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Implant Tribune Italian Edition

22 Congresso Nazionale SICOI • Milano RELATORI Congresso Nazionale SICOI Alessandro Ponte Trapianto di denti versus innesto osseo: fisiologia, limiti e risultati a lungo termine Quali sono i punti in comune tra il trapianto di osso autogeno ed il trapianto di denti? Negli ultimi quindici anni il trapianto osseo eseguito con differenti tecniche è diventato un procedimento sempre più routinario e standardizzato. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare le terapie alternative dalle quali derivano i principi stessi della rigenerativa ossea. Il trapianto di denti come i denti del giudizio oppure i premolari rappresentano tuttora una valida terapia di successo specialmente nel giovane paziente. La tecnica di trapianto dentale come la sua fisiologia è stata la base sulla quale sono state create le nuove tecniche di rigenerativa ossea a blocchi secondo un concetto biologicamente orientato. Una serie di intuizioni sia scientificamente che empiricamente guidate rappresentano il cardine dello scaffold concept, un principio risalente addirittura al 1893 con Barth e rivisitato per le attuali esigenze ricostruttive. In un rapido excursus temporale verranno esemplificati alcuni concetti biologici innovativi che stanno alla base sia dei trapianti den- tali che dei trapianti di osso autogeno. Quali sono i risultati a lungo termine di tali tecniche? In effetti ciò che più interessa non è solo il funzionamento di tali concetti, ma anche la loro durata nel tempo. Il trapian- to di denti è una tecnica ormai consolidata nel tempo e tuttavia estremamente dipendente dalla poca invasività nel corso del processo di estrazione dell’elemento dentario e dal suo maneggiamento durante il trapianto. Per quanto riguarda invece il trapianto di osso autogeno disponiamo di una numerosa quantità di risultati a lungo termine. Il più recente è lo studio retrospettivo presentato all’Academy of Osseointegration nel marzo 2012. Dopo cinque anni di carico masticatorio i valori di riassorbimento osseo perimplantare non si differenziano assolutamente da quelli riguardanti l’osso nativo. Lo studio condotto utilizzando due differenti sistemi implantari non mostra alcuna significativa differenza di risultato prettamente correlato alla tipologia, al design o al diametro dell’impianto. La riproducibiltà protocollare, l’approccio puramente biologico così come una bassa percentuale di complicazioni di entrambe le tecniche ne determinano i punti di forza. Giulio Rasperini L’importanza del dente naturale Tra le Malattie dal cavo orale, la Malattia Parodontale (Processo infiam- matorio a carico delle gengive) è la maggior responsabile delle estrazioni di denti che vengono effettuate in Italia, seguita da carie e traumi. Cos’è la Malattia Parodontale? La Malattia Parodontale si può schematicamente presentare in due forme: aggressiva o cronica. Questa patologia è caratterizzata da un’infiammazione marginale della gengiva, che non provoca dolore, ma che rompe il “sigillo” tra dente e gen- giva con la formazione di una tasca, cioè un ambiente profondo tra dente e gengiva difficile da pulire e di facile colonizzazione batterica, che continua il processo fino alla perdita del dente. Questo processo può essere rapido, nel caso della Parodontite aggressiva, o lento come nel caso della forma cronica che per altro è la forma più diffusa. La Malattia si instaura perché il nostro sistema immunitario reagisce alla presenza di alcuni batteri “cattivi” e crea infiammazione per eliminarli o circoscriverli. In realtà questa infiammazione fa riassorbire l’osso sotto la gengiva. Come se ne accorge il paziente? I sintomi che il paziente avverte sono il sanguinamento durante lo spaz- zolamento e la mobilità dentale quando la Malattia è in uno stato avanzato. Quindi se ne deve accorgere il dentista durante la visita, seguendo le linee guida della Società Italiana di Parodontologia. Anche in Odontoiatria, come in tutta la Medicina, la prevenzione gioca un ruolo determinante e su questo argomento si è fatto tanto in Italia negli ultimi anni. La diagnosi precoce in questo ambito è fondamentale in quanto una rapida individuazione del problema può immediatamente arrestare il processo distruttivo, limitando i danni e permettendo al paziente di vivere il resto della vita con i propri denti. continua >> Tiziano Testori Gli impianti post-estrattivi “Gli impianti post-estrattivi: è una procedura di routine o una procedura chirurgica che deve essere applicata a casi selezionati?” Gli impianti post-estrattivi rap- presentano un moderno approccio terapeutico implantare che tuttavia non può essere applicato di routine in tutti i casi clinici e necessità di un iter diagnostico-decisionale. Il clinico spesso si trova di fronte al dubbio di mantenere un elemento dentale o sostituirlo utilizzando la soluzione implanto-protesica. Pos- sono talvolta sorgere dubbi quando la scelta deve essere posta su un singolo elemento dentale compro- messo endodonticamente e coro- nalmente, in un paziente ASA 1-2 e senza peculiari patologie delle mucose o del parodonto. La possibilità di eseguire una corretta ricostruzione post-endo- dontica, biologicamente idonea è il primo elemento valutativo. La successiva discriminante riguarda il sistema canalare. Recenti evidenze scientifiche danno valide indicazioni di successo a seconda se ci si trova di fronte a trattamenti o ritratta- menti endodontici, con o senza la presenza di lesioni peri-apicali. Se viene eseguita una corret- ta fase diagnostica terapeutica, vengono riportate elevate percen- tuali di successo con le terapie convenzionali rappresentate da endodonzia ricostruttiva e protesi, tuttavia se la terapia endodontica e la ricostruzione coronale risultasse- ro non eseguibili, la naturale strada terapeutica da considerare è quella dell’implanto protesi. Bisogna inoltre valutare clini- camente l’eventuale necessità di interventi ortodontici pre-implan- tari. Nei settori frontali il clinico dovrà eseguire una diagnosi pre-chirurgi- ca molto attenta e approfondita val- utando le alternative terapeutiche possibili, prima di proporre una soluzione implantologica. L’approccio implantare nei set- tori ad alta valenza estetica pre- senta ancor oggi delle limitazioni soprattutto estetiche. Un moder- no approccio implantare prevede spesse volte un piano di trattamen- to articolato con fasi ricostruttive dei tessuti duri e molli che in molti casi clinici controindicano il carico funzionale immediato dell’impianto. Nei settori latero-posteriori le limitazioni sono soprattutto chiru- rgico-operative per la difficoltà di ottenere una soddisfacente stabilità primaria dell’impianto soprattutto nei settori molari. Alla luce delle più recenti acqui- sizioni scientifiche si può affermare che, in casi selezionati, gli impianti post-estrattivi rappresentano una valida e predicibile opzione tera- peutica. Nei casi complessi in cui si pre- vedono riabilitazioni globali a carico delle arcate dentarie la valutazione deve essere necessariamente più estesa ed approfondita, si deve val- utare il paziente su tre livelli: il volto (macro livello), denti-labbra (mini livello) e il dente (micro livello). Nei casi complessi non vengono quindi utilizzati parametri valutativi dell’impianto singolo post-estrattivo in pazienti parzialmente edentuli. Punti chiave del corso: Qualità del servizio offerto Il professionista deve fare in modo che ogni paziente percepisca la qualità del servizio offerto e l’importanza di poter essere seguito da qualcuno che non sia focalizzato sul profitto che può trarre dalla singola prestazione, ma, che al contrario, sia interessato a individuare il trattamento ottimale per la specifica patologia diagnosticata. Fidelizzazione del paziente È essenziale stabilire con ogni paziente una relazione personalizzata, adeguandosi al suo stile e alle sue tipicità e facendogli percepire la sua unicità, facendo in modo che sia uno spontaneo e potente generatore di referenze attraverso cui sviluppare nuovi contatti. Grado di soddisfazione nel tempo Oltre alla professionalità, è importante curare anche gli aspetti di capacità di dialogo, di accoglienza, di “amicizia”. Quando un paziente parla bene di un professionista lo fa considerando la totalità di fattori che concorrono a creare in lui la percezione di “bravura”, umanità, semplicità, disponibilità. atteggiamento positivo e vincente È necessario accrescere la consapevolezza dell’importanza di sviluppare efficaci relazioni interpersonali, essere convinti che colleghi, collaboratori e pazienti sono positivamente influenzati dall’atteggiamento di entusiasmo del professionista. Per prenotazioni e informazioni, contattare la Segreteria Organizzativa Tueor srl - Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino - Tel. 011 0463350 - segreteria@tueor.com - www.tueor.it Affianchiamo le aziende nel raggiungimento dei loro obiettivi attraverso il miglioramento delle performance delle persone che ne fanno parte. La concretezza, la persistenza e la lungimiranza della nostra organizzazione sono racchiuse nello slogan: "Global reach, local touch". come cambiano le relazioni con i pazienti e i collaboratori nell’era digitale › Milano 12 ottobre Il paziente e la percezione del servizio odontoiatrico