Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

LAB TRIBUNE Italian Edition

4 Italian EditionAnno II n. 3 - Settembre 2012 Attualità Ipotesi di sostegno per il settore dentale Contributo e proposte delle Associazioni Odontotecniche - Riunione Tavolo del Dentale, Sede ANDI, Roma 15 settembre 2012 Premessa Il sistema dentale italiano – inteso come vera e propria filiera formata da industrie produttrici di beni e servizi; distribuzione; studi odontoia- trici; figure sanitarie di soste- gno e supporto all’erogazione delle prestazioni quali igienisti e odontotecnici; indotto e da ultimo i pazienti, utilizzatori finali dei beni e servizi prodotti dall’intera filiera - sta vivendo ormai da anni una vera e pro- pria crisi strutturale dovuta a una serie di fattori concomi- tanti. Tali fattori possono conside- rarsi di due tipi: “esogeni” in quanto derivati dal contesto di riferimento in cui lo stesso sistema è chiamato a cimen- tarsi ed “endogeni” riferiti cioè alla capacità delle sue forme di rappresentanza di elaborare e soprattutto praticare, strate- gie in grado di individuare le traiettorie di cambiamento e governarne gli effetti. Mentre sui primi, ad esem- pio la profonda crisi economica che sta attraversando il nostro Paese e che ha sottratto fette di reddito disponibile a sempre più larghe fasce di popolazio- ne oltre ad aggravare i costi di produzione degli stessi sogget- ti del dentale, le possibilità di intervento delle varie forme di rappresentanza sono di fat- to residuali se non “nulle”, sui secondi (fattori endogeni) rite- niamo ci si debba soffermare e riflettere con molto coraggio e una buona dose di autocritica su quanto si è tentato di fare, purtroppo inutilmente, negli ultimi 10–12 anni sul terreno delle strategie e delle politiche di intervento. Lo stesso modello di odonto- iatria consolidatosi nel nostro Paese e basato pressoché esclu- sivamente sull’offerta “priva- ta” di prestazioni (ben oltre il 90%) senza alcun tipo di sostanziale incentivazione e solo in misura largamente resi- duale da strutture pubbliche e/o forme varie di convenzio- namento (molto meno del 10%) sta pagando un prezzo non più sopportabile, evidenziando per altro una sostanziale, evidente insostenibilità. In tale contesto, i prezzi più cari – come più volte evidenzia- to in passato – vengono pagati dagli anelli deboli della filiera (odontotecnici e pazienti), men- tre anche le figure “forti” della filiera sempre più vedono, nella migliore delle ipotesi, ridursi le capacità di ritorno dei pro- pri investimenti e della propria attività. Con il “dentale” siamo peral- tro in presenza di un sistema dall’indubbia importanza eco- nomica (in passato si è censito complessivamente un “fattu- rato” di circa 10/12 miliardi euro e una occupazione com- plessiva, diretta e indotto, di circa 150/160.000 addetti) ma anche dall’indubbia importan- za sanitaria poiché dovrebbe garantire la salute orale di una popolazione che ormai ha rag- giunto i 60 milioni di abitanti. Gli interventi a sostegno del settore I dati più volte illustrati negli anni dai vari soggetti del siste- ma – che riportiamo di seguito - dimostrano che il modello di odontoiatria così come l’abbia- mo conosciuto e che per certi versi ha sopperito all’assenza dell’intervento pubblico spe- cifico, basato essenzialmente sull’offerta privata e sull’onere dei costi delle prestazioni pres- soché totalmente a carico dei pazienti non regge più né per i vari soggetti della filiera, né per i pazienti. È quindi necessario pensare al più presto a un nuovo model- lo di odontoiatria basato su: - incentivazioni fiscali per l’accesso alle prestazioni; - forme di mutualizzazione dei costi; - trasparenza e rispetto delle norme che regolamentano l’esercizio delle attività dei vari soggetti. Riteniamo infatti che even- tuali, auspicabili politiche di intervento a sostegno del siste- ma debbano indirizzarsi più sul lato della domanda che su quel- lo dell’offerta, in quanto: - i dati già preoccupanti sugli accessi alle cure in questi ultimi 10 anni si sono notevolmente aggra- vati a causa dell’aggravarsi della crisi economica; - eventuali interventi sul lato dell’offerta sarebbero comunque parziali e non necessariamente si tradur- rebbero in una diminuzione dei costi delle prestazioni con benefici effetti sul lato della domanda. Abbiamo infatti motivo di ritenere che eventuali inter- venti sul lato dell’offerta, indi- rizzati cioè sostanzialmente a diminuire i costi di produ- zione dei beni e servizi dei vari soggetti della filiera, non avrebbero effetti trasversali quanto invece le incentivazio- ni agli accessi alle cure. Peral- tro, intervenire con politiche di incentivazione fiscale e di mutualizzazione dei costi oltre ad avere indubbi effetti positivi sugli accessi alle cure, conse- guirebbero altri effetti positivi non secondari, quali: - ridurre il ricorso al cosid- detto “turismo odontoia- trico” in Paesi limitrofi che non interessa più solo le regioni e i territori a ridos- so dei confini; - riequilibrare la competi- zione fra i network e/o le varie forme di franchising odontoiatrico e il sistema tradizionale degli studi a vantaggio della qualità stessa delle prestazioni; - iniettare massicce dosi di “legalità” in un sistema che certamente non bril- la su questo terreno e non solo a causa del deprecabile fenomeno dell’abusivismo e prestanomismo. Le aaoo hanno quindi accolto con molto interesse le dichia- razioni rese prima della pausa estiva a “Avvenire” dal Mini- stro Balduzzi sui Fondi Inte- grativi Sanitari come risposta positiva alla crisi degli accessi alle cure, pur ritenendo non esaustivi tali strumenti. Intervenire con politiche di incentivazione fiscale – oltre che con la mutualizzazione dei costi – in presenza di un Governo che, a torto o a ragio- ne, è intervenuto aggravando le varie tassazioni, potrebbe a prima vista risultare velleita- rio se non si considerano alcuni fattori. Intanto, come ebbe a rico- noscere già nel 2000 lo stesso dottor Brunello del Ministero delle Finanze, aumentare sen- sibilmente (oltre il 50%) se non defiscalizzare completamente i costi delle prestazioni consen- tirebbe: - da un lato un recupero dra- stico di base imponibile che oggettivamente sfugge all’imposizione fiscale; - dall’altro innescherebbe un circolo virtuoso in tutti comparti del sistema denta- le che genererebbe notevoli entrate fiscali derivanti dall’aumento del volume di beni e servizi prodotti dai vari soggetti. Non riteniamo infatti vellei- tario né contraddittorio con- cludere quindi che “maggiori saranno le detrazioni fiscali, maggiori saranno le entrate per l’Erario”. D’altra parte, i tempi politici e le scadenze istituzionali con le prossime elezioni in prima- vera sembrano giocare a favo- re della predisposizione di una vera e propria piattaforma da presentare ai vari competitors politici basata essenzialmente non su interventi a favore dei soggetti della filiera quanto piuttosto sui cittadini-pazienti. In tale ottica, dopo la neces- saria fase di approfondimento, elaborazione e predisposizio- ne di strategie e posizioni da parte del Tavolo, risulterebbe opportuno richiedere al Mini- stro della salute l’organizzazio- ne di una conferenza nazionale sull’odontoiatria entro la fine del corrente anno quale sede nella quale tutti i vari sogget- ti – sia della filiera che istitu- zionali ma anche politici – si confrontano al fine di sinte- tizzare posizioni e strategie da tradurre in specifici interventi normativi e legislativi. D’altronde, quando si parla di incentivazioni fiscali, traspa- renza e rispetto delle norme che presiedono le varie attività, for- me di mutualizzazione dei costi di accesso alle prestazioni, non riteniamo di essere originali o tanto meno “rivoluzionari”. Tali punti negli scorsi anni hanno rappresentato le fonda- menta di strategie e politiche di intervento del sistema den- tale nelle sue varie forme di configurazione che però oltre ad essere oggetto di riuscite iniziative di presentazione, di efficaci presenze mediatiche e qualche confronto con gli interlocutori istituzionali, non hanno trovato purtroppo alcun riscontro pratico e non solo per l’insensibilità dei vari interlo- cutori istituzionali quanto piut- tosto della reale ferma volontà di perseguirli. Le esperienze del sistema dentale nell’elaborazione di politiche di sostegno Già nel 2000, l’allora Tavolo del Dentale nella configurazio- ne che vedeva presenti solo le industrie, la distribuzione, le associazioni odontoiatriche e odontotecniche, conscio dell’av- vento di tempi bui, elaborò – come ben sa il dottor Callioni che all’epoca ricopriva la carica di Vice Presidente Andi - una proposta di defiscalizzazione delle prestazioni che fu porta- ta nel luglio 2000 all’attenzione del dottor Brunello (assistente del Ministro delle Finanze). Il dottor Brunello riconobbe che l’abbassamento dell’aliquo- ta di detrazione fiscale (all’epoca del 18/19%) per le prestazioni odontoiatriche non aveva favorito né le entrate fiscali, né l’allargamento della base imponibile né tanto meno aveva favorito gli accessi alle cure, dichiarando che il Mini- stero riteneva plausibile come base di partenza del confronto innalzare la detrazione al 30%. Come rammenterà il dottor Callioni, Andi nella persona del suo Presidente dottor Amo- ri richiese, non avendoli con- cordati precedentemente con gli altri soggetti del Tavolo, interventi mirati per gli studi in materia di ammortamen- to dei beni strumentali, ben sapendo che tali interventi era- no ben fuori della disponibilità del Ministero. LT pagina 5 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM