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Implant Tribune Italian Edition

21Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Marzo 2013 SR Fattori di crescita, cellule staminali e derivati piastrinici nella rigenerazione ossea l.F. Rodella, M. labanca, B. Buffoli, R. Rezzani Sezione di Anatomia e Fisiopatologia, Dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali - Università degli Studi di Brescia. La rigenerazione dei tessuti rappre- senta una continua sfida sia dal pun- to di vista biologico che clinico. Enor- mi passi in avanti sono stati fatti e vengono ogni giorno compiuti anche in campo odontoiatrico, dove nell’at- tesa di essere in possesso della “ricet- ta” per la rigenerazione del dente, la moderna implantologia insieme alle tecniche chirurgiche rigenerative del tessuto osseo rappresentano una va- lida alternativa per la riabilitazione orale. Alla base del processo riparti- vo/rigenerativo ci sono tre elementi chiave: lo scaffold, i fattori di crescita, la proliferazione di elementi cellula- ri; questi ultimi possono essere rap- presentati dalle cellule staminali. Gli scaffold rappresentano un compo- nente fondamentale per garantire un adeguato sostegno tridimensionale alla proliferazione cellulare, all’orga- nizzazione della matrice extracellu- lare, alla crescita vascolare ed alcuni di essi possiedono capacità facilitanti questi processi. Tuttavia, specie in presenza di difetti ampi ed in presenza del solo scaffold la rigenerazione avviene in tempi relativamente lunghi o risulta in- sufficiente dal punto di vista clinico. Riguardo ai fattori di crescita vi è da sempre l’idea che somministrando fattori di crescita esogeni si possa ottenere la proliferazione di un tes- suto. Tale effetto è sicuramente vero dal punto di vista biologico; tuttavia, la rigenerazione di un tessuto è un evento estremamente complesso in cui si deve tener conto sia del coin- volgimento dell’intero organismo sia degli eventuali effetti dei fattori di crescita al di fuori della specifica sede oggetto della procedura rige- nerativa. Negli ultimi anni la ricerca sulle cellule staminali è diventata un campo estremamente interessante e pieno di potenzialità; tuttavia, esso presenta ancora alcune incertezze sia di ordine biologico che etico, oltre che legale.Ciò nonostante, se consi- deriamo solo le cellule staminali au- tologhe, in cui il soggetto donatore e ricevente coincidono, alcune delle incertezze appena riportate possono ridimensionarsi significativamente; tali cellule sono, infatti, facilmente reperibili, al di là degli aspetti tecni- ci di prelievo. L’unico aspetto signifi- cativo da definire meglio riguarda il livello della loro manipolazione che può andare dal semplice prelievo- separazione-utilizzo alla loro proli- ferazione in vitro, conservazione, in- gegnerizzazione. Ovviamente, come per ogni altro presidio medico, prove di efficacia per la validazione scienti- fica sono prerequisiti indiscutibili. Due strumenti rigenerativi di po- tenziale interesse sono i concentra- ti piastrinici e la frazione stromale vascolare del tessuto adiposo (ASVF, Adipose Stromal Vascular Fraction). Iconcentratipiastrinicisonoprodotti da semplici ma precise procedure di centrifugazionedelsangueperiferico del paziente che permettono di otte- nere un preparato ricco di piastrine e che rilasciano i fattori di crescita contenuti principalmente nei loro granuli alfa. Tuttavia, i concentrati piastrinici non sono dei semplici concentrati di fat- tori di crescita; infatti, se da un lato la potenzialità rigenerativa di questi preparati è indubbiamente correlata al loro contenuto in fattori di cresci- ta – necessari per l’induzione della proliferazione cellulare, il rimodella- mento della matrice extracellulare e i processi di neovascolarizzazione che si attuano durante il processo rigene- rativo – non meno importanti sono le loro caratteristiche fisico-strutturali, determinate dal contenuto e dell’or- ganizzazione tridimensionale della fibrina e da altre cellule del sangue che possono essere presenti nel pre- parato. Variazioni di queste caratteristiche permettono di ottenere preparati più omenodensiadattiallediverseappli- cazioni, consentendo una ben mirata ed efficace rigenerazione tissutale. Per venir incontro alle diverse esi- genze sono stati sviluppati numerosi protocolli di preparazione sia con lo scopo di produrre concentrati piastri- nici con una maggior concentrazione difattoridicrescita,siaconspecifiche caratteristiche organolettiche. Tra questi ricordiamo: PRGF (Plasma Rich in Growth Factors), PRP (Plate- let Rich Plasma), PRF (Platelet Rich Fibrin) e CGF (Concentrated Growth Factors). I fattori di crescita contenuti nei gra- nuli alfa delle piastrine e presenti nei concentrati piastrinici sono stati ormai ben caratterizzati. Numerosi studi hanno evidenziato il ruolo svol- to dai fattori di crescita in specifiche fasi del processo di osteogenesi; in particolare, quelli più attivi nel pro- cesso di osteo-induzione sono: PDGF (Platelet Derived Growth Factor), TGF-b(Transforming Growth Factor- b), FGF (Fibroblast Growth Factor), IGF (Insulin Like Growth Factor), VEGF Alcune fasi della preparazione e dell’utilizzo dei concentrati piastrinici. teriali aggiunti al concentrato pia- strinico. Ulteriori applicazioni sono rappresentate dal trattamento post- chirurgico di ricostruzione in caso di resezione di cisti dei mascellari, negli esiti di apicectomie e nel trattamento delle fistole oronasali. Accanto a que- ste applicazioni, sui cui risultati non tutti gli autori concordano, questi preparati vengono spesso utilizzati per favorire e/o accelerare i proces- si di rigenerazione dei tessuti molli dove, invece, la loro efficacia è stata ampiamente verificata e universal- mente accettata. In particolare, ven- gono spesso utilizzati in chirurgia parodontale con l’obiettivo non solo di promuovere la rigenerazione tissu- tale, ma anche di favorire l’emostasi e di coadiuvare la guarigione della feri- ta chirurgica. La frazione vascolare e stromale del tessuto adiposo è anch’essa uno strumento rigenerativo ricco di po- tenzialità; essa rappresenta una ricca fonte di cellule staminali adulte il cui utilizzo risulta promettente anche da un punto di vista tecnico-operativo, comportando una limitata liposuzio- ne e quindi un prelievo meno inva- sivo e associato ad una minore mor- bilità rispetto alle cellule ottenute da altre sedi come, ad esempio, il midol- lo osseo. Se si esclude la possibilità di manipolazioni in vitro che hanno già dimostrato la presenza di un gran numero di cellule mesenchimali, è importante sottolineare che, sebbene debba essere ancora adeguatamente caratterizzato in tutti i suoi aspet- ti con studi specifici, l’ASVF nativo non è costituito solo da cellule sta- minali da grasso, ma da un insieme di strutture cellulari, extracellulari e molecolari che vanno a costituire un unicum capace di promuove la rige- nerazione. Per essi così come per i concentrati piastrinici esiste la possibilità di es- sere addizionati a dei biomateriali, oppure ad essere combinati tra di loro. Si sente sempre più spesso parla- re di rimedi naturali nei più svariati ambiti; i concentrati piastrinici e la frazione vascolare stromale del tes- suto adiposo potrebbero in tal senso costituire un interessante presidio per una “rigenerazione naturale” dei tessuti. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. 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