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Implant Tribune Italian Edition

L a perdita degli elementi dentari, indipendentemente dalla causa, determina sempre un’ alterazione dell’ar- chitettura tridimensionale della cresta alveolare resi- dua, da ciò ne deriva una modifica dell’aspetto estetico e funzionale. Attualmente possiamo eseguire numerose tecniche di ge- stione dei tessuti duri e molli al fine di ottenere un risul- tato riabilitativo su impianti e su denti naturali efficace e predicibile. Il caso presentato è riferito ad una procedura di ricostru- zione ossea e dei tessuti molli in un settore ad elevato impatto estetico. Il paziente,M.I.di 39 anni,è giunto alla nostra osservazione a seguito di un intervento di cistectomia in zona mascel- lare anteriore, eseguito nell’anno 2011 con avulsione degli elementi 21 e 22 gravemente compromessi. Il paziente presentava all’anamnesi buone condizioni di sa- lute generale. L’esame odontostomatologico non presentava alterazioni importanti. Dall’esame parodontale è stata riscontrata la presenza di un biotipo parodontale sottile, particolarmente sfavorevo- le (Figura 1). A livello del sito interessato dalla patologia cistica residua- va a distanza di 6 mesi dall’intervento un importante deficit sia verticale che orizzontale,maggiormanete marcato nella zona del 21. Le elevate aspettative estetiche del paziente, il desiderio impellente di una riabilitazione funzionale e fonetica,hanno indirizzato la scelta clinica per una riabilitazione implanto- supportata di tipo fisso. Dopo aver eseguito una ceratura diagnostica ed aver at- tentamente valutato gli esami radiologici di primo e se- condo livello, è stato formulato il piano di cura definitivo diviso in due fasi: FASE 1. Posizionamento di un solo impianto in posizione 22 (la scelta tecnica era dettata dal deficit osseo in posi- zione 21 e della necessità di non posizionare due impianti contigui in un settore ad alto profilo estetico con con- seguente rischio di perdita di papilla interprossimale; tale scelta è stata suggerita anche dall’osservazione fotografica dell’andamento del profilo gengivale e delle parabole resi- due.Tale scelta è stata condizionata anche dalla relazione inter-mascellare. Contestualmente all’inserimento dell’impianto è stata ese- guita la tecnica GBR con ricostruzione volumetrica ossea tridimensionale del sito ed aumento in prima battuta del design dei tessuti molli. È stato impiegato un impianto Intra-Lock di diametro 3,75 e lunghezza 15 (Figura 2). La tecnica è stata eseguita impiegando osso suino collage- nato (Osteobiol,Tecnoss,Coazze ,TO- Italia) ed una mem- brana riassorbibile in collagene (Figura 3). Il paziente è stato monitorato per 5 mesi e protesizzato mediante maryland bridge con FRC ancorato ai denti 11 e 23. Nei mesi di follow-up il paziente è stato controllato ad intervalli periodici di 15 giorni con l’intento di condiziona- re i tessuti molli e costruire artificialmente un sito ovate pontic mediante modifiche sequenziali sul provvisorio. FASE 2. Eseguita a 6 mesi dal primo intervento, ha per- messo la scopertura dell’impianto perfettamente osteoin- tegrato ed un’ulteriore correzione dei tessuti molli (in particolare a livello del sito 21 dove ancora residuava un deficit orizzontale). Dopo aver scoperto l’impianto in posizione 22 e posizio- nata una vite di guarigione idonea,è stata eseguita una tec- nica mucogengivale bilaminare con prelievo dal palato di tessuto connettivo e contestuale innesto nel sito ricevente opportunamante creato, incidendo con una lama 15 c fino alla linea mucogengivale( l’innesto di connettivo è stato “imbustato nelle zone da ricostruire”) (Figura 4). Il connettivo prelevato è stato sommato a membrane di PRF, Platelet Rich Fibrin ( PRF – Intralock Europa System). La fibrina ottenuta grazie all’assenza di anticoagulanti è totalmente naturale ed associata ai fattori di crescita del- le piastrine, pertanto crea delle condizioni favorevoli alla guarigione dei tessuti molli.La fibrina è la molecola che in- via nell’organismo il segnale per attirare cellule staminali e rende più efficaci i fattori di crescita. I fattori di crescita presenti in un coagulo di fibrina sono: A- 100% di piastrine del sangue( 100% PDGF eTGF) B- 65% dei leucociti= PDGF,VEGF. C-fibrina, vitronectina, fibronectina L’utilizzo di membrane in PRF è fortemente consigliato vi- sta la loro maneggevolezza intraoperatoria e la facile ver- satilità associata al sorprendente valore biologico e bio- chimico. Dopo aver accuratamente suturato i tessuti e stabilizzato le membrane in PRF è stata eseguita un’impronta intraope- ratoria per poter costruire un provvisorio avvitato rinfor- zato con profilo predefinito alla creazione del design finale delle papille. Si può notare a soli 5 gg l’ottimo aumento ottenuto a livello orizzontale, la stabilità dei tessuti molli ed il loro trofismo, associati ad un primo risultato soddisfacente (Figura 5e6). Il condizionamento dei tessuti nella fase provvisoria rap- presenta lo step essenziale per armonizzare e stabilizzare i tessuti nei primi mesi di guarigione. L’ovate pontic viene realizzato modellando la porzione più apicale del provvisorio con forma ovoidale e la porzione vestibolare con un lieve andamento concavo, in modo tale da sostenere i tessuti senza compressione e contempora- neamente lasciando lo spazio idoneo per la loro matura- zione. CONCLUSIONI Il controllo del profilo dei punti di contatto e delle para- bole gengivali,la modifica sequenziale con lucidatura ad in- tervalli di 20 giorni del manufatto, delineano l’adattamento plastico dei tessuti ricostruiti all’emergenza dentale otte- nendo nella successsiva fase protesica definitiva un risulta- to stabile e predicibile. MANAGEMENT DEI TESSUTI DURI E MOLLI NELLE RIABILITAZIONI PROTESICHE DEI SETTORI AD ALTA VALENZA ESTETICA :VALUTAZIONE DI UN CASO CLINICO Dr. Fortunato Alfonsi, Dr.ssa Tiziana Sarrocco, Dr.Antonio Barone Maggio 2012 INTRA-NEWSINTRA-NEWS