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Dental Tribune Italian Edition

24 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2012 Perché dovrei comprare il laser Manuale d’uso per il dentista (e non solo) di F. Barzè “Il titolo un po’ insolito del libro è in realtà la domanda più frequente che mi hanno rivolto negli ultimi anni. Evidente- mente non si è saputo comunicare e spiegare quali sono le prerogative vincenti del laser”. Queste parole, che danno inizio alla presentazio- ne del libro, indicano la grande determinazione dell’autore di spiegare come e perché oggi non si può più fare a meno di questo straordinario strumento. La prima parte del testo è dedicata alla fisica del laser, vale a dire le basi teoriche sulle radiazioni elettromagnetiche, il funzionamento del laser, la classificazione delle tipologie di laser e le loro relative applicazioni. La seconda parte, invece, presenta i casi clinici nei diversi utilizzi: endodonzia, ipersensibilità della denti- na, terapia conservativa, protesi, parodontologia, afte, sbiancamento, chirurgia, angiomi, luecoplachie e ortodonzia. Più di 200 pagine, oltre 300 illustrazioni. Per informazioni: franco.barze@ gmail.com. Prospettive di viaggio nella geografia dell’invisibile Mode e modi di viaggiare alla scoperta di luoghi nel mondo e spazi dell’anima di C. Galletto Viaggiare per sognare e sognare viaggiando, entrare in punta di piedi nell’universo delle emozio- ni scoprendo passo dopo passo il proprio mondo interiore. Senza migrare in terre lontane, basta lasciarsi andare e anche il giro dell’isolato sotto casa può diven- tare un’esperienza da assaporare attraverso le nostre sensazioni. “Prospettive di viaggio nella ge- ografia dell’invisibile” di Cinzia Galletto è un libro per scoprire, riscoprire o semplicemente ren- dere consapevole l’azione del mettersi in cammino. Ricordare che nel passato sin dai primi miti si è affrontato il tema del viaggio in tutte le sue sfaccettature. Apri- re le pagine della storia e verifi- care che ogni epoca storica, ogni periodo ha prodotto un modo particolare di viaggio. Indagare nelle filosofie e sulle motivazio- ni psicologiche che ci aprono al “non conosciuto”. Pagina dopo pagina ci si rende conto di fare un viaggio nel viag- gio: nei suoi simboli, attraverso antiche tradizioni e attraverso il pensiero di uomini protago- nisti della storia del pensiero. “Il Grande viaggiatore è colui che sa disgelare l’invisibile dei luoghi – colui che sa vedere oltre la realtà apparente”- Leonardo Sciascia. “La vita è un viaggio, viaggia- re è vivere due volte” - Omar Khayyam. “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” - Mar- cel Proust. Non serve andare lontano per fare un viaggio che sia un’espe- rienza in grado di arricchirci in- teriormente. Il viaggiare è un at- teggiamentodell’anima:lavoglia di scoprire e il piacere di lasciarsi stupire anche solo dai dettagli o dalle sfumature più banali che un luogo può offrire. Pietre silenti, templi dalle atmo- sfere arcane riprendono vita se, chi li osserva, li sa vedere con oc- chi che travalicano la dimensio- ne del tempo per approdare nella terra del sempre fatta di geogra- fie invisibili ed energie sottili. Un viaggio vissuto in questa di- mensione ci porta soprattutto a entrare dentro le nostre emozio- ni e attraverso le sensazioni date dai luoghi scoprire angoli di noi prima sconosciuti. “Viaggiando alle scoperta del mondo troverai il continente che è in te stesso”. L’ Africa ieri e oggi in un libro scritto da un dentista in Missione di A. Moiraghi Cosa spinge dentisti affermati ad abbandonare temporaneamente studio, pazienti, famiglia e amici per andare a esercitare in Paesi del Terzo e Quarto mondo, là dove mi- seria, ignoranza, fame e malattie la fanno da padrone e dove l’assistenza sanitaria è un sogno irraggiungibi- le? Quali le motivazioni? Quali gli obiettivi? Andrea Moiraghi, dentista torinese, pendolare in Africa da una quindicina d’anni, si pone ancor oggi l’interrogativo. Ma alla domanda ”Perché facciamo tutto questo” con- fessa di non aver ancora trovato una risposta esauriente, pur essendosela posta diverse volte. “Nessuno di noi pretende di essere chissà quale pala- dino del bene o campione della cau- sa dei poveri – puntualizza – Sicura- mente lo facciamo perché pensiamo che un africano che soffre la fame e il mal di denti nella sua terra, è oggi più che mai un qualcosa che ci deve riguardare da vicino. Un qualcosa per cui non esistono argomenti che ci esentino da un semplice e discreto gesto di solidarietà”. “Altri sostengo- no che il nostro operato è in realtà una gratificazione personale – conti- nua Moiraghi – un’umana debolezza, seppur utile e preziosa come in que- sto caso”. Ma pur perfettamente conscio che l’aiuto che si può portare a un con- tinente come l’Africa, prostrato da mille tragedie, è poco più che niente e pur interrogandosi sul significato di un intervento tanto limitato, Moi- raghi, invece di rispondere, preferi- sce “passare” l’interrogativo ai bene- ficiari: “alle migliaia di africani - dice - che abbiamo curato, compreso quel bambino con la mandibola frattura- ta che oggi riesce ancora a masticare. Oppure a quelli che ci ringraziano per avergli dimostrato che il mon- do non si è dimenticato di loro”. Con l’insolito titolo di “Pole, pole” (piano piano in swhaili), il libro scritto da Moiraghi ha raggiunto comunque un obiettivo sicuro; far comprende- re (e raccontare) all’autore “quanto piccoli siano in realtà i nostri proble- mi dinanzi a chi non ha cibo per mangiare, acqua per l’uso quoti- diano, farmaci e ospedali per curarsi, scuole per imparare a leggere e a scri- vere…”. Nella sua attonita ammira- zione per le bellezze mozzafiato di un Kenia lontanissimo dai noti iti- nerari turistici, il dentista di Torino non nasconde il suo sgomento nel descrivere le fatiche inenarrabili de- gli abitanti dei villaggi “vicini” (si fa per dire) alla missione per attingere alle cure del dentista bianco. Marce di anche 100 km a piedi, tra i mille ostacoli e insidie della foresta, per liberarsi dal tormento che magari li affligge in bocca da anni e per con- trastare il quale, in mancanza di un dottore ricorrono in genere a rimedi brutali e inefficaci. “Non sono un intellettuale nè uno studioso in grado di fare analisi etico sociali o politico economiche sulla fame e la povertà dell’Africa - dice ancor oggi l’autore del volume - ma com’è possibile, senza rimanere sconvolti, vedere bimbi contende- re agli animali i rifiuti alimentari di una fetida discarica, la loro pelle corrosa dalla scabbia, l’addome gon- fio di vermi. Bimbi che rimangono attaccati per ore al seno vizzo delle madri nel vano tentativo di succhia- re un latte che non c’è più…”. Quasi otto/nove anni sono passati da quando Moiraghi diede alle stampe “Pole, Pole”. Ma quella drammatica denuncia sembra non aver perso in nulla dell’attualità. Mediamente una volta all’anno il dentista di Torino ri- torna nelle missioni deliani in Kenia per portare la sua piccola goccia in un oceano di bisogni, perché l’Africa, con le sue tragedia e i suoi paesaggi mozzafiato, gli è entrata negli occhi e nel cuore. E in casa: nel frattempo Andrea è diventato infatti il papà adottivo di Elisa e Matteo, due bimbi di colore.