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Implant Tribune Italian Edition

29Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Settembre 2012 SR *Exel Ambulatori non vende software né apparecchiature radiologiche, vende esclusivamente servizi di radiologia dentale per odontoiatria. Refertazione-Secondopinion Tracciaticefalometrici(tuttelescuole) StampareportdadatiDICOM Elaborazione3Ddeivolumi 3Diagnosyspoint (ilsoftwareagettonemonopazienteperchirurgiaguidata) CentroMasterMaterialiseDental (segmentazione/pianificazioneSimPlant-Facilitate ExpertEase-Camlog-Navigator) Replicheanatomiche/Modellimedicali TRAINING &PROFESSIONAL SERVICE RADIOLOGIA DENTALE DIGITALE ambulatori Monza - MB - Via Ticino 22 (Atto 02-09/63) Tel. 039-214.12.53 • 039-214.12.62 • Cell. 335-187.16.33 Milano - Via Giovanni da Procida 26/28 (Atto 13/11) Tel. 02-336.17.499 • Cell. 345-304.08.65 Direttore Sanitario: E.D.Casalini www.radiologiadentale.it - info@radiologiadentale.it Iscrivendotientroilmesediottobreavrai dirittoaunoscontosulprimoservizio* online. Tramite il casellario interattivo avrai accesso ai seguenti servizi: C’ÈCHI NONHAMAI TEMPOLIBERO Operativodapiùdi10anni,solonel2011 ben8000odontoiatriintuttaItaliahanno usufruitodeinostriservizi. ECHIINVECE ÈISCRITTO ALCASELLARIO INTERATTIVO DIEXEL AMBULATORI Entrasubitonelsitowww.radiologiadentale.iteiscriviti.Utilizzarloèfacile,comodoegratuito. C M Y CM MY CY CMY K Imp_Tribune_cm21x12,8.pdf 1 01/09/12 08:32 << pagina 28 Per quel che riguarda il periodo di guarigione, non si sono verificate in nessun caso esposizioni della membrana (nessuna complicanza di classe I, II e III secondo Fontana), mentre in 9 casi (7.1%) si è verificata una sepsi nella zona dell’innesto in assenza di esposizione della mem- brana (classe IV secondo Fontana).20 Tutte le complicanze di tipo IV si sono verificate entro il primo mese dall’effettuazione della chirurgia rigenerativa. Discussione Lo scopo di questo lavoro retrospet- tivo è quello di porre l’attenzione sulle complicanze della tecnica chi- rurgica di rigenerazione verticale con membrane non riassorbibili, per valutare il livello di predicibi- lità chirurgica che questa tipologia di soluzione terapeutica può ga- rantire al clinico, malgrado essa sia comunemente considerata ad alta difficoltà operativa. Dall’analisi dei risultati descritti si osserva come la percentuale generale di insuccesso si attesti, relativamente alla casisti- ca proposta, al 7,1%. Appare però evi- dente che, con l’applicazione delle convenzionali tecniche di passiva- zione e l’introduzione della nuova tecnica di management del lembo linguale, l’entità dello spiazzamen- to coronale dei lembi garantisce al clinico una quota di tessuto suffi- ciente a suturare i lembi al di sopra dell’area di rigenerazione in modo passivo e privo di tensioni. Ciò viene confermato dal fatto che, nella serie di casi esaminati, non si è registrata alcuna esposizione della membrana in 127 siti trattati. La causa principa- le di fallimento di questa tecnica, dall’esame dei nostri dati, risulta essere la contaminazione batterica del complesso impianti-innesto- membrana. La contaminazione microbica può avvenire già in fase operatoria (gestione inadeguata dello strumentario chirurgico, con- taminazione dell’innesto da batteri presenti nella saliva) o in fase post- chirurgica (mancata chiusura per prima intenzione dei lembi o espo- sizione precoce della membrana). Come si è visto, un’adeguata tecnica di gestione dei tessuti molli con- sente, se eseguita correttamente, di ottenere una chiusura primaria dei lembi assolutamente passiva ed er- metica e di mantenerla per l’intero periodo di guarigione. Il problema ancora irrisolto resta quello dei casi in cui la sepsi dell’innesto ha luogo nonostante la chiusura dei lembi sia perfettamente mantenuta: in quest’evenienza, che si presenta sempre nel corso del primo mese dopo l’intervento, gioca un ruolo fondamentale la contaminazione intraoperatoria dell’innesto. Vista la complessità del mantenere per- fettamente isolato il campo ope- ratorio da contaminazioni salivari durante interventi di GBR (soprat- tutto nella mandibola posteriore), la riduzione dei tempi operatori è una delle chiavi su cui agire per mini- mizzare il rischio infettivo. In quest’ottica può essere utile pre- levareossoautologodaunsitodona- tore diverso dall’area della rigenera- zione, prima di iniziare le procedure di GBR (con un inevitabile aumento della morbidità), o utilizzare graft del commercio da soli, allo scopo di eliminare del tutto il prelievo di osso autologo e, con esso, i ri- schi infettivi connessi all’allunga- mento dei tempi della procedura.21 Conclusioni Le attuali tecniche di passivazione dei lembi a disposizione del clinico hanno ridotto notevolmente la per- centuale di insuccesso relativa all’e- sposizione precoce delle membrane. Possiamo quindi ritenere che la tecni- ca di GBR verticale sia una soluzione realisticamente percorribile per ciò che riguarda il successo chirurgico (la stabilità nel tempo dei risultati te- rapeutici è stata già ampiamente di- mostrata), malgrado la tecnica venga considerata molto “operatore-sensi- bile”. Non è infatti assolutamente da sottovalutare il fatto che la GBR ver- ticale resti una tecnica impegnativa, che richiede adeguate conoscenze, e che la sua applicazione dovrebbe esprimersi al termine di una adegua- ta curva di apprendimento, che porti il clinico ad acquisire un completo bagaglio di conoscenze teoriche e pratiche, in ambito sia parodontale che implantare. La bibliografia è disponibile presso l’Editore. Fig. 16 Fig. 13 Fig. 10 Fig. 17 - Rx post-operatorie. Fig. 14 Fig. 11 Fig. 18 - Mineralizzazione osso neoformato completata. Fig. 15 Fig. 12