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Implant Tribune Italian Edition

SECOND EDITION | NOVEMBER 2012 R&D MAGAZINE 2 < Brånemark aveva individuato i principi che permettono l’integrazione del titanio nell’osso, ma rimaneva ancora un problema da risolvere: l’osso della mandibola e della mascella sono rivestiti dalla gengiva, e questi tessuti non si integrano con il titanio, ma si accostano alla sua superficie senza ottenere un legame; in quale modo è possibile supe- rare questo limite e ottenere anche l’integrazione dei tessuti molli? Ci vollero circa trent’anni di attesa prima di poter rispondere a questo quesito, ma ecco che ritorna la serendipità… Nel 1993 Jack Ricci, bioingegnere della New Jersey University, sta- va studiando il comportamento cellulare su varie microtopografie di superfici di titanio, e fu attratto dal fatto che le cellule fibroblastiche (le stesse che formano i tessuti gengivali) avevano la capacità di cresce- re orientandosi preferibilmente all’interno di microsolchi di dimensioni specifiche, creati con una tecnologia di sottrazione al laser. Questa scoperta rimase nel laboratorio del dott. Ricci, finché in quella stessa università non fecero visita alcuni dentisti italiani che avevano organiz- zato dei corsi di Chirurgia implantare avanzata per i loro connazionali neofiti in materia. L’incontro fu occasionale, ma permise al dott. Ricci, che fino a quel punto aveva concentrato il suo interesse sulla ricerca in vitro, di venire a conoscenza dei limiti ancora presenti nell’Implanto- logia dentale, e a quel gruppo di dentisti italiani, di ipotizzare la pos- sibilità di poter trasferire le scoperte di Ricci alle applicazioni cliniche implantologiche. Si iniziò a sperimentare, e proprio in Italia su alcuni pazienti volon- tari, l’applicazione della tecnologia laser messa a punto da Ricci sugli impianti dentali, e da quel momento, per la prima volta nella storia, si riuscì ad ottenere e a dimostrare, oltre all’integrazione dell’osso, anche quella dei tessuti gengivali. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare il dott. Jack Ricci a Roma durante il Symposium BioHorizons di Implantologia del 18, 19 e 20 ottobre, in cui ha illustrato le tappe più significative della sua ricerca sulle microtopografie di superficie. Quando gli abbiamo chiesto di par- larcene, ci ha detto: «Quindici anni fa, quando ho iniziato a studiare il comportamento cellulare sulle varie superfici di titanio, non avrei mai pensato che le mie ricerche potessero approdare a ridefinire i concetti Superficie Laserlok® su impianto Tapered Internal Biohorizons della Implantologia dentale in tema di integrazione. Il mio campo di interesse erano le malattie osteo-articolari, non di certo l’Odontoiatria. Ma la Bioingegneria è una disciplina fortemente multidisciplinare, in cui si uniscono conoscenze di Medicina, Ingegneria, Biologia cellulare/ molecolare, Matematica, Scienze dei materiali, Chimica e altre ancora, ed è quasi impossibile ipotizzare quali possano essere le potenzialità delle applicazioni cliniche di una ricerca». Ci ha raccontato, poi, che proprio l’Italia ha rappresentato una svolta importante nella sua carriera, perché è stato in questo Paese che le sue ricerche sono approdate ad una prima sperimentazione clinica su pazienti. Per questo motivo, ci ha confessato, lui deve molto all’Italia, e in particolare alla compagnia italiana ClassImplant che, insieme all’a- mericana Biolok, ha finanziato il progetto, e a quel gruppo di dentisti che hanno pensato di utilizzare le sue ricerche per la prima applicazio- ne clinica. Alla domanda di parlarci del futuro del suo lavoro, ha continuato: «La sfida dell’Ingegneria tissutale è duplice: da un lato si tratta di indivi- duare un supporto adatto che contenga le cellule e nel quale le cellule siano in grado di orientarsi per formare strutture stratificate e, dall’al- tro lato, si tratta di studiare e di riprodurre le condizioni che consen- tano alle cellule di crescere, moltiplicarsi e differenziarsi nei diversi tipi di tessuti. Viste le grandi difficoltà tecniche, il fabbisogno di ricer- ca nel settore dell’Ingegneria tissutale rimane notevole, ma è con un approccio interdisciplinare che la ricerca si propone di perfezionare questa nuova tecnologia ad elevato contenuto innovativo, fino a farne un metodo terapeutico riconosciuto». Gli abbiamo poi chiesto di parlarci di quale ruolo occupa e quale importanza abbia oggi il sostegno della BioHorizons nel suo lavoro: «Enormi investimenti sono necessari per produrre e commercializzare i prodotti di queste nuove tecnologie su scala industriale. I progressi compiuti nella ricerca sull’Ingegneria tissutale hanno portato alla cre- azione di un nuovo settore commerciale delle biotecnologie in tutto il mondo, e si stima che nei prossimi 15 anni l’Ingegneria dei tessuti e la Medicina rigenerativa in generale muoveranno un giro d’affari di circa 300 miliardi di euro. Il National Institute of Health, l’agenzia governati- va americana per la ricerca biomedica, finanzia solo circa il 30% della ricerca biomedica americana, per questo nel nostro lavoro è importan- te il supporto di compagnie come la BioHorizons, e lo sarà sempre più nel futuro». Gli abbiamo poi chiesto di spiegarci in termini semplici cosa è cam- biato nell’Implantologia dentale grazie alle sue ricerche: «Il protocollo messo a punto da Brånemark negli anni ’60 ha permesso all’Implan- tologia di uscire dalla sfera dell’improvvisazione e di approdare a dei risultati predicibili e prevedibili. I principi da lui elencati per ottenere l’integrazione del titanio sull’osso, rimangono sempre validi, ma ora la nostra sfida è quella di ottenere intorno agli impianti dentali le stesse condizioni istologiche presenti intorno ai denti naturali, e la superficie Laser-Lok® del colletto impiantare, sviluppata con il supporto prima di Biolok, e poi di BioHorizons, ci ha permesso di ottenere dei risultati molto confortanti». E il futuro?: «Il futuro partirà dai presupposti che siamo riusciti oggi a creare, ma è impossibile poter fare delle previsioni… forse occorrerà un’altra volta far fede alla serendipità». La relazione del dottor Jack Ricci