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Dental Tribune Italian Edition

8 Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2013Speciale Giovani Si parla spesso, non solo in odontoiatria, di giovani come “grandi assenti” o “trascurati”. Al punto che se qualcuno riesce ad emergere dall’anonimato, fa notizia. È capitato di recente in politica dove un giovane Renzi, contrapponendosi al maturo Bersani, ha conquistato molti consensi. In odontoiatria i Renzi emergenti sembra non siano molti e non tanto per loro colpa. Di qui l’apertura di uno “sportello” dedicato in cui studenti e odontoiatri sono invitati ad accedere. I giovani e il futuro Alla riconquista di credibilità e dignità ripartendo dalla base Di recente abbiamo spesso sentito parlare di iniziative rivolte a giova- ni odontoiatri e di come si desideri motivarli a intervenire e a farsi sen- tire, in quanto futuro della profes- sione e della società civile. Non solo nell’ambito odontoiatrico, ma anche nei diversi settori della società civile, tra cui spicca la politica. Anche il Cor- riere della Sera qualche settimana fa iniziava l’inserto domenicale con un articolo “I giovani fanno scena muta”, e poi continuava: «[…] in Italia lasciano che altri parlino di loro». Con questa nuova rubrica cerchere- mo quindi di andare controtenden- za. Non parleremo di giovani, ma fa- remo parlare loro, in prima persona. Cosa ne pensano degli ultimi servizi di Striscia la Notizia (ci riferiamo a quelli iniziati lo scorso ottobre aven- ti per tema il turismo dentale)? Per chi non li avesse visti, invitiamo a vi- sionarli: risultano davvero educativi. I primi report in cui si facevano ve- dere pazienti contentissimi, curati a prezzi bassissimi rispetto alla media italiana, hanno fatto indignare tutti, odontoiatrigiovanienon.Sisonosus- seguite altre puntate con servizi dif- ferenti, risposte da colleghi che spie- gavano i protocolli usati in Italia ecc. Cos’è successo? Che Striscia la No- tizia ha iniziato a occuparsi dell’o- dontoiatria italiana, sicuramente a seguito di segnalazioni. Cos’ha trovato? Giusto per riassumere: un rappresentante di categoria degli odontotecnici che svolgeva abusiva- mente la professione, un professore ordinario e primario ospedaliero che dopo aver visitato i pazienti nel- la struttura pubblica li dirottava nel- le sue cliniche private, un presidente Cao provinciale che faceva eseguire l’igiene orale professionale all’assi- stente non abilitata, e forse qualche altro fatto che ci è sfuggito. Il primo pensiero nella mente di un giovane (che magari per un momen- to si sente più nei panni del cittadino che dell’odontoiatra) è: fanno bene i pazienti ad andare all’estero per le cure se la nostra odontoiatria è ri- dotta così. Se personaggi di spicco con cariche istituzionali si compor- tano in modo scorretto, chissà cosa combina il semplice libero profes- sionista… Poi, però lo stesso giova- ne pensa: «Ma adesso che sono un odontoiatra, un semplice, semplicis- simo dentista, i miei pazienti non penseranno che anch’io, in qualche modo, possa fare qualcosa di scorret- to?». La sensazione è quella di impo- tenza, di trovarsi in una situazione non creatasi volutamente, ma in cui siamo stati catapultati e per la quale difficilmente si vede la via d’uscita. La prima cosa da pensare è che chi ci ha preceduto, occupando le cosid- dette “stanze dei bottoni”, non abbia saputo tutelare adeguatamente la professione, i professionisti e, di con- seguenza, anche i cittadini. Le stesse considerazioni che si possono fare sulla politica e su coloro che finora ci hanno governato. Tuttavia è troppo semplicistico, trop- po facile, dar sempre la colpa a qual- cun altro. Forse è stato un degrado generale per il quale magari un vero responsabile non c’è, è solo l’evolu- zione, o meglio involuzione: qualco- sa che non si poteva contrastare? Come giovani non possiamo pen- sare così, soprattutto se svolgiamo la professione con serietà ed onestà. Sicuramente quel che è stato messo in luce da Striscia fa molto male, an- che ai non più giovani che negli anni hanno perseverato in professionali- tà, serietà ed onestà. Per riconquista- re credibilità e dignità nei confronti dei cittadini e degli altri addetti ai lavori bisogna sicuramente ripar- tire dalla base. Questo non può che essere il desiderio dei giovani. Spe- Largo ai giovani Un futuro più aperto con il Progetto Andi Young Circa due anni fa, durante un colloquio informale con Gianfranco Prada, presidente nazionale Andi, sollecitai al maggior sindacato italiano l’attenzione a due categorie di professionisti che, sep- pur numerose, non avevano a nostro giudizio sufficiente spazio. Da un lato i giovani, futuro della societàediqualsiasiprofessioneomestiere,edall’altroledonneche,dagliattualidatiuniversitari, risulteranno essere nel futuro il 50% dei medici e anche dei dentisti. Ne parliamo con Massimo Gaggero, vicepresidente nazionale Andi, uno dei responsabili del nuovo Progetto Andi Young. Come e quando è nato il progetto Andi Young? AlCongressopoliticodiVeronadel2007,quandoungruppodilavorosioccupòdi“Problematicheprofessionalidelgiovane e del neolaureato”. Si individuarono, in quella circostanza, alcuni temi attualissimi: le conoscenze mediche generali e dove la laurea in odontoiatria potrebbe avere delle lacune, ovvero in quelle discipline quali la comunicazione con il paziente e la gestione dello studio odontoiatrico. Ci si pose anche il problema dell’inserimento dei giovani nella professione: come collaboratore, come subentrante in studi preesistenti, e sulle nuove forme di aggregazione professionale. Nel 2010, per af- frontare le problematiche giovanile e femminili, l’esecutivo eletto ha costituito il Gruppo di Lavoro Nazionale “Futuro della Professione”,delqualesonoresponsabileinsiemeadAldoNobili;dueannifa–11febbraio2011–avvenivalaprimariunione. Ma il momento operativo clou è stato il Congresso politico di Torino del 2012, a seguito del quale, il 15 dicembre dello stesso anno, il Consiglio nazionale ha ridotto la quota iscrizione per neolaureati da 2 a 4 anni e il limite di età da 30 a 32 anni. Quali obiettivi si pone il progetto? Intercettare le esigenze dei giovani odontoiatri e supportare i soci Andi sotto i 35 anni nel loro percorso professionale. Altro obiettivo, un po’ scontato, è incrementare le iscrizioni dei giovani anche attraverso le varie agevolazioni, che faremo conoscere attraverso i media e un più intenso rapporto con le università, gli studenti e la Cao. E per quanto riguarda la responsabilità associativa? Non ultimo, ammettendo le nostre carenze, vogliamo favorire il ricambio generazionale e dirigenziale associativo. Andi Young parla di “incubatore d’impresa”, termine attualissimo per lanciare nuove iniziative imprenditoriali riconoscendo, dunque, che la professione, se gestita in qualità di titolare di studio, è a tutti gli effetti anche un’impresa. Cos’è questo incubatore per Andi? È un contenitore per definire servizi a vari livelli per le start up. Fondamentalmente, l’alfabetizzazione a partire da un primo livello (per le problematiche fiscali, ammini- strative, organizzative, normative). Secondo questa ipotesi, l’investimento può esse- re progressivo, permettendoci di testare, misurare il tiro e profilare i servizi ritenuti più utili a intervalli adeguati. Ampio spazio comunque alla formazione… Certamente quella off line, ma soprattutto formazione on line, oggi così importante per i giovani. Quale tipo di formazione? Abbiamo già parlato di quella extra-clinica, con contenuti manageriali, utili per la conduzione dello studio, volti a sviluppare sensibilità nella rela- zione costi e qualità del trattamento. Anche le tecnologie e la loro selezione si studieranno dal punto di vista della sostenibilità economica, in relazione al miglioramento del rapporto costo/bene- ficio. Invece, per la formazione clinica è prevista una innovativa metodologia. Si partirà dalla pratica, quindi dal case report, per arrivare alla teoria, e non viceversa. Si parlerà di qualità clinica nella quotidianità dello studio generico non astratta, ma calata sulla realtà dei pazienti. Significa considerare il profondo mutamento della realtà di oggi e insegnare a modulare i trattamenti in base alle diverse aspettative, da un lato, e alla capacità di spesa dei pazienti, dall’altro. E i benefit? Tanti e in crescita… Invito a visitare il sito Andi (www.andi.it) nell’apposita area Andi Young! Patrizia