercavamo di compren- dere come le cellule staminali dentali, che sono normalmente presenti in ognuno di noi, potes- sero reagire in contatto con alcuni biomateriali attualmente utilizzati in ambito odontoiatrico, cercando anche di approfondire alcuni aspetti sul loro fisiologico comportamento durante l’età adulta. L’obbiettivo finale era comunque quello di rigenerare osso, e qui in Finlandia ci sono quasi riusciti, in quanto, sebbene con cellule stamina- li prelevate da tessuto adiposo, 13 pazienti con grandi difetti ossei in varie parti del cranio e del maxillo-facciale sono già stati trattati con suc- cesso e a breve potrete trovare questi dati pub- blicati. Tuttavia, questo rappresenta una piccola parte di quello che avviene al Regea, dove molti ricercatori sono quotidianamente impegnati a cercare di rigenerare neuroni, cuore, occhi ecc. nell’intento di poter trovare possibili terapie a molte patologie ancora oggi incurabili. Qual è stato il momento più formativo del periodo trascorso all’estero? Sicuramente la ricerca nell’affascinante mondo delle cellule staminali, con le loro innumerevoli e incredibili potenzialità che già ci permettono al- cune innovative tecniche chirurgiche ricostrutti- ve in casi selezionati, è stata per me un’incredibi- le scoperta. La sensazione di essere molto vicino a qualcosa che potrebbe radicalmente cambiare il nostro approccio terapeutico ai problemi rige- nerativi, unitamente alla passione per lo studio e all’approfondimento che solo i grandi maestri sanno trasmetterti, è stata solo parte di questa fantastica avventura, in cui un grandissimo ruo- lo formativo va attribuito anche all’esperienza umana.Inparticolare,miriferiscoallapossibilità di confrontarsi con altre persone in un ambiente multiculturale, di vivere lontani da casa in un pa- ese straniero con abitudini di vita diverse, di im- parare ad apprezzare differenti culture e modi di pensare. E qui devo spendere due parole sulla Fin- landia, in quanto questo paese ha in sé qualcosa diveramentespecialechetiinvitaadareilmeglio di te: il sole di mezzanotte, le aurore boreali, così come le incantevoli e immense distese di neve e i laghi ghiacciati. Le renne e gli orsi che si nutrono di innumerevoli specie di gustosissimi e rari frutti di bosco. La tipica sauna finlandese, praticata dai più piccoli fino agli anziani, con uno straordina- rio potere rigenerante dovuto al calore umido a circa90°,seguitodaunbagnonellagoquandola temperatura fuori tocca i -20°/30°. Tutto questo ti fa sentire parte di un disegno più grande e ti spin- ge a dare il tuo contributo quotidiano anche per aiutare il prossimo e a ringraziare Dio per quello che ci ha dato. E, inoltre, la popolazione e gli amici finlandesi hanno avuto un ruolo in questo processo, e la loro essenzialità, la loro cultura dell’onestà in tutti i più semplici aspetti della vita, il rispet- to per l’ambiente, e in particolare per foreste e animali, sono esempi che spero diventino parte anche della nostra cultura. Per questo devo rin- graziare il prof. Sandor e il dr. Wolff che, oltre ad essere i miei mentori, sono stati per me amici e compagni di avventura. La loro semplicità nel porsi, il loro modo di rapportarsi sempre alla pari anche con me che ero l’ultimo arrivato, mi hanno fatto sentire parte del loro gruppo fin dal primo giorno e mi hanno stimolato a dare il me- glio di me stesso in semplicità e umiltà. Grazie a ciò ho compreso sino in fondo che, nella ricerca, il valore umano può catalizzare le energie molto più dei titoli accademici. Parlando di futuro, ha intenzione di rimanere in Italia o di fare altre esperienze internazionali? Attualmente mi trovo ancora in Finlandia per completare alcuni progetti di ricerca, ma non nascondo che mi piacerebbe poter continuare tale attività di ricerca anche in Italia. Sono però consapevole che, per la rigidità del nostro siste- ma, difficilmente sarà possibile, ma voglio spera- re che nel futuro, grazie al contributo dei giovani, la situazione possa cambiare in meglio. Nel frat- tempo penso che accetterò l’invito propostomi dai miei tutor per un PhD in Finlandia. Credo in- fatti che questa ulteriore e interessante modalità formativa mi permetterebbe di rendere davvero unica ed esaltante questa incredibile esperienza cominciata un anno fa con la borsa di studio del- la SIO. Voglio incitare tutti i giovani neolaureati o giovani studenti che si trovino a sfogliare queste pagine a cercare opportunità di questo tipo per poi trovare la volontà e la determinazione per partire e intraprendere esperienze indimentica- bili come la mia mostrando il loro reale valore e scoprendo al contempo le innumerevoli bellezze di questo mondo. Chiara Siccardi WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM