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Dental Tribune Italian Edition

19SpecialePerio Tribune Italian Edition - Gennaio 2013 M.CAPELLI, T. TESTORI Tueor Servizi srl Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Tel.: 011 0463350 • Fax: 011 0463304 • www.tueorservizi.it &ordini informazioni 298,00 euro IMPLANTOLOGIA Tecniche implantari mininvasive ed innovative Questo nuovo libro raccoglie in una sequenza didattica tutte le fasi della chirurgia implantare, dalla diagnosi al follow-up post- chirurgico, offrendo utili consigli operativi ed evidenziando il grado di rischio e di difficoltà di ciascuna fase. Il capitolo di apertura “La determinazione del rischio in chirurgia implantare” presenta il rischio come comune denominatore dell’intero piano di trattamento chirurgico e traccia la linea che caratterizza il resto del libro. Nel testo viene esposta in dettaglio ogni fase del piano di trattamento, dalla diagnosi del sito implantare, allo strumentario necessario, all’approccio chirurgico ed incisioni ottimali, fino alla sutura ed alle fasi finali. Questo libro è davvero contemporaneo, esaustivo, olistico e pratico. È un testo che si può consultare continuamente come riferimento, guida e fonte d’ispirazione. IMPLANTOLOGIA Tecniche implantari mininvasive Questo nuovo libro raccoglie in una sequenza didattica tutte le fasi della chirurgia implantare, dalla diagnosi al follow-up post- chirurgico, offrendo utili consigli operativi N O V ITÀ assoluta PAGINE: 530 IMMAGINI: OLTRE 1000 FORMATO: 21,4 X 28,4 cm EDIZIONE: VOLUME CARTONATO CON COFANETTO Non solo batteri ma un trauma occlusale all’origine della malattia parodontale Un case report su tale correlazione eziopatogenetica F. Meynardi*, F. Rossi**, L. Grivet Brancot***, M.E. Pasqualini**** < pagina 13 Tale evento sarebbe pertanto essen- zialmente dovuto all’accumulo di pa- tina batterica causato da insufficien- te rimozione meccanica, in grado di invadere i tessuti profondi e superare le barriere difensive, nonostante risul- tino perfettamente efficienti. Il turn- over di detersione salivare non risul- terebbe sufficientemente operativo ed efficace. L’evoluzione della malattia parodontale è caratterizzata da tratti di imprevedibilità e impredicibilità evolutiva, costringendo il paziente a continui controlli. L’approccio eziopa- togenetico puramente batteriologico ab initio, considera diverse ipotesi infettivologiche, secondo le quali il fronte microbico presente nella plac- ca dento-gengivale può rappresentare l’associazionetravariespecieelanoxa responsabile dell’innesco del proces- so infettivo. Un’altra ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’insorgenza di uno squilibrio batterico in grado di indurre condizioni microbiotiche tali da determinare il processo infettivo1 . Secondo Listgarten2 , potrebbe trattar- si di ceppi specifici come ad esempio il Treponema denticola. Queste teorie non considerano l’importanza delle condizioni dell’organismo ospite nel suo rapporto dinamico-adattativo nei confrontidellacomponentemicrobio- tica. L’organismo ospite rappresenta la controparte dell’assetto batterico, la cui capacità invasiva prescinderebbe dai fattori difensivi propri dell’orga- nismo. L’interpretazione puramente eziologico-batterica imputa la re- sponsabilità e il fenomeno patologico solo a carico del batterio, escludendo qualsiasi altra causa. Verosimilmente, il fatto che un organismo sano e inte- gro nelle sue componenti strutturali, funzionali, metaboliche, immunita- rie possa essere aggredito ab initio dai vari tipi di microbi presenti nel cavo orale, prescindendo da fattori in gra- do di favorire la loro trasformazione dallo stato di saprofitico in patogeno, contrasta con i principi biologici. Ilmessaggiochel’igieneoralesial’uni- co fattore di prevenzione della malat- tia parodontale è fuorviante3-7 . L’analisi evoca alcuni quesiti nei con- fronti dei meccanismi che darebbe- ro origine ab initio, in condizioni di terreno totalmente sano e per mero accumulo di placca dento-gengivale da scarsa igiene orale, alla malattia pa- rodontale8-10 . In tal senso, occorrereb- be conoscere esaurientemente quali siano le circostanze che determinano l’esordio della parodontite ab initio su terreno sano: - in quale momento particolare in- sorge l’infezione; - quali condizioni tissutali favori- scono l’attecchimento batterico; *Libero professionista Mondovì (Cuneo); **Libero professionista Busto Arsizio (Varese); ***Professore a.c. di Anatomia Speciale Implantologica, Scuola di specializzazione in Chirurgia Odontostomatologica, Università di Torino, libero professionista a Torino; ****Libero professionista Milano Figg. 2a, b - ll precontatto distale dopo riposizionamento condilare in relazione centrica. - quali condizioni microbiotiche sono necessarie e quali risultano favorenti; - qualisonoleeffettive,intime,cause dirotturanelrapportodiequilibrio ospite-flora batterica saprofitica; - quali meccanismi batterici per- mettono il superamento della barriera epiteliale e immunitaria topica e generale, in condizioni di integrità ad efficienza, con conse- guente penetrazione nel corion, fino all’osso alveolare e successiva trasformazione della flora batteri- ca da saprofitica a patogena oppor- tunista8 . L’analisi bibliografica inizia da autori di riferimento, come Karoly, che per primo nel 1901 sostenne una relazione causa-effetto tra bruxismo e malattia parodontale, denominata “effetto Ka- roly”11 . Nel 1922, Stillman e McCall sta- bilirono che l’occlusione traumatica è unostressocclusaleabnormecapacedi produrredannoalparodonto12 .Lostes- so Glickmann, negli anni ’60, sostenne che il trauma occlusale rappresenta un fattore predisponente alla successiva infezione batterica, secondo la teoria della zona di irritazione e codistruzio- ne da trauma occlusale cronico13 . Negli anni successivi alla corrente a favore dell’eziopatogenesi batterica, prende forma con diversi autori14-18 . Questi au- tori rappresentano una linea di pensie- ro non sostitutiva, ma solo contestuale al pensiero comunque sempre attuale a favore della patogenesi biomeccani- ca della malattia parodontale19,20 . Nel 1993, il prof. Ugo Pasqualini pubblicò un testo fondamentale, fornendo le basi scientifiche della biomeccanica complessa dell’occlusione e dimo- strando clinicamente una correlazione tra l’azione reiterata delle vettorialità di carico disfunzionale, malocclusione, eglieffetticonseguenti,amedio-lungo termine, sull’apparato di sostegno pa- rodontale. Ne consegue distofia con microulcera- zioni della membrana basale, soluzio- ni di continuo dell’attacco epiteliale e contemporanea evoluzione verso l’atrofia osseo-alveolare. Si instaura un danno tissutale flogistico-asettico- cronico, definibile come “parodonto- si”, propedeutico al processo flogistico settico-batterico definito parodontite8 . Moltilavoriconfermanotalebaseezio- patogenetica nell’insorgenza ed evo- luzione della malattia parodontale21-26 . Secondo l’impostazione eziologica in- fettivologica ab initio, la metodologia clinica di diagnosi, trattamento, pro- gnosi e prevenzione comprende pro- tocolli che possono variare dalla sem- plice igiene orale, mediante ultrasuoni e levigatura radicolare, fino all’approc- cio chirurgico con rigenerazione ossea guidata. > pagina 20 web article www.dental-tribune.com