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Dental Tribune Italian Edition

16 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2012 << pagina<15 Perché questo obiettivo possa rea- lizzarsi, informazione e prevenzio- ne adeguata sono fondamentali. L’OMS raccomanda, in particolare, programmi di prevenzione rivolti ai bambini tra 1 e 6 anni, l’età della scuola materna, in cui la capacità di apprendimento di nuove abitudini è massima. La demineralizzazione dei tessu- ti dei denti può verificarsi come conseguenza del consumo di acidi alimentari negli alimenti o nelle bevande e il consumo frequente può provocare l’erosione dentale. La demineralizzazione dei tessuti dei denti può aver luogo anche a seguito della produzione di acidi attraverso la fermentazione dei carboidrati da parte di batteri acidogeni nel bio- film dentale. L’effetto può essere bilanciato da una remineralizzazio- ne quando il pH è neutralizzato e si raggiunge uno stato di sovrasatura- zione del calcio e del fosfato. Se la demineralizzazione non è bi- lanciata da una remineralizzazione, si verifica una conseguente demine- ralizzazione dei tessuti dentali che, se prolungata, può portare alla carie dentale (l’Agenzia Europea per la Si- curezza Alimentare EFSA). Case report Aspetti clinici Si è presentato alla nostra atten- zione un piccolo paziente di anni 6 (Fig. 1), in buona salute sistemica. La mamma trasferiva la sua preoc- cupazione nell’aver notato che il sorriso del bambino era gengivale, riferendo la tendenza a nascondere la mancanza degli incisivi centrali (Fig. 2). Inoltre lamentava la presen- za di orletti neri sulle superfici den- tali e trasferiva la sua preoccupazio- ne di presenza di carie. Dopo aver raccolto l’anamnesi dalla mamma, si è proceduto con esame clinico extra-orale e intraorale. Si evidenziava l’abitudine viziata di mordersi il labbro (Fig. 3) e un arti- colato di permuta con evidente di- screpanza verticale (deepbite abba- stanza marcato). Le superfici dei denti presentavano black stain (Fig.4), pigmentazioni estrinseche nere sullo smalto dei denti decidui, imputabili alla pre- senza di batteri produttori di sali solforati (o altro sale del quarto periodo) che sono grigi o neri. Tali macchie non pregiudicano l’integri- tà dello smalto e sono solo inesteti- che. Alcuni ricercatori (Bibby (1931) e Surdacka (1989) avevano analizzato quali-quantivamente la saliva di pa- zienti affetti da tali discromie. Bibby, dall’analisi biochimica rile- vò la presenza di quantità di calcio, fosfati e carbonati, oltrechè la pre- senza di elementi proteici organici, identificabili come saliva normale sia quantitativamente, sia di visco- sità, mucine e globuline, precipitate dagli acidi del cavo orale, che pos- sono costituire un mezzo di nutri- mento per i batteri cromogenici. Surdacka ha evidenziato concentra- zione ioni Ca2+ e PO42- nella saliva di soggetti black stain più alta ri- spetto al gruppo controllo. Assen- za di differenze significative della Fig 2 - Sorriso gengivale. Figg. 4-9 - Le discromie (black stain). Figg. 11-13 - Il biofilm batterico nel cavo orale evidenziato dal rivelatore. Fig. 10 - Controllo chimico della placca prima dello spazzolamento con utilizzo del collutorio al fluoro e Cetilpiridinio Cloruro. Colorati i residui di cibo. Fig. 21 - Controllo chimico della placca dopo lo spazzolamento. Il collutorio intelligente non ha identificato presenza di residui alimentari. Figg. 14-20 - Spazzolamento della lingua e delle arcate superiore e inferiore. Fig. 3 - Abitudine viziata. dersi della carie. È stato usato un ri- velatore di placca (red cote Buttler) sia per il rilevamento dell’indice di placca che per motivare il bambino e la mamma sul controllo dell’effi- cacia dello spazzolamento, stimo- lando la compliance del paziente all’autoispezione davanti a uno specchio per favorire l’adherence ai protocolli di mantenimento igieni- co domiciliare (Fig. 5). Protocollo domiciliare Si è consigliato al paziente un proto- collo di mantenimento domiciliare da utilizzare due volte al giorno per almeno due minuti con l’aggiunta di rimozione del biofilm linguale con nettalingua idoneo al termine dello spazzolamento (Figg. 14-21). È stato richiesto alla mamma di porre maggiore attenzione alla scelta de- gli ausili e al controllo del risultato nelle manovre di igiene domiciliare del bambino. È stato scelto uno spazzolino idoneo con l’impugnatura ideale per una migliore presa e con le setole perfet- te per consistenza e forma, per un buon adattamento alla morfologia della dentatura decidua (Learn to Brush Set - Mam). È stato chiesto al bambino di trovare un suo modo personale di spazzolare la dentatu- ra, massaggiando anche le gengive. Per il controllo chimico della plac- ca è stato proposto un collutorio al fluoro (fluoruro di sodio) senza alcol e senza zucchero e al sapore di fra- gola (Listerine Smart Rinse Johnson concentrazione di ioni Mg e Zn nella saliva dei due gruppi. Il livello medio di glucosio salivare nel gruppo black stain era più bas- so rispetto al gruppo controllo (oral sugar clearance aumentata). Livello di proteine più elevato nel gruppo pigmentato. Le proteine svolgono una funzione importante nel limitare il diffon- Figg. 22, 23 - Decontaminazione dei pigmenti con il pulitore ad aria e polvere di glicina e risultato. & Johnson), 10 ml due volte al giorno dopo lo spazzolino per 60 secondi. Al bambino è stato chiesto di con- trollare a casa il lavabo dopo lo sciacquo, spiegando che il colluto- rio, definito intelligente, attrae e colora i residui di cibo. È stato chie- sto alla mamma di supervisionare i primi giorni d’uso l’operatività, per condividere il controllo dell’ef- ficacia dello spazzolamento con il bambino e per essere certa della non ingestione del collutorio. È sta- to chiesto di non tenere la bottiglia dello stesso alla portata di bambini più piccoli. Inoltre è stata corretta la dieta alimentare, per ridurre la for- mazione di placca attraverso un’ali- mentazione povera di zuccheri, in particolare quelli raffinati e appicci- cosi come caramelle e marmellate, alimenti dotati del maggior potere cariogeno e bibite con alto potere erosivo. Dopo aver fatto apprezza- re al piccolo paziente il migliora- mento dell’igiene e del suo alito con lo sniff test,grazie allo spazzo- lamento e all’uso del collutorio si è proceduto con l’esame obbiettivo del cavo orale. Detossificazione e remineralizzazione Si è provveduto all’eliminazio- ne del biofilm batterico e delle discromie con pulitore ad aria (Mectron Combi) con polvere di glicina ed è stata applicata la pa- sta Remin pro (Voco) contenente fluoro, idrossiapatite e xilitolo per assicurare una flora bilanciata e la protezione dello smalto dei denti contro l’attacco degli acidi con ap- plicazione sulle superfici occlusali a rischio di vernice Admira Protect (Voco), sulle superfici occlusali con rilascio di Fluoro. Sono state programmate delle sigillature per le sedute successive. Visita di controllo Il paziente si è ripresentato per la visita di controllo. Erano erot- ti gli incisi centrali permanenti. Si sono rilevati indice di placca con le stesse modalità della visita precedente, usando il rivelatore di placca alla fluoresceina illuminato con lampada fotopolimerizzatrice ad elevata prestazione (Bluphase Style Ivoclar Vivadent). Entrambi i valori risultavano notevolmen- te ridotti, le pigmentazioni erano lievi. Dopo aver fatto apprezzare al piccolo paziente il miglioramento dell’igiene e del suo alito con lo sniff test, si è proceduto con l’esa- me obiettivo del cavo orale. È stata utilizzata la videocamera CS 1600 (Carestream) per identifi- care carie potenziali ai primi stadi su superfici occlusive e lisce nella fase “white spot”. <> pagina<17