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Dental Tribune Italian Edition

8 Dental Tribune Italian Edition - Aprile 2012Focus Formazione Perché un giovane possa diventare un dentista occorre che prima riesca… a entrare in Facoltà A settembre si svolgeranno, come ogni anno i test di ammissione alle Facoltà a numero programmato e come ogni anno è probabile che il numero degli ammessi sia di gran lunga inferiore a quello degli iscritti. Nel 2011 ad esempio, i partecipan- ti ai test d’ammissione a Medicina, Facoltà più ambita, furono 84.422 per 9.690 posti (8.887 per Medicina e 803 a Odontoiatria), pari a 7,15 per 1 posto. A Torino, nel 2010 furono in 3.957 a tentare il test, ma i fortunati ammessi a indossare il camice bian- co furono solo 514, con un rapporto di 7,69 candidati per 1 posto. Ma la forbice tra candidati e am- messi tende inesorabilmente a di- varicarsi col tempo. Per non parlare dell’ammissione a Odontoiatria dove, richiamando una nota imma- gine evangelica, sembra proprio che un cammello debba passare nella cruna di un ago. Poiché sono ancora molti i “padri” (e le ma- dri) dentisti che sognano per i loro figli un accesso alla loro carriera, una do- manda scaturisce inevi- tabile: dove vanno, che fine faranno gli studenti esclusi? Le statistiche non lo di- cono ma si sa che una buona parte non si da per vinta e ritenta. Se spasi- ma per entrare a Medi- cina (la più ambita) ma non ci riesce, lo studen- te cercherà di iscriversi (sempre, se può) a Far- macia, darà gli esami che potrebbero tornargli utili un domani e poi ritente- rà. Altrimenti? Altrimen- ti (e sempre se può) opte- rà per l’opzione Spagna o Romania, da dove, grazie alle norme Ue rientrerà qualche anno dopo con una laurea in tasca. A fre- nare l’arrembaggio delle “vittime da test”, tutta- via, anche in Spagna è stato istituito il test di ammissione. Oggi come oggi non si sa quanti ra- gazzi in Italia parteciperanno nel prossimo settembre alle prove di ammissione alle Facoltà a nume- ro chiuso. Conseguita la maturità, forte di un bagaglio di nozioni rite- nuto (erroneamente) suf- ficiente, quasi sempre lo studente andrà alla pro- va senza tener conto dei criteri che ispirano i test. Grave errore, che spiega in parte il crescente diva- rio tra gli “aspiranti” e gli “ammessi” e il numero crescente di genitori che devono metter mano più profondamente al porta- fogli per affrontare le so- luzioni “esterofile”. Per prevenire le conse- guenze sconfortanti dal punto di vista psicolo- gico e finanziario di un fallimento, con rinuncia temporanea alle proprie ambizioni, perdita di al- meno un anno in un’età didatticamente “prezio- sa” e inconvenienti certi dal punto di vista econo- mico (e morale), a Torino, nel marzo 2011, è stata aperta una nuova sede Centro Studi Test (in via Pastrengo 1 bis e diretta da Franco Chiesa, tel. 011. 7640982, www.cen- trostuditest.it). Una realtà didattica e metodologica, emanazione di una più ampia nata in Sicilia 20 anni or sono. Fondato da Ottone Vaccaro, medico dentista, il CST è diffuso e conosciuto su tutto il territorio na- zionale. Limitando il numero di stu- denti a massimo 15 per classe per una didattica più efficace, il CST prepara i giovani ad affrontare l’accesso alle Facoltà a numero programmato, fa- cendo loro svolgere un numero im- portante di quiz (circa 2.600 tra car- taceo e web) e tante simulazioni con correzione individuali dei testi e il commento dei docenti a ogni singolo quiz. I risultati, nella prima tornata di prove (settembre 2011) sono stati decisamente confortanti: 9 frequen- tatori su 10 del corso hanno supera- to i test. Miracolo? No: soprattutto approfondimento dei criteri di va- lutazione legati ai quiz e insegnanti preparati ad hoc. Mentre gli studen- ti candidati alla maturità si stanno “scaldando i muscoli” in attesa della maratona degli esami di stato, un’al- tra maratona, altrettanto essenziale, potrebbe attenderli subito dopo gli esami di maturità per aumentare le loro chance di successo. Alcuni "candidati" all'ammissione alle Facoltà a numero chiu- so con il titolare del Centro Studi Test di Torino. Arrivano le sanzioni per chi non fa gli ECM La nuova normativa ECM, pur dichiarando l’obbligo della formazione con- tinua per i medici e per tutti gli operatori delle professioni sanitarie non mediche, fino ad oggi non aveva comminato sanzioni per coloro che non lo assolvevano o che lo assolvevano in maniera insufficiente. Nella recente manovra del governo Monti (e nel precedente DPR n.138 del 13 agosto 2011, art. 3) le sanzioni sono invece previste: difatti, entro il 13 agosto 2012 tutti gli ordini professionali interessati, e quindi gli ordini dei me- dici chirurghi e quelli delle professioni sanitarie non mediche, dovranno stabilire le sanzioni da applicare a chi non acquisisce in un anno i 50 cre- diti ECM necessari per soddisfare l’obbligo formativo. È noto che, a partire dall’1 gennaio 2010, data di entrata in vigore delle nuove regole ECM, i Pro- vider, alla fine di ogni evento formativo, trasmettono al Co.Ge.APS l’elenco dei professionisti che hanno ricevuto i crediti, e il Co.Ge.APS, che gestisce l’anagrafe dei crediti, trasmette poi i nominativi ai rispettivi ordini profes- sionali per la creazione dei relativi dossier. In tal modo gli Ordini dispon- gono dello strumento per infliggere le sanzioni ai disobbedienti. I Provider trasmettono anche i nominativi dei medici, la cui partecipazione all’even- to è stata sponsorizzata, con l’identificativo dello sponsor; questo perché un medico può acquisire crediti formativi ECM da sponsorizzato solo per un terzo del cumulo triennale necessario, che ammonta a 150 crediti; gli Ordini Professionali tenuti a vigilare riterranno validi pertanto solo 50 crediti su 150 ottenuti tramite sponsorizzazione, annullando l’eccedenza. Naturalmente per i restanti 100 crediti il professionista dovrà pagarsi la formazione di tasca propria.