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Dental Tribune Italian Edition

15Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2013 Industry Report Fig. 9 Fig. 10 << pagina 14 UnrecentestudiocliniconelMarylandhadichia- rato che l’utilizzo di frese polimeriche sembra of- frire un semplice ed efficace mezzo per raggiun- gere l’obiettivo dell’odontoiatria conservativa, consentendo un metodo per la rimozione di ca- rie su dentina infetta che mantenga inalterata la dentina non affetta da carie e conservi la struttu- ra del dente sano; invece, al New York University College of Dentistry, è stato condotto uno studio clinico per la rimozione della carie con strumen- to SmartBurs® II (senza anestesia) rispetto alla stesso procedimento effettuato con una fresa convenzionale in metallo duro (con anestesia). I risultati hanno mostrato che l’84% dei pa- zienti preferirebbe l’utilizzo di un strumento SmartBurs® II, senza anestesia locale, rispetto all’uso di una fresa al carburo per futuri tratta- menti odontoiatrici. Uno dei notevoli vantaggi clinicidiquestosistemaèl’approcciosistematico alla preparazione conservativa della cavità, for- nito al dentista da questa strumentazione unica. Strumentazione e ripristino di una lesione cariosa profonda Da controllo radiografico, un paziente presen- ta una lesione cariosa piuttosto estesa sul lato distale del dente numero 4 (Fig. 1). Si può vedere chiaramente la penetrazione cariosa, sotto l’area di contatto prossimale, nella superficie distale del dente, l’apice più grande del “triangolo” sul- la superficie; la lesione si restringe a un puntino poiché segue il prisma dello smalto attraverso la GSD. La carie si diffonde poi lateralmente lungo la GSD e la polpa, attraverso il centro del dente. Come in molti di questi casi clinici, si vede un’al- tra area di penetrazione cariosa nella scanala- tura centrale della superficie occlusale come un “piccolo puntino” che potrebbe o meno “essere infilzato” con una punta explorer (Fig. 2). La pe- netrazione cariosa nella scanalatura centrale viene “aperta” con una fresa Fissurotomy (Figg. 3, 4) per ottenere un accesso conservativo alla lesione in atto sottostante (Fig. 5). Dal momento che la lesione viene scoperchia- ta, si osserva che le carie si è diffusa anche in direzione bucco-linguale. La Figura 6 mostra la preparazione, cioè come la porzione prossimale della preparazione venga estesa per consentire l’accesso per la rimozione delle carie. Inoltre, è stato utilizzato un laser a diodo per rimuovere il tessuto interprossimale e ottenere un miglio- re accesso al margine gengivale della cavità per il posizionamento della matrice. Una volta che la forma di convenienza della cavità d’accesso viene completata, l’escavazione della carie con SmartBurs® II può iniziare (Figg. 7, 8). Viene quindi scelta la dimensione di diametro più adatta dello SmartBurs® II e l’escavazione viene completata a una velocità di strumenta- zione bassa. Il principale vantaggio dell’utilizzo di una fresa polimerata è che la dentina cariata sarà facilmente rimossa, ma non sarà tagliata, invece, la dentina sana, che solitamente, duran- te questa procedura, viene sempre asportata quando si utilizzano frese rotonde in carburo. La Figura 9 mostra la preparazione completata dopo l’isolamento effettuato con Isolite (Siste- ma Isolite) e il posizionamento di una matrice sezionale (Composi-tight 3D: Garrison Dental Solutions). A causa della vicinanza alla polpa dentale, viene posizionato sul fondo della cavità un liner bioattivo (TheraCal: Bisco) (Fig. 10). TheraCal LC è un protettore/foderante (liner) fo- topolimerizzanteinsilicatodicalcioconmodifi- cazione resinosa, ideato per fungere da barriera e proteggere così il complesso pulpo-dentinale. Il pH alcalino di TheraCal aiuta ad accelerare la guarigione della polpa e la formazione di apa- tite. Una volta che lo strato è fotopolimerizza- to, viene applicato sullo smalto e sulla dentina un adesivo dentale (All Bond Universal: Bisco) secondo le istruzioni di fabbricazione. Succes- sivamente, viene posto nella preparazione della Fig. 11 Fig. 12 Fig. 13 Fig. 14 cavità e fotopolimerizzato il primo incremento di materiale composito (Aelite: Bisco) (Fig. 11). Questo incremento riempie l’area prossimale e il pavimento pulpare della cavità in un punto appena apicale alla zona di contatto prossimale. Gli incrementi finali sono poi posti, fotopolime- rizzati, e finiti. Le Figure 12 e 13 mostrano rispet- tivamentelavisioneradiograficaeclinicadelre- stauro in composito ultimato sul dente numero 4, effettuato con il sistema “Comfortable Cavity Prep”. Un approccio semplificato e sistematico per la finitura dei restauri in composito Dopo che il restauro in composito è stato posi- zionato, deve essere ritagliato/rifinito e lucida- to in modo che la superficie risulti liscia come la struttura del dente naturale e, il margine del dente, e del restauro, sia impercettibile all’estre- mità dello specillo. Molti sistemi di finitura in composito richiedono due o tre successivi stru- menti diamantati o in carburo per perfezionare o preparare la superficie del composito per la lucentezza finale, che viene ottenuta, in genere, con abrasivi in gomma. Le frese per la rifilatura e la rifinitura (SS White) sono realizzate con con- figurazioni sia da 12 che da 20 lame. Queste frese per i posteriori in composito sono progettate per due fasi di contornatura e pre-lucidatura per tutti i restauri posteriori in composito. Le frese a 12 lame sono progettate per rifinire e definire il contorno dei restauri in composito, direttamente dopo il posizionamen- to. Caratteristiche anatomiche come scanalature, solchi e fessure possono essere facilmente mes- se a posto nel restauro in composito con questo set di frese di finitura. Permettono, inoltre, di creare una transizione senza soluzione di conti- nuità dal composito, al dente naturale, ai mar- gini del restauro. La configurazione della fresa con 20 lame viene adoperata per pre-lucidare la superficie del composito, rimuovendo eventua- li striature o graffi, e armonizzando il margine della cavità canalare (“cavosurface”) a una for- ma il più possibile naturale senza soluzione di continuità. Queste frese non sono invasive e cre- ano una superficie ultra-liscia su tutti i materia- li in composito, ideale quindi per la lucidatura finale. Sono frese che possono essere adoperate con un manipolo ad alta velocità con getto d’ac- qua, per rendere ottimale la superficie finita. Dopo che la fase di rifilatura/finitura è stata completata, i contatti occlusali sul restauro ven- gono controllati con carta d’articolazione (Accu- film II: Parkell) e ulteriormente regolati, come necessario, con l’appropriata fresa rifilatura/ finitura a 20 lame. Una volta che l’occlusione è stata sistemata in modo corretto, la lucentezza finale, o la lucida- tura, possono essere conferite al restauro. In molti sistemi di lucidatura sono necessari due o tre tipi di smeriglio di gomma abrasiva per completare il processo e rifinire con la massima lucentezza la superficie del restauro. I composi- ti single step Jazz Supreme Polisher (SS White) sono progettati per utilizzare basse velocità e un getto d’acqua a bassa pressione, per creare così una splendida lucentezza sulla superficie dei restauri in composito. L’acqua crea un im- pasto con le particelle di diamante e il silicone nella lucidatura, con lo scopo di impartire una elevata lucentezza alla superficie del materiale composito. Secondo l’azienda produttrice, alcu- ni dei vantaggi del sistema Jazz Supreme sono: 1) la tecnologia combinata di particelle di diamante e silicone impregnati in gomma abrasiva è di supporto nel creare la massima lucentezza sulla superficie; 2) un sistema single step permette all’opera- tore di risparmiare tempo e di creare molto più velocemente una brillantezza ottimale; 3) i gambi degli strumenti sono realizzati in ac- ciaio inox e hanno una superficie placcata in oro, questo li rende strumenti ideali per uso multiplo; 4) i lucidatori Jazz Supreme sono compatibili con tutti i materiali estetici compositi, eli- minando così la necessità di sistemi di luci- datura multipli. La Figura 14 mostra la vista occlusale di un mo- lare mascellare che presenta un preesistente restauro in amalgama e una carie occlusale. È stata usata una fresa fessura al carburo 330 (SS White) per rimuovere l’amalgama esistente e una fresa Fissurotomy (SS White) per eliminare la carie marginale, pur conservando il più pos- sibile la struttura del dente sano (Figg. 15 e 16). Terminata la preparazione della cavità, la proce- dura adesivo è completata e il materiale compo- sitoèposizionatonellacavitàpreparataequindi fotopolimerizzato. <> pagina 16