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Implant Tribune Italian Edition

12 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2012Clinica & Pratica La gestione dell’alveolo estrattivo nel trattamento implantare alla luce delle più recenti acquisizioni A. 2mm Alveolo Integro Corticale vestibolare < 2mm Alveolo Non-Integro Difetto osseo lieve Alveolo Non-Integro Difetto osseo grave MOLARI Inserimento implantare a 4 mesi dall'estrazione PED + rigenerazione se l'anatomia lo permette; in alternativa solo GBR PED + rigenerazione se l'anatomia lo permette; in alternativa solo GBR GBR dopo 8 settimane di guarigione dei tessuti mol- li; IMPIANTO dopo 6 mesi PREMOLARI PEI+ rigenerazione vesti- bolare PEI+ rigenerazione vesti- bolare PED + rigenerazione peri- implantare GBR dopo 8 settimane di guarigione dei tessuti molli; IMPIANTO dopo 6 mesi ANTERIORI PEI + rigenerazione vestibo- lare + IC (2% dei casi) PEI + rigenerazione vestibo- lare + IC (98% dei casi) PED + rigenerazione peri- implantare + IC GBR dopo 8 settimane di guarigione dei tessuti molli; IMPIANTO dopo 6 mesi + rigenerazione vestibolare + IC der (2011) recentemente propone una tecnica di preservazione dell’aspetto vestibolare anticipandone il collasso utilizzando tessuto connettivo inse- rito vestibolarmente alle strutture alveolari. Brugnami (2011) suggerisce un protocollo simile al precedente ma con l’impiego di bio-materiale granulare a lento riassorbimento, in- dovato in una mini busta ricavata sul tavolato corticale vestibolare all’atto dell’estrazione. Materiali e metodi Si propone, quindi, una tavola sinotti- ca che raccoglie in sintesi la maggior parte delle situazioni cliniche con le quali dobbiamo confrontarci quoti- dianamente. Si vuole altresì riaffer- mare che tra gli scopi da raggiungere vi è il ripristino dell’aspetto della por- zione vestibolare, in special modo nel settore antero-superiore, laddove la perdita della bozza radicolare in se- guito a estrazione penalizza in modo significativo il risultato finale di un impianto che, pur se integrato, non potrà mai simulare l’elemento natu- rale per il venir meno della normale morfologia dei tessuti perimplantari. Nelle soluzioni proposte, oltre all’ap- plicazioneditecnichemuco-gengivali e di chirurgia ossea ricostruttiva, è spesso necessario utilizzare presidi tecnologici forniti sul mercato che rendono più semplice e predicibile il risultato da ottenere. Riferimento d’obbligo è la piezochirurgia (Surgy- bone, Silfradent, Italia) che ci permet- te con notevole precisione e modesto impatto chirurgico, di preparare il sito implantare in modo semplice e veloce. Altro presidio irrinunciabile è da considerare un impianto adatto a essere utilizzato come post-estrattivo (SPI, Alpha-Bio Tec, Israele), le cui ca- ratteristiche principali possono esse- re riassunte in una macro-geometria a spire aggressive che creano le con- dizioni per avere ottima stabilità primaria in pochi millimetri di osso; situazione tipica dell’implantologia post-estrattiva immediata che riduce i tempi complessivi di trattamento, mantenendo intatta la probabilità del successo. I principi che guidano le tecniche di ricostruzione ossea e quel- le di chirurgia muco-gengivale sono certamente richieste all’operatore che vuole offrire al suo paziente una pre- stazione al passo con i tempi. È quin- di raccomandabile che il progetto sia inseritonelpuntocorrettodellacurva di apprendimento dell’operatore. pagina 13<> PEI - Impianto post-estrattivo immediato, PED- Impianto post-estrattivo differito (6/8 settimane dall'estrazione), GBR- Rigene- razione ossea con chiusura dei lembi di 1°intenzione, IC-innesto connettivale