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23SpecialeHygiene Tribune Italian Edition - Dicembre 2012 I risultati dell’indagine Aidi “Pratiche di igiene orale quotidiana: incidenza delle caratteristiche organolettiche dei collutori a base di oli essenziali nella scelta del paziente” Milano, 28 settembre 2012 – In occasione del XXII Congresso na- zionale Aidi sono stati presentati i risultati dell’indagine “Pratiche di igiene orale quotidiana: incidenza delle caratteristiche organoletti- che dei collutori a base di oli es- senziali nella scelta del paziente”. L’obiettivo dell’indagine è stato va- lutare se le caratteristiche organo- lettiche di un collutorio possono oppure no motivare al suo stesso utilizzo, e di conseguenza all’in- serimento tra gli strumenti di uso quotidiano. L’indagine si è svolta tra novembre 2011 e maggio 2012, è stata condot- ta da 98 soci Aidi che hanno coin- volto 410 pazienti: - in leggera maggioranza donne (il 55,4%); - età media 38,6 anni; - reclutati in tutta Italia, con una prevalenza per Lombardia, Pie- monte e Puglia. Due i criteri di reclutamento dei pazienti: - pazienti con una ottima igiene orale (con indice di placca mi- nore o uguale a 20) e con una buona igiene orale (con un in- dice di placca tra 20 e 50); - che non avessero introdotto il collutorio nelle loro manovre di igiene orale quotidiana. L’indagine è stata strutturata in due fasi: una prima visita e una vi- sita di follow-up.Durante la prima visita è stato rilevato il livello di igiene orale: il 61% aveva una buo- na igiene orale e il 39% un’ottima igiene orale, con un indice di plac- ca medio di 24,30. Alla domanda: in una scala da 1 a 10, quanto incidono gli aspetti or- ganolettici nella scelta dei prodot- ti di igiene orale? Il 90% delle per- sone coinvolte ha dichiarato che sono importanti. È stato quindi consigliato l’uso per 3 mesi di un collutorio a base di oli essenziali, di cui è comprovata l’ef- ficacia scientifica nella riduzione della placca, con una formulazione che non contempla la presenza di alcol, quindi un presidio dal gusto più delicato. Alla visita di follow-up il 63,9% dei pazienti ha fatto rilevare un’otti- ma igiene orale, con un indice di placca di 19. Il 43,2% dei pazienti ha avuto un ulteriore miglioramento della propria igiene orale e il 26,3% (sul campione totale) ha in aggiun- ta migliorato la propria igiene ora- le. L’89% delle persone coinvolte ha inserito il collutorio come presidio nella propria igiene orale quoti- diana e, di questi, l’84% è stato influenzato dal gusto, dal sapore e dalla sensazione di freschezza. «I pazienti sono stati complessi- vamente soddisfat- ti e molti hanno variato le proprie abitudini di igiene orale quotidiana» ha dichiarato la dr.ssa Marialice Bol- di, Presidente Aidi. «Abbiamo inoltre rilevato un’ottima compliance in pa- zienti che hanno di- chiarato di aver se- guito le indicazioni con continuità. Pos- siamo quindi dire» aggiunge Marialice Boldi «che il prodot- to è stato gradito e lo scopo dell’indagi- ne è stato raggiunto. Infatti circa il 90% delle persone coinvolte hanno dichiarato che il gusto è un criterio importante nella scelta di un presidio di igiene orale quotidiana. Come Presidente Aidi voglio inol- tre sottolineare come i pazienti or- mai riconoscono importanza alla funzione dell’igienista dentale e seguono con fiducia il suo consi- glio. Purtroppo dobbiamo rileva- re che il collutorio, in alcuni casi, continua a non essere percepito come un presidio di igiene orale continuativo, ma legato a neces- sità contingenti (alitosi, problemi gengivali ecc.) e utilizzato dopo consiglio del professionista, che come detto è comunque tenuto in grande considerazione». Scienza e ruolo, i due momenti forti di un Congresso partecipato Intervista a Maria Licia Boldi, presidente Aidi Se si chiede a Maria Licia Boldi, presi- dente Aidi, quale sia stata la specifi- cità del XXII Con- gresso intitolato “L’igienista dentale tra scienza e inter- disciplinarietà ” (28-29 settembre, Hotel Melià di Mila- no), l’accento viene subito posto sull’abbinamento tra i corsi mo- nografici e le classiche relazioni “ex cathedra”, da cui scaturisce, quale conseguenza virtuosa, un’elevataqualitàdiformazione. “Un conto – osserva infatti la Bol- di – è seguire una relazione, un conto è partecipare al corso con un numero chiuso, un approfondimento del tema e il rapporto diretto, vis-à-vis, tra par- tecipante e relatore”. Formula peraltro adottata già l’anno scorso, e che certamente verrà per- seguita in futuro, essendone stata collaudata l’efficacia. Entrando più nel dettaglio del con- gresso, “nella parte plenaria – dice – abbiamo lanciato degli argomenti, dando una specie di ‘antipasto tematico’ tanto per ingolosire, per poi andare a individuare gli aspetti più vissu- ti, legati alla professione quotidiana: delucida- zioni sulla pratica e sulle leggi, sulla patologia orale che non sempre viene ap- profondita. Noi non pre- tendiamo, si badi bene, di fare diagnosi, ma possiamo certamente accorgerci se qualcosa non va. Da questo nostro ‘ruolo sentinella’, impor tan- t i s s i m o , scaturisce la nostra di- gnità professionale: basti pensare al problema del cancro orale e alla sua individuazione pre- coce”. L’accenno al ruolo dell’igienista richiama fatalmente anche quello del suo rapporto con l’odontoiatra. “Purtroppo non sempre il nostro è un ruolo riconosciuto. Ma siamo sinceri, que- sto si verifica soprattutto in periferia, dove più frequenti sono chiusure e arroccamenti, per il timore di veder defraudati spazi professionali. Mentre è così importante lavorare insieme. C’è da dire, tuttavia, e con tutta chiarezza, che in sede centrale l’atteggiamento è completamente diverso: apertura, comprensione, considerazio- ne”. L’accenno al rapporto odontoiatra/igienista richiama, a latere, il problema degli studi di Igienistica dentale autonomi, per ora relativa- mente rari: “Sono scettica sulla loro apertura, ma lo sono anche sugli studi che non hanno un igienista o ce l’hanno solo come specchietto per le allodole. Perché un giorno c’è e negli altri ci sono i suoi ‘sostituti’”. Problema dell’abusivi- smo, quindi, che nel dentale, come è noto, non investe solamente (e pesantemente) la figura centrale del team ma, in misura altrettanto consistente, anche l’igienista. Molto esplicito appare quindi l’interrogativo che campeggia sul volantino distribuito al Congresso: “Sai chi ti mette le mani in bocca?”. Diffuso dal 6 al 13 ottobre durante la “Giornata internazionale dell’Igiene dentale”, in programma in ventidue città e in date diverse, “non consiste solamente – sottolinea – in una materiale operazione di volantinaggio, ma viene valorizzata da chiari- menti e spiegazioni ‘on the spot’”. Una campa- gna d’informazione ravvicinata di cui, a ben vedere, è espressione anche l’istituzione di un numero verde dedicato. Al di là dei contenuti scientifici, eppur pregevoli e accattivanti, illustrati a Milano, il tema domi- nante del Congresso si può dire sia stato quello che permea un po’ tutte le attività collegiali de- gli igienisti, al di là delle posizioni delle varie si- gle: ossia il loro ruolo, nella prospettiva attuale e in quella futura. È riemerso chiaramente ve- nerdì 28, in apertura di Congresso, dalla “Que- stion time sulle problematiche relative agli svi- luppi della professione”. Sul vasto tema la Boldi torna volentieri, proiettandolo in prospettiva: “Oggi l’atteggiamento ancillare verso l’odon- toiatra è ancora diffuso – riflette. Conto molto tuttavia sugli studenti, igienisti di domani, per liberarsidairesiduiancillariedivenireveripro- fessionisti. Essere professionista – sottolinea – è innanzitutto una forma mentis per conquista- re la quale non basta nemmeno l’apertura di uno studio in proprio”. Un segnale di maturazione di una coscienza professionale autonoma c’è: “Ho notato che per molti studenti il divenire igienista dentale costituisce una prima scelta, non solo un ripie- go nell’attesa di superare l’esame di accesso ad Odontoiatria. E questo è gratificante”. m.boc