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Dental Tribune Intalian Edition

6 Endo Tribune Italian Edition - Giugno 2012Clinica & Pratica < pagina 5 Infatti a causa del noto potere tam- pone della dentina, l’irrigante col passare del tempo perde la propria efficacia e dunque risulta indispen- sabile rinnovarlo. Acclarate dunque la necessità non solo di portare ma anche di rinno- vare le soluzioni irriganti nel terzo apicale a complicare le cose arriva l’anatomia. L’anatomia detta limi- tazioni a ogni parte del trattamento canalare, irrigazione compresa. Le difficoltà infatti aumentano se il terzo apicale si trova in cima a un canale lungo oppure stretto o peg- gio ancora dopo una curva. In altre parole in queste anatomie così come risultano più difficoltose la sagomatura e l’otturazione allo stesso modo risulta più difficoltosa l’irrigazione. Il successo del tratta- mento in questi casi dipende pro- prio dall’abilità dell’operatore di sagomare, detergere e otturare per intero il canale radicolare nonostan- te questo possa essere stretto, curvo o lungo (Figg. 12-19). Analogamente agli strumenti canalari, possono es- sere precurvati gli aghi da irrigazio- ne al fine di seguire le curve e depo- sitare gli irriganti anche in queste anatomie complesse. In questo caso è stata pre-curvata una microcannula aspirante al fine di alloggiarla al forame; questa, lavorando per pressione negativa richiamerà gli irriganti attraverso la curva e fino in apice senza rischi di estrusione pericolosa degli stessi nei tessuti periapicali. Fig. 16 - Microcannula radiografata in apice nella radice distale. Si noti il grado di curvatura degli ultimi millimetri. Fig. 17 - Otturazione verticale a caldo. Fig. 18 - Controllo a un anno, proiezione obliqua, il caso è guarito. Fig. 19 - Controllo a un anno, proiezione ortoradiale, non si evidenziano radiotra- sparenze. Fig. 25 - Controllo a 6 mesi; non si evidenziano radiotrasparenze. Fig. 24 - Back-packing.Fig. 23 - Guttaperca calda e cemento riempiono l’intero sistema canalare confermando la complessità dell’ana- tomia. Fig. 22 - Il cono carta sporco di sangue lateralmente al termine della terapia mi fa sospettare la presenza di canali laterali e mi spinge a prolungare l’irrigazione. Fig. 21 - k-file0-20 alla lunghezza di lavoro. Fig. 20 - Canino superiore in pulpite. Protocollo predicibile di irrigazione 1 Prima di introdurre qualsiasi strumento nei canali e dunque dopo l’apertura di camera pul- pare bisogna lavare con ipoclori- to di sodio al 5,25%. 2 Asciugare poi gli eccessi di ipo- clorito in camera pulpare e in- trodurre gel di Edta che ha fun- zione di lubrificante e agevola la strumentazione manuale. Altra sua importante funzione è prevenire che il tessuto pulpare tappi il canale, compattandosi su se stesso una volta spinto da- gli strumenti. 3 Irrigare copiosamente con ipo- clorito di sodio dopo ogni stru- mento rotante. 4 Al termine della sagomatura asciugare e procedere a un la- vaggio con Edta 17% Liquido per 5 minuti (lo rinnovo ogni due minuti). 5 Asciugare e fare abbondanti la- vaggi finali con ipoclorito; rin- novarlo frequentemente e in profondità. 6 Attenzione a segni clinici che farebbero propendere per un au- mento dei tempi di irrigazione. Lo sviluppo di bollicine all’inter- no della soluzione di ipoclorito potrebbe indicare un’attività di “digestione” dei residui organi- ci ancora in corso e richiedere un aumento del tempo di per- manenza dello stesso irrigante nel canale. Analogamente se in fase di asciugatura notassimo sui coni di carta piccole macchie rosse indice di sanguinamento “laterale” dovuto a polpa anco- ra presente nell’endodonto non sondabile, sarebbe utile prolun- gare l’irrigazione (Figg. 20-25). 7 Prima di asciugare i canali prati- co una tecnica di riscaldamento intracanalare con la finalità di accelerare la digestione di residui organici eventualmente presenti. > pagina 7 Figg. 14, 15 - Foto Endobender che curva strumenti e micro cannula.