Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Implant Tribune Italian Edition

adv (news) 168x237 15Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2012 Nell’ambito di un trattamento pa- rodontale e/o perimplantare, la te- rapia causale rappresenta la prima fase, necessaria e inderogabile, e prevede la rimozione dei depositi batterici sopra e sotto gengivali. Essa può essere effettuata secondo molteplici e differenti protocol- li. Non esiste un protocollo ideale per la preparazione iniziale. Sarà, pertanto, l’operatore a valutare le condizioni cliniche, la collabora- zione e l’aspetto psicologico del pa- ziente per decidere le modalità di trattamento più consone e perso- nalizzate sulle esigenze individua- li. L’efficacia del trattamento paro- dontale non chirurgico dipende da vari fattori: la tecnica e la manua- lità dell’operatore, la selezione di strumenti congrui, la compliance del paziente, la risposta biologica individuale ecc. Un’alta percentuale degli insuc- cessi, dopo strumentazione pa- rodontale e/o perimplantare non chirurgica, è riconducibile a un’in- completa detossificazione della superficie radicolo-implantare: il laser rappresenta un tentativo tec- nologicamente avanzato per con- tribuire a decontaminare la super- ficie radicolo-implantare. Tra i vari tipi di laser, quello a diodi sembra essere particolarmente in- dicato. Utilizzato secondo i protocolli suggeriti dalla letteratura scienti- fica internazionale, questa terapia ha un effetto battericida, dovuto all’incremento localizzato di tem- peratura, conseguente all’intera- zione laser-tessuto, e detossifican- te della superficie implantare, in quanto inattiva le tossine batte- riche. Inoltre, il laser a diodi, inte- ragendo con cromofori endogeni (come la melanina e l’emoglobina) dei quali il tessuto infiammato è particolarmente ricco, tende a provocare la vaporizzazione del tessuto di granulazione in modo selettivo, associato a un ridotto sanguinamento, grazie all’effetto emostatico. La riduzione e il con- trollo dell’infiammazione così ottenuti, facilita l’operatore nelle successive manovre di strumenta- zione, che rimangono, comunque, irrinunciabilmente necessarie. L’impiego del laser può essere pre- ceduto e seguito da abbondanti la- vaggi con clorexidina digluconato per una disinfezione preoperatoria e per favorire l’eliminazione di co- aguli, frustoli e/o depositi residui eventualmente presenti nella tasca. Esistono numerose proposte di protocollo per l’impiego di que- sta metodologia operativa: in questo lavoro abbiamo scelto di utilizzare il laser a diodi con una lunghezza d’onda di 660 nm (HELBO®TheraLite) e il trattamen- to terapeutico HELBO. L’ossigeno singoletto distrugge i batteri pa- togeni. Il protocollo terapeutico si basa sulla colorazione della mem- brana batterica per mezzo di mole- cole coloranti fotosensibili, che dal fotosensibilizzatore HELBO®Blue si diffondono nel biofilm. Successiva- mente, le molecole coloranti ven- gono attivate dalla luce del laser e trasferiscono la loro energia all’os- sigeno presente a livello locale. In questo modo si produce ossigeno singoletto altamente aggressivo, che distrugge più del 99% dei bat- teri presenti nel biofilm. È impen- sabile ottenere una simile efficacia con i trattamenti tradizionali. Struttura e funzionamento del laser La parola laser è l’acronimo di Light Amplification of Stimulated Emis- sion of Radiation e descrive il fe- nomeno per il quale alcuni fotoni sono emessi e amplificati mediante un processo d’eccitazione all’inter- no di una speciale struttura, chia- mata “cassa di risonanza”. Tutti i dispositivi laser hanno ge- neralmente tre componenti fon- damentali: una sorgente d’energia, un mezzo attivo e una cavità di ri- sonanza. La sorgente luminosa fornisce energia ed eccita gli atomi presen- ti nel mezzo attivo (che può esse- re un solido, un liquido o un gas), portandoli a un livello energetico superiore. Quando l’atomo ritorna al livello energetico iniziale, questo avviene con l’emissione di un foto- ne: verificandosi ciò all’interno di una cavità di risonanza provvista di due specchi a ciascuna estremi- tà, uno completamente riflettente e l’altro semiriflettente, tale feno- meno viene amplificato. Si ha così la produzione di un fascio di fotoni che hanno stessa energia, viaggia- no nella stessa direzione e nella stessa fase, producendo una luce monocromatica. Si ottiene, così, una luce che è: - Monocromatica: stessa lun- ghezza d’onda e stesso colore; - Collimata: stessa direzione; - Coerente: stessa fase. L’energia emessa dal laser viene assorbita dai tessuti e trasformata principalmente in energia termica; il grado di assorbimento è funzio- Terapia fotodinamica nelle peri-implantiti: un’interessante opportunità? Dati preliminari di uno studio pilota M.C. pagina 16 Parodontite Perimplantite Infezione dei tessuti molli ed ossei Endodontite Carie La terapia HELBO è un ottimo trattamento integrativo per curare i Vostri pazienti in tempi brevi da infiammazioni / infezioni o per prevenire disturbi nella fase di guarigione. I batteri patogeni possono causare numerose malattie: TERAPIA HELBO Efficace contro le infezioni batteriche HELBO Via Roma 10 · 39100 Bolzano · Tel. 0471 / 469576 · Fax 0471 / 469573 www.bredent.it · e-mail info@bredent.it Distributore per I’Italia: È interessato? Richieda la documentazione sulla terapia fotodinamica Helbo, contattandoci allo 0471-469576 od inviando un’e-mail a: segreteria@bredent.it Inodontoiatriaibatteripatogenisono la principale causa d‘insuccesso! Il biofilm è il loro terreno ideale di coltura. La pulizia meccanica e l‘uso di soluzioni per il risciacquo non sono sufficienti ad eliminare i batteri nel biofilm. Ed anche la somministrazione di forti antibiotici, non garantisce risultati duraturi. Clinica & PraticaClinica & Pratica