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Dental Tribune Italian Edition

12 Dental Tribune Italian Edition - Gennaio 2013La Rubrica | Uomini e Aziende LaRubrica Paolo Colombo e Dürr Dental Un grande amore nato da un incontro casuale Più di ogni altro specialista, il dentista senza la tec- nologia è un professionista dimezzato. Se è impor- tante la competenza dell’operatore, il materiale lo è al- trettanto. Se un grande implantologo, infatti non ha un impianto da posizionare, che fa? Quando negli anni Novanta ebbi il grande privilegio di operare con alcuni nomi che hanno dato lustro alla chirurgia italiana, ricor- do come il grande intervento, il risultato, fossero frutto quasi esclusivo della competenza dell’operatore. I mezzi a disposizione, erano ben pochi: bisturi, forbici, le mani del chirurgo e la sua conoscenza anatomica. Basti pensare che l’endoscopia elettronica, oggi presidio insostituibile, nasce solo nel 1986. At- torno al 2000 l’avvento di nuovi materiali (come le suturatrici meccaniche), procedure (chirurgia endoscopica, laparoscopica ecc.) e sistemi di indagine radiologica modificarono radicalmente le modalità operative, l’approccio e il tipo di intervento, rendendo necessario al chirurgo apprendere nuove tecno- logie e modalità esecutive. L’odontoiatria invece, da sempre, vede nell’utilizzo dei materiali la sua unica possibilità di applicazione. Potremmo forse conce- pirla senza trapano, strumenti canalari, cementi e compositi? A Vienna, dove mi reco spesso per ragioni professionali, una delle tappe ob- bligate è una visita alla casa di Freud: impressionante vedere quel che il pa- dre della psicanalisi poté realizzare nel salotto, dotato di una sedia e di un lettino, oltre che della sua mente infinita. Noi invece dobbiamo avvalerci quotidianamente di attrezzature sempre più sofisticate, materiali innovativi e tecnologie all’avanguardia. Da cerusici barbitonsori, siamo passati a svol- gere una microchirurgia spesso senza neppure il dovuto riconoscimento. In questo scenario le aziende con i loro prodotti possono trasformare un nor- male dentista in un professionista all’avanguardia. A un qualunque congresso scientifico, nel 95% dei casi le relazioni presentate vertono su un materiale o sull’applicazione di un prodotto. Le aziende li studiano e li sviluppano grazie agli opinion leader, e poi li introducono sul mercato. Molto spesso (e non sem- pre questo è un fatto positivo!) sono le aziende a fare cultura e informazione scientifica, al posto di chi dovrebbe farlo istituzionalmente. Un contatto con le aziende, basato su una sana collaborazione e su una totale e reciproca indipendenza, è alla base di una professione all’avanguardia. È im- portante che il professionista si avvalga di aziende referenziate, per un giusto rispetto di se stesso, della sua professionalità e del paziente, oltre che per una ragione medico legale che impone sempre più un’obbligazione di mezzi e non solo di risultati. Ma è anche importante la sua indipendenza: un relatore che diventa uomo immagine di un’azienda rischia di perdere credibilità di non essere in grado di valutare, con la dovuta onestà intellettuale, altre offerte e proposte di un mercato in evoluzione. Per il professionista, le aziende tuttavia sono spesso solamente il prodotto che distribuiscono e vendono. Non sempre si ha conoscenza di cosa c’è dietro, in termini di persone e di obiettivi. Per questo motivo, grazie alla disponibilità di questa testata, intervisterò AD, presidenti o responsabili delle primarie azien- de del dentale (molti di loro amici di vecchia data) affinché presentino se stessi e l’azienda, non come descrizione dei prodotti, ma come illustrazione di una filosofia aziendale, delle aspettative e dei desideri. Nella speranza di poter dare ai lettori una miglior conoscenza, magari inusuale, di chi collabora al nostro lavoro e al nostro successo professionale. Da quanto tempo ha iniziato a lavorare per Dürr Dental? Ormai sono 25 anni. Diciamo che sono nato professionalmente in quest’azienda. Come è avvenuto l’incontro? Come per molti grandi amori è stato un incontro quasi casuale. Dopo gli studi mi sono trovato davanti alla scelta fra un “tranquillo” lavoro in banca o in un’azienda privata. D’i- stinto ho scelto la seconda, anche se del dentale non sapevo nemmeno l’esistenza. Quando è nata la determinazione dell’azienda di operare con una propria filiale? Era un passaggio naturale nell’evo- luzione di un’azienda cresciuta negli anni fino ad arrivare a una distribu- zione globale. La moneta unica, inol- tre, è stata determinante per questa transizione, per evitare disequilibri fra i prezzi in vari mercati accomu- nati dalla stessa valuta. Anche al di fuori dall’Europa, comunque, la stra- tegia è la medesima e a oggi le filiali aperte sono in più di 30 paesi. Come è avvenuta la scelta di affidarle la responsabilità della filiale italiana? Credo sia avvenuto per dare continu- ità al buon lavoro svolto negli anni sul nostro mercato. Già all’inizio del 2007 l’azienda si era messa alla ricer- ca di un responsabile. All’inizio del mese di giugno ricevetti una chiama- ta dalla Germania con una richiesta di colloquio, che si tenne poi a luglio, ma mi han tenuto sulla graticola fino al settembre successivo, quando l’in- carico venne ufficializzato. Ricorda il momento della firma del contratto? È stato emozionante anche se poco convenzionale. La prima bozza del contratto venne redatta su alcuni tovaglioli di carta in un bar nelle vici- nanze della Fiera di Milano. Conservo ancoragelosamentequeldocumento. Com’è stato l’inizio? Come finire in un frullatore! I tempi erano strettissimi e le cose da fare non si contavano. All’inizio di ottobre trovammo dei locali adatti e in tre mesi di frenetico lavoro riuscimmo ad essere operativi il 1° gennaio 2008. Dopo anni di esperienza, come vede il settore? Percepisce cambiamenti? Il dentale italiano, ma anche quello europeo, è cambiato al pari del mon- do; a iniziare dalla produzione che ha visto lo spostarsi degli investimen- ti verso le nuove tecnologie. La distri- buzione è ancora in fase di riorganiz- zazione e il modo di fare il dentista si è nel frattempo modificato. Tutta la catena deve anche fare i conti con la contrazione delle risorse delle fami- glie e le minori richieste di prestazio- ni odontoiatriche. La contrazione dei margini ha raggiunto livelli tali che molte attività si vedranno costrette alla chiusura. Ci dà qualche segnale di ottimismo? Con l’aria che tira non è semplice, co- munque resto dell’idea che il dentale sia ancora dinamico e piuttosto red- ditizio. Lo testimonia il fatto che investitori provenienti da altri settori stanno ac- quisendo realtà pro- duttive, distributive e anche studi odon- toiatrici. Dobbiamo tutti fare la nostra parte per essere più contigui a coloro che, piaccia o no, garan- tiscono la nostra so- pravvivenza e cioè i pazienti. Iniziamo a ragionare in maniera diversa rispet- to al periodo delle vacche grasse, er- gonomizzando il lavoro ed evitando la dispersione in mille, inutili, rivoli di risorse da concentrare a supporto dei clienti, non tanto in termini di prezzi ridotti al limite, ma di servizi ad alto valore aggiunto. La nostra azienda, tra mille difficoltà, da alcuni anni si sta muovendo in questa direzione. Come definirebbe il valore aggiunto e il tratto distintivo della sua azienda? Il focus è sulle nuove tecnologie che offrono innumerevoli e indiscussi van- taggi in termini di qualità del lavoro, ma anche svantaggi. Vedi i malfun- zionamenti che bloccano o limitano il lavoro dello studio odontoiatrico. A questo punto il vero valore aggiunto diviene la disponibilità e possibilità del problem solving in tempo reale o quasi. L’azienda ha investito tantissi- me energie e molto denaro negli ultimi anni nell’assisten- za informatica, in nuovo personale, tramite sistemi digi- tali che consentono ai nostri tecnici di effettuare diagnosi e, nel caso di malfunzionamento del software, di risolvere in remoto i pro- blemi. Ha inoltre lavorato all’istituzio- ne di un parco apparecchi di cortesia, senza canoni di abbonamento, fatte salve le spese di spedizione allorchè la garanzia di 24 mesi è terminata. La difficoltà è far percepire questo servi- zio, dato per scontato, quando in real- tà i costi connessi sono enormi. Quali sono i suoi interessi extra professionali? Amo leggere e quando mi è possibile passo qualche fine settimana sulla neve, da ex sciatore di discreto livello. Miaiutaaresettaredopotanteorepas- sate in un ufficio o girando per l’Italia. Per finire, chi si sente di ringraziare? Per motivi di spazio mi limito alla proprietà di Dürr Dental AG, per la fiducia nei miei confronti e il costan- te supporto, e al personale di Dürr Dental Italia, “i miei ragazzi”, una squadra di persone preparate e moti- vate che, oltre a dare il meglio hanno anche la pazienza di sopportarmi. Ai clienti che ci sono vicini e ad alcuni professionisti che mi onorano dell’a- micizia. Ultima, ma non ultima, mia moglie che in maniera discreta gioi- sce dei successi e sopporta gli umori di giornate meno buone. Dürr Dental Via Dell’Artigianato, 8 20835 Muggiò (MB), Italia Tel.: +39 039 59 70 300 Fax: +39 039 59 70 303 www.durr.it - info@durr.it MauroLabanca[maurolab@tin.it]