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Dental Tribune Italian Edition

12 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2012 Tueor Servizi srl Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino Tel.: 011 0463350 • Fax: 011 0463304 • www.tueorservizi.it &&&ordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordiniordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordiniordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordini &ordini &ordini &ordini &ordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordiniordini &&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfoinfoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo&info&info&info&infoinfoinfo A PROPOSITO DI IGIENE ORALE, LO SAPEVI CHE...? .: dvd edizione speciale per i pazienti :. M. RONCATI, P. MARZOLA .: dvd edizione speciale per i pazienti :. Questo DVD insegna ai pazienti le corrette misure di igiene orale domiciliare. L’ausilio di attori, immagini, illustrazioni e disegni animati lo rendono semplice e divertente. Insegnare l’igiene orale non è mai stato così facile! DURATA: 8 MIN. CIRCA COPERTINA PERSONALIZZABILE 30 pezzi a solo 150,00 euro IVA INCLUSA (5,00 euro cad.) “È veramente importante come chiamiamo una malattia?” La parodontite aggressiva e quella cronica condividono molte caratteristiche cliniche, eppure sono differenti per quanto riguarda lo sviluppo e la progressione. A Europerio 7, il dottor Cristiano Tomasi dell’Università di Goteborg (Svezia) ha parlato con Dental Tribune Online riguardo all’importanza di un’identificazione precoce dei fattori di rischio associati a entrambe le forme e del perché tale identificazione risulti difficile. Sia la parodontite cronica sia quella aggressiva sono infezioni complesse. Qual è la microbiologia alla base di questa malattia? Probabilmente la caratteristica mi- crobiologica più importante è l’in- staurarsi di un biofilm sotto gengi- vale. L’evidenza suggerisce che la malattia parodontale non sia legata a un microrganismo specifico, ma piuttosto a un ambiente complesso di molte specie differenti che vivono in simbiosi. In un soggetto suscettibile, il biofilm avvierà una risposta dell’o- spite che porterà alla distruzione del supporto parodontale. Si stima che tra il 10 e il 15% degli adulti nei paesi sviluppati soffra di parodontite cronica. Ci sono dati disponibili per quanto riguarda la forma aggressiva? Non è facile rispondere a questa do- manda. In effetti, anche per la paro- dontite cronica, la prevalenza diffe- risce significativamente, in base alla definizione di malattia e alla popo- lazione studiata. Inoltre, la maggior parte degli studi epidemiologici si riferisce solo alla prevalenza della parodontite, senza distinguere tra la forma aggressiva e quella cronica. Il range di prevalenza quando si in- cludono i casi lievi può raggiungere il 40% in una popolazione. La pre- valenza della forma aggressiva, se- condo uno studio, sarebbe del 4% per le forme localizzate e 2% per quelle generalizzate in una popolazione di età compresa tra 18 e 30 anni. Altri studi hanno suggerito una prevalen- za dell’8% di casi gravi in pazienti giovani. In generale, mancano dati epidemio- logici da studi che abbiano valutato nello specifico questo argomento. Quindi l’età è una delle differenze principali tra le due forme? In effetti, l’età rimane un parametro importante per distinguere le due forme. Mentre i casi gravi all’età di 20 anni vengono definiti come aggressi- vi, quelli a 60 vengono per lo più dia- gnosticati come cronici. La diagnosi per entrambe le forme, però, di base segue clinicamente gli stessi passag- gi. Il problema è che in molti casi non è effettivamente possibile identifica- re l’età nella quale ha avuto inizio la malattia parodontale, quindi non è facile trarre conclusioni sulle caratte- Credo davvero che la cosa più im- portante sia diagnosticare e inter- cettare la parodontite il più presto possibile. Un sondaggio di screening può rivelare facilmente una distru- zione parodontale iniziale e segni di infiammazione, permettendo un intervento precoce ed efficace. Delineare una distinzione tra la forma aggressiva e quella cronica potrebbe essere un altro passaggio, ma le implicazioni di questi stu- di sarebbero più interessanti per i clinica può essere che l’uso sistemi- co di antibiotici come trattamento aggiuntivo sia supportato da studi di casi aggressivi, ma io ritengo che per quanto riguarda il problema della resistenza microbica indotta da un uso eccessivo di antimicrobi- ci, questo approccio non dovrebbe mai essere il trattamento iniziale, bensì essere considerato dopo una rivalutazione per accompagnare il ritrattamento meccanico di siti ma- lati residui. Questo punto di vista, però, non è condiviso da alcuni parodontologi che vedono il primo tentativo di trat- tamento come quello importante. Entrambe le forme di parodontite condividono fattori di rischio. Quali sono quelli più comuni? La malattia parodontale è chiara- mente il risultato di una risposta sbilanciata dell’ospite all’attacco microbico. È quindi ovvio che la pre- disposizione genetica dell’ospite e la composizione microbica del biofilm sono riconosciuti essere fattori di rischio per lo sviluppo della malat- tia. Anche i fattori ambientali come fumo e stress sono stati correlati alla progressione della malattia e delle sue forme più gravi. È un compito più difficile determina- re i fattori di rischio che sono chiara- mente associati a una alle due forme della malattia. Alcuni studi hanno dimostrato che batteri specifici sono associati alle forme aggressive, ma altri hanno riportato forme aggressi- ve senza la presenza di questi batteri. La stessa cosa è successa con i poli- morfismi genetici specifici. Dagli stu- di epigenetici ci si aspettano nuove indicazioni, secondo cui l’attivazione dei geni specifici sarebbe legata a fat- tori ambientali locali. Quanto sarebbe importante tutto ciò? Sfortunatamente, non è ancora chia- ro. Alcuni fattori di rischio sono legati all’insorgere della malattia, mentre altri sono legati alla velocità di pro- gressione. Come già detto, l’evidenza dei fattori di rischio relativi a una forma specifi- ca è ancora debole e l’evidenza non è così forte come vorremmo. Oggi terrà una relazione al congresso Europerio. Che cosa si possono aspettare i partecipanti? Spero di chiarire le similitudini e le differenze tra le due forme di paro- dontite. Esamineremo i più recenti risultati pubblicati su questi argo- menti e cercheremo di trarre da ciò il più possibile. Credo che questa sia una vera sfida. Condividerò i miei pensieri e dubbi su alcune questioni che ogni clinico deve affrontare quotidianamente. Daniel Zimmermann ristiche cliniche legate all’età in cui la malattia si presenta. Quali sono i problemi principali nella differenziazione tra le due forme? ricercatori che non per i clinici. Se abbiamo successo nel nostro tratta- mento, cosa importa come chiamia- mo una malattia? E se non abbiano successo, diamo la colpa al nome della malattia? Una considerazione web article www.dental-tribune.com