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Implant Tribune Italian Edition

33Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2012 L’intervista << pagina 32 Il corso vuole essere anche un mo- mento di interazione tra il corsista e il corpo docente in modo che si pos- sano valutare i problemi, trovarne una soluzione attraverso le esperien- ze comuni. La possibilità da parte del corsista di presentare i propri casi clinici e di discuterne con i docenti è un momento fondamentale di cre- scita culturale e formativa che per- mette di aumentare il proprio baga- glio culturale e di rientrare nei propri studi avendo idee più chiare ma so- prattutto una visione comune. Il titolo che abbiamo voluto fornire “Dal problema clinico alla loro riso- luzione: strategie diagnostiche ed operative” parte dalla considerazio- ne che esiste una sola diagnosi e mol- ti piani di trattamento, quindi il pia- no di trattamento deve essere personalizzato per ogni singolo pa- ziente dopo aver formulato una cor- retta diagnosi e una corretta pro- gnosi del caso clinico. In che modo il piano di trattamento deve tener conto delle aspettative del paziente? La risoluzione delle problematiche implantari, sia chirurgiche che pro- tesiche, devono tenere in considera- zione non soltanto la funzione e l’e- stetica, ma anche la valutazione delle aspettative del paziente che de- vono essere realistiche. Bisogna ri- cordare che il paziente giunge alla nostra osservazione per ripristinare la dentatura andata persa, non per posizionare degli impianti. Al pa- ziente interessano i denti non gli im- pianti e quindi il clinico deve concen- trarsi sul progetto protesico per poi pianificare l’intervento chirurgico. La scelta del tipo di protesi deve esse- re effettuata in fase di pianificazione del trattamento ed è condizionata da fattori di carattere generale rap- presentati dalle condizioni di salute, dalle condizioni socio-economiche e psicologiche del paziente e da fattori locali. Bisogna ricordare in fase con- clusiva che non è sufficiente valutare i volumi ossei disponibili senza valu- tare la posizione spaziale 3D di que- sti volumi ossei rapportati al tipo di protesi che il paziente si aspetta di ricevere. Infatti in caso di atrofie os- see non correggibili associate a sfa- vorevoli relazioni intermascellari, considerazioni di carattere estetico (denti artificiali lunghi, morfologica- mente alterati e non detergibili), bio- meccanico (bracci di leva sfavorevoli, rapporti corona/impianto eccessivi), fonetico (spazi ampi tra denti e sup- porti implantari) e igienico (difficol- tà a mantenere un adeguato control- lo igienico) potranno indirizzare la scelta verso protesi rimovibili, dotate di flangia. Tali soluzioni protesiche devono essere approvate dal pazien- te prima della fase chirurgica attra- verso il consenso informato. Infatti, nel vissuto del paziente, l’Implanto- logia è percepita come protesi fissa e non rimovibile e attraverso una completa fase diagnostica siamo in grado di prevederlo, siamo in grado inoltre di simulare una fase chirurgi- ca prevedendone il risultato estetico, funzionale e di detergibilità e manu- tenibilità igienica domiciliare. Il successo di una riabilitazione implanto-protesica si misura sia in termini estetici sia funzionali. Quali sono i fattori che permet- tono di mantenere nel tempo questi requisiti? La riabilitazione implanto-protesica sia in termini estetici che funzionali, una volta terminata, deve essere mantenuta nel tempo attraverso controlli periodici, sia per quello che riguarda l’igiene orale, sia per le va- lutazioni occlusali e radiografiche in modo tale da poter intercettare in anticipo le eventuali complicanze. Abbiamo voluto dedicare un incon- tro alla interazione tra occlusione e postura, valutando se esiste una cor- relazione tra occlusione, mioartopa- tie e patologie dell’articolazione temporo-mandibilare alla luce dello stato dell’arte. Ci sono anche otorini e bioingegneri. Ci può dire il loro contributo? Nella moderna Implantologia deve esserci anche un’interazione con esperti in campi differenti come il trattamento delle patologie sinusali, quindi con l’Otorinolaringoiatria, anche nella fase diagnostica e nel trattamento delle eventuali compli- canze. Inoltre l’uso delle moderne tecniche diagnostiche computeriz- zate che ci permettono di poter sape- re in anticipo le posizione degli im- pianti e gli eventuali rapporti con strutture nobili come nervi o il seno mascellare e di pianificare in detta- glio l’intervento con il bioingegnere che ci aiuta a meglio comprendere tecnologie a cui pochi implantologi ancor oggi ricorrono. cmr