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Dental Tribune Italian Edition

14 Speciale Perio Tribune Italian Edition - Gennaio 2013 “Piacere, Dental Tribune, l’aggiornamento continuo su carta e su web” Tabloid, Magazine, DTStudyClub Per informazioni e abbonamenti chiamare 011 0463350 - www.tueor.it pack abbonamento + corso ECM online da 22 crediti 134,00 euro dental pack 50,00 euro Dental Tribune, Laser Tribune, Endo Tribune, Hygiene Tribune, Ortho Tribune implant pack 50,00 euro Implant Tribune + Implants magazine pack 70,00 euro Cosmetic Dentistry + Implants + Cad/Cam < pagina 13 È inoltre ben risaputo che con paro- donto sano o parodonto ridotto il movimento ortodontico dei denti non produce alcun effetto danno- so6,7 . Il potenziale osteogenetico dei movimenti ortodontici dei denti si esprime nello sviluppo di zone di pressione e di tensione all’interno delle porzioni apicali e marginali del parodonto, con conseguente riassor- bimento e neo-apposizione di osso. Questo processo biologico può in- fluenzare positivamente la guarigio- ne del difetto parodontale. Una recente review8 ha riportato che i risultati delle terapie ortodontiche hanno in ogni caso minimi effetti negativi sul parodonto sano. Il mo- vimento ortodontico dei denti in siti con parodonto infiammato può cau- sare una ulteriore perdita dell’attac- co connettivale. Infatti, la posizione della placca fa sì che, quando le forze dentali producono un tipping o una intrusione del dente nell’osso alve- olare, la lesione sia spostata da una posizione sovralveolare a una infral- veolare8bis . Materiali e metodi Attraverso la banca dati Medline, è stata condotta una ricerca per veri- ficare gli effetti benefici della terapia ortodontica nel miglioramento di Difetti parodontali: correzioni ortodontiche e chirurgiche G. Gualandi*, L. Isaia*, N. Cenzato*, L. Esposito**, G. Farronato*** *Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico, Dipartimento di Scienze chirurgiche, ricostruttive e diagnostiche, Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia. **Direttore di struttura semplice del Reparto di Ortodonzia, Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico, Dipartimento di Scienze chirurgiche, ricostruttive e diagnostiche, Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia. ***Direttore Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia – Preside del Corso di Laurea in Igiene dentale - Dipartimento di Scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatri- che, IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano. difetti ossei, recessioni gengivali e le- sioni della forca. Tra gli articoli rinve- nuti sono stati analizzati case report, case series e review pubblicati negli ultimi cinque anni. Di questi sono stati esaminati solo gli studi effettuati su umani; sono invece stati eliminati studi in vitro e quelli condotti su animali. Risultati I risultati sono trattati in base al tipo di difetto. Difetti dei tessuti duri Difetti interprossimali I difetti interprossimali sono difet- ti ossei a una o due pareti, presenti spesso intorno a denti mesializzati o estrusi. Tali difetti possono essere eliminati con un trattamento orto- dontico appropriato: nel caso di denti inclinati, il raddrizzamento e l’eru- zione del dente livellano il difetto osseo. Se il dente è estruso, l’intrusio- ne ed il livellamento della giunzione smalto-cemento adiacenti possono aiutare a livellare il difetto osseo. È importante sottolineare come l’in- fiammazione parodontale debba essere adeguatamente controllata prima dell’inizio del trattamento ortodontico. Al termine della terapia ortodontica, questi denti dovrebbe- ro essere stabilizzati per almeno sei mesi e poi rivalutati parodontalmen- te. Nel paziente parodontopatico, il posizionamento del bracket non è determinato dall’anatomia dentale come si fa per il paziente sano; è in- fatti necessaria una valutazione ra- diografica per determinare il livello di osso interprossimale. Se il livello osseo è orientato nella stessa direzione della discrepanza della cresta marginale, il livellamen- to delle creste marginali potrà livel- lare l’osso. Se invece il livello dell’osso tra i denti è piatto ed è presente la discrepanza della cresta marginale, l’ortodontista non deve livellare ortodonticamente. In tali pazienti può essere necessa- rio riequilibrare la corona del dente. In alcuni pazienti può esistere una discrepanza fra la cresta marginale e il livello osseo fra i due denti; tali discrepanze, tuttavia, possono pre- sentarsi in maniera diversa. In tali pazienti, il livellamento osseo orto- dontico può ancora lasciare una di- screpanza delle creste marginali. In queste situazioni, le corone dei denti non devono essere utilizzate come guida per completare la terapia or- todontica. L’osso deve essere livellato ortodonticamente ed ogni discre- panza residua tra le creste marginali deve essere equilibrata. Tale metodo conduce a un ottimo risultato occlu- sale e migliora la salute parodontale. Durante il trattamento ortodontico, quando i denti vengono estrusi per migliorare l’emisetto, i pazienti de- vono essere monitorati regolarmen- te. Inizialmente, il difetto interpros- simale ha una profondità sulculare maggiore,eilpazientehapiùdifficol- tà nella pulizia, con l’estrusione del dente il difetto migliora e la pulizia diventa più facile. Durante il proces- so di livellamento il paziente deve es- sere richiamato ogni due/tre mesi al fine di controllare l’infiammazione nella regione interprossimale9 . Difetti infraossei a una o due pareti I difetti infraossei si definiscono tali quando il fondo della tasca risulta più apicale rispetto alla cresta dell’osso alveolare. Durante il trattamento ortodontico e dopo la risoluzione dell’infiammazione, i teorici cambia- mentiintopografiaosseadovrebbero essere accompagnati dal movimento dei denti in un difetto osseo, estrusio- ne dei denti o uprighting e intrusione dei denti. I clinici spesso si occupano di difetti ossei trattati con tecniche chirurgiche quali l’innesto osseo e la rigenerazione tissutale guidata con l’obiettivo di ottenere un nuovo at- tacco parodontale. Il riconoscimento di un difetto infraosseo prossimale a una radice, o a un dente inclinato e migrato, può essere risolto mediante il movimento ortodontico del dente. Nel caso di denti trattati con movi- menti corporei all’interno di difetti parodontali infraossei, i risultati dei case report/series mostrano signifi- cative differenze non solo cliniche ma anche radiologiche10,11,12 . Alla fine del trattamento la maggior parte dei pazienti mostra una riduzione del- la profondità di tasca (maggiore di 3 mm), un guadagno del livello clinico di attacco e una riduzione della reces- sione gengivale. Tuttavia, in alcuni casi, il restringi- mento e il rimodellamento dei difetti infraossei sono associati a un aumen- to della profondità di sondaggio della tasca ed a recessioni gengivali10,11 . Nei suoi studi clinici ed istologici Brown13 riporta in cinque pazienti con denti inclinati mesialmente, la riduzione di tasche profonde e relativi difetti infraossei. > pagina 15 web article www.dental-tribune.com