Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

LAB TRIBUNE Italian Edition

10 Italian EditionAnno II n. 3 - Settembre 2012 Expert Article LT pagina 9 Dall’acquisizione dei dati alla costruzione della dima Metodo di acquisizione dati Per un’ottimale acquisizione dei dati è importante stilare una lista delle informazioni che ser- vono al tecnico per confezionare una dima rx (Lista 1) e una di valutazione dei requisiti essen- ziali della dima stessa (Lista 2). Lista 1: Set fotografico - Extraorale: frontale sorri- so basso-medio-alto, profilo dx-sx con e senza protesi. - Intraorale: frontale den- ti a contatto, leggermente distaccati, laterali dx-sx, occlusali, mucose. Impronte - Alginato,Silicone. Registrazioni - Rapporti occlusali: Siliconi, placche di masticazione, pro- tesi del paziente ribassate. - Rapporti interarcata: arco facciale, piano occlusale, guide incisali e canine. - LMG: mappatura della linea muco gengivale2 . Caratteristiche - Forma e colore Lista 2: Requisiti essenziali della dima - Funzione - Estetica - Precisione - Stabilità - Resistenza - Markers -LMG I requisiti essenziali della dima sono necessari per soddi- sfare a pieno: - una corretta acquisizione in ambito radiologico; - una sicura pianificazione da parte del clinico in ambien- te virtuale, - una precisa fabbricazione delle dime chirurgiche da parte delle specifiche appa- recchiature. Con le informazioni complete inviateci dal clinico, si procede alla valutazione specifica del caso dal punto di vista odon- totecnico, ovvero allo sviluppo delle impronte con gesso di IV^ classe e al posizionamento in articolatore dei modelli. Si ana- lizzano quindi i modelli, le foto e si considerano le aspettative del paziente. Costruzione della dima Il work flow dalla costruzione della dima alla chirurgia, una volta completata l’acquisizione dei dati, si può così riassumere: 1.Sviluppo delle impronte. 2.Montaggio in articolatore. 3.Duplicazione della protesi esistente. 4.Analisi delle foto e dei modelli. 5.Modifica della protesi dupli- cata o nuova modellazione diagnostica alla luce delle necessità. 6.Conversione della ceratu- ra diagnostica in resina, aggiunta del corpo dima, markers - LMG. 7. Invio allo studio per con- trollo su paziente e/o even- tuali modifiche. 8.Ricezione Dima chirurgi- ca, controllo sul modello e invio allo studio per prova sul paziente. Se la riabilitazione è parziale, la presenza dell’antagonista e dei pilastri esistenti agevolano nella costruzione della dima, delimitando la zona edentula totalmente o parzialmente. Se la riabilitazione è invece totale (una o entrambe le arcate edentule), la costruzione della dima risulta più complessa. In tutti i casi, anche se con qualche differenza, si utilizza la segmentazione del modello con le “linee essenziali”. Dima Parziale Le Linee essenziali. Nella costruzione delle linee essenziali si disegna una linea per definire il centro cresta. Tale linea si estende per tutta la lunghezza della zona eden- tula in senso antero posteriore. Parallelamente a questa linea si tracciano altre due linee uguali ed equidistanti 2 mm, disposte una nella porzione vestibolare e l’altra nella porzione palatale o linguale (Fig. 4). Si prosegue disegnando un segmento, distante non meno di 1.5-2 mm dai denti residui in senso perpendicolare alle linee precedenti, limitando così lo spazio biologico attorno al den- te presente. Si marca quindi un segmento parallelo al prece- dente, ad una distanza di 4 mm (diametro medio degli impianti) individuando così un’area entro la quale posizionare l’impianto (Figg. 5, 6). Da questo segmento si map- pa un altro segmento a 3 mm di distanza (spazio biologico tra gli impianti). Si evidenza esatta- mente dove si collocheranno le emergenze implantari (qualora le caratteristiche ossee lo con- sentano) (Fig. 5, 7). Ceratura diagnostica Il prossimo step prevede la ceratura diagnostica, che avrà inizio nelle aree destinate all’e- mergenza degli impianti e si estenderà verticalmente fino a riprodurre gli esatti volumi e la forma della corona mancan- te, (Figg. 8, 9) avvalendosi delle proporzioni auree3 e dell’AFG4. Già in questa fase si coglie, se presente, il deficit osseo e muco- so del sito in questione, sia in senso verticale sia orizzontale. In base alla gravità dell’a- trofia sarà il clinico a decidere come proseguire (con una coro- na provvista di finta radice, con una porzione di finta gengiva rosa o con l’aumento dello spes- sore mancante tramite rigene- rativa dei tessuti). La ceratura ottenuta viene duplicata in resina tramite le tecniche conosciute. La tecnica oggi più utilizzata è la tecnica di stampaggio con l’uso delle mascherine in silicone. Alcuni software in uso per l’acquisizione richiedono l’addi- zionamento di materiale radio- paco nella resina (bario) in percentuale diversa fra le coro- ne e il resto della dima. Alcuni software invece non lo richiedo- no, essendo in grado di acquisire l’immagine con la sola resina. Questo permette di poter uti- lizzare le corone come provviso- rio in cavo orale. Il nostro laboratorio utiliz- za per la maggiore il software Nobel Guide/Clinician che non necessita di aggiunta del mate- riale radiopaco. Al termine dello stampaggio si rifinisce la resina nei detta- Fig. 4 - Linee AP visione occlusale. Fig. 5 - Segmento perpendicolare. Fig. 14 - Corpo dima superiore. Fig. 6 - Area impianto singolo. Fig. 7 - Area impianti multipli. Fig. 9 - Ceratura diagnostica visione vestibolare. Fig. 8 - Ceratura diagnostica visione occlusale. Figg. 10, 11 - Struttura Ponte. Fig. 12 - Corpo dima vestibolare. Fig. 13 - Corpo dima linguale. gli, controllando la funzione e l’estetica prima di passare alla costruzione della struttura pon- te (Figg. 10, 11) che serve a posi- zionare la dima. Costruzione della struttura ponte La struttura ponte ha lo sco- po di rendere la dima precisa e stabile. Per la costruzione si pro- cede analizzando sul modello di gesso le zone di sottosquadro presenti sia negli spazi interden- tali sia nelle facce vestibolo-lin- guali/palatali. Tutte queste zone devono esse- re compensate con della cera e così pure le facce occlusali ove fossero presenti fosse profonde o cuspidi troppo inclinate. L’analisi del modello verte a identificare delle zone occlusali ampie e semplici da riprodur- re, ossia delle precise isole di appoggio, per la dima rx prima e chirurgica poi. Infatti, la peculiarità di que- ste dime è di avere appoggi occlusali ben distribuiti su uno o due denti contigui ma non su tutti gli elementi residui. Un appoggio a tripode è il minimo consentito. Costruzione del corpo della dima A completamento di questa sezione, si costruisce il corpo della dima che unisce sia i den- ti in resina sia la barra a pon- te. Nell’arcata inferiore questa struttura (realizzata con resina trasparente auto indurente) si estende, dalla barra ponte, ver- ticalmente, lungo tutta la pare- te linguale fino a dove possibile, percorrendo tutto l’arco mandi- bolare da dx a sx. Nelle regioni vestibolari edentule si cerca il massimo appoggio nella zona vestibolare al fine di poter inse- rire eventuali pin di ancoraggio della dima chirurgica, utili per aumentare la stabilità durante le fasi di preparazione e inse- rimento dell’impianto/i (Figg. 12, 13). Nell’arcata superiore si procede allo stesso modo inte- ressando in questo caso il pala- to. (Fig. 14). Nei casi in cui siano interessate le zone frontali, il corpo dima prevede la flangia vestibolare estraibile, in modo da verificare l’esatta posizione delle nuove corone durante la prova della dima. LT pagina 11