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Dental Tribune Italian Edition

11SpecialeHygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2012 Ultradent Italia Srl - Via G.L. Bernini, 7 20094 Corsico (Milano) NumeroVerde800830715-www.ultradent.it-info@ultradent.it PASTA PER PROFILASSI IN COPPETTE MONODOSE • Contiene Fluoro (1,23% di Ioni di Fluoro) e Nitrato di Potassio (5%). • Senza glutine. • Consistenza ideale che evita di disperdere il prodotto. Si risciacqua facilmente. • Disponibile in tre grane (fine, media e grossa) e in quattro gusti: Menta, Arancia, Chewing Gum (senza coloranti) e Walterberry (gusto fruttato, esclusiva Ultradent). • Gamma ampliata con la versione “PURE” a grana media senza coloranti, senza glutine, senza Fluoro e oli. Scopri la Pasta per Profilassi ULTRADENT PASTA PER PROFILASSI “I risultati positivi a lungo termine di un trattamento dipendono dalla terapia parodontale di mantenimento” Dottor Fardal, la sua presentazione a questo congresso di Europerio è intitolata “Controllo della qualità nella terapia parodontale”. Ci può spiegare questo concetto più in dettaglio? Lo scopo della mia presentazione qui a Europerio 7 è quello di descrivere come è possibile misurare il controllo della qualità e applicarlo alla terapia parodontale. Gli obiettivi principali sono determinare le fasi della terapia parodontale nelle quali bisogna con- siderare le misure di controllo e quali parametri siano adatti per la misu- razione. Punterò anche a identificare i vantaggi per il clinico e i pazienti, nonché le implicazioni a lungo ter- mine delle misure per il controllo del- la qualità nella terapia parodontale. Dal suo punto di vista, generalmente nella terapia parodontale manca il controllo della qualità? Sfortunatamente, poco è stato fatto per quanto riguarda questo impor- tante aspetto della terapia parodon- tale. Ciò che è stato ottenuto finora è qualcosa di sporadico, senza un pia- no generale del modello di controllo di qualità sul quale ci si dovrebbe basare. Oggi quali sono le sfide principali del trattamento parodontale e quali aspetti della terapia o dei metodi ne sono influenzati? L’enfasi nella terapia parodontale sembra essere passata dal salvare i denti con prognosi scarsa o dubbia al sostituirli con impianti. Però, più impianti si devono inserire, più com- plicazioni bisogna fronteggiare. Oggi vi è già una sfida per i parodon- tologi ed è destinata a crescere. Per esempio, non abbiamo un protocol- lo universalmente comprovato per il trattamento delle perimplantiti. Per quanto riguarda la terapia paro- dontale tradizionale, le sfide princi- pali sono associate alla gestione del trattamento di mantenimento. Lei è impegnato da anni nel promuovere l’adozione di un programma di terapia di mantenimento parodontale. In che modo questo programma potrebbe contribuire alla qualità del trattamento? I programmi di mantenimento pa- rodontale esistono da lungo tempo e così è anche per la consapevolezza della loro importanza. La mia ricer- ca semplicemente reitera il fatto che i risultati positivi a lungo termine dipendono dalla terapia di manteni- mento parodontale. Nei suoi studi, ha riscontrato che la compliance a questi programmi è solitamente bassa tra i pazienti. Perché ciò e quali sono le sue raccomandazioni per migliorarla? Con poche eccezioni, la letteratura ri- porta percentuali basse di complian- ce alla terapia di mantenimento, ma non è un problema solo relativo alla terapia parodontale. Tutti i protocolli di trattamento medici o dentali, per i quali è necessaria la partecipazione del paziente, si devono confrontare con problemi simili. Per spiegare questa non-compliance sono state suggerite diverse teorie psicologiche. Si sa anche che l’età, il sesso, le differenze geografiche e cul- turali giocano un ruolo significativo. Uno dei miei articoli evidenzia che il professionista potrebbe essere il fat- tore decisivo. Quindi, le differenze nel profilo della pratica odontoiatri- ca e le filosofie di trattamento sono importanti quando si prendono in considerazione i miglioramenti della compliance del paziente. Nel mondo sono in fase di sviluppo sistemi per il controllo della qualità. È a conoscenza di questi sistemi e quali sarebbero i loro vantaggi? Sono a conoscenza di un’eccellente ricerca che può essere applicata ai si- stemi di controllo della qualità. Il fat- to che questo lavoro venga eseguito in diverse aree del mondo è un van- taggio per identificare un modello universale per il controllo della qua- lità della terapia parodontale. Però, non conosco il lavoro così in detta- glio da poterne esplicitare i vantaggi. In che modo i nuovi metodi o strumenti di trattamento possono contribuire al controllo di qualità della terapia parodontale? Non è tanto il fatto che nuovi metodi o strumenti contribuiscano al con- trollo di qualità, quanto al fatto che si deve applicare un controllo di qualità su questi nuovi metodi. Ogni modello per il controllo della qualità dovrà es- sere studiato in modo da poter essere applicato a metodi o strumenti di trattamento nuovi o già utilizzati. Il design di base di tale modello richie- de all’utilizzatore di documentare il risultato, le deviazioni, le implicazio- ni economiche e il controllo dei costi di quel particolare trattamento. Per esempio, tale modello potrebbe es- sere applicato a nuove procedure o materiali per rigenerazione. Dental Tribune International Secondo il dentista norvegese Oystein Fardal, il controllo della qualità nella terapia parodontale è significativamente carente. Dental Tribune Online ha avuto l’opportunità di parlare con lui a Europerio 7 riguardo alla possibilità di definire un modello universale e al vantaggio del controllo di qualità dei risultati del trattamento parodontale. web article www.dental-tribune.com