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Implant Tribune Italian Edition

25Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Marzo 2012 SR pagina 24<< Le valutazioni cliniche e radiografiche me- diante rx endorale e OPT non evidenziavano cause endodontiche o parodontali (Fig. 2). Data la recidiva del problema si è deciso di intervenire inizialmente con un’incisione alla base del peduncolo effettuata mediante laser a diodi, preservando la componente no- dulare al fine di eseguire un ulteriore esame istologico che comunque confermava la dia- gnosi precedente. L’incisione mediante laser era stata eseguita eliminando anche la base di impianto del peduncolo al fine di essere decisamente radicali nell’asportazione. Purtroppo, a un mese di distanza, la paziente si è ripresentata per l’ennesima recidiva del- la neoformazione: si è pertanto deciso di in- tervenire in maniera radicale rimuovendo lo spesso strato di mucosa palatina sottostante la lesione con esposizione del piano osseo. Tale approccio aveva tuttavia l’inconvenien- te di lasciare scoperta la superficie ossea che necessitava o di una trasposizione di un lembo palatino o di un innesto, fattori che avrebbero incrementato la morbidità post- operatoria con un maggior rischio di una guarigione imperfetta (Fig. 3). Per sopperire a tali inconvenienti si è proce- duto a inserire, nella sede lesa, delle mem- brane autologhe ottenute dalla tecnologia PRGF (Fig. 4), con le quali chiudere la ferita chirurgica ricoprendo la superficie ossea in assenza di tessuto gengivale: nel fondo della cavità sono state inserite membrane ad alta concentrazione piastrinica (Fig. 5), per poi coprire il tutto con le membrane ricche di fibrina ricavate dalla frazione 1: la più su- perficiale è stata suturata come un lenzuolo alla parte libera di mucosa palatina (Figg. 6, 7). La paziente è stata quindi dimessa con le indicazioni tipiche del periodo post-chi- rurgico, in particolare per quanto concerne l’apporto alimentare: in questi casi bisogna infatti evitare in particolare quei cibi che possano traumatizzare la ferita creando un distacco della membrana superficiale. Il protocollo farmacologico assegnatole pre- vedeva ketoprofene (20 gocce per tre volte al giorno per tre giorni) come antalgico e amo- xicillina più acido clavulanico (1 grammo per due volte al dì per 6 giorni) come terapia antibiotica. L’azione antisettica era garantita da clore- xidina gel 1% dal momento che la zona non poteva essere traumatizzata dallo spazzola- mento dentale per 15 giorni. Il decorso post-operatorio è stato privo di do- lore (a parte i primi 3 giorni) e caratterizzato da un modesto edema. Dopo 13 giorni si è proceduto alla rimozione della sutura e si può osservare come la ri- generazione tissutale appaia ancora in fase attiva con una incompleta riepitelizzazione del neotessuto (Fig. 8). Dopo 30 giorni dall’intervento la guarigione era pressoché completa anche se permaneva una modesta depressione maggiormente va- scolarizzata in corrispondenza della mucosa asportata (Fig. 9). Dopo 60 il processo era giunto a completa- mento e non era più riconoscibile macrosco- picamente la zona rigenerata (Fig. 10). All’epoca di questo controllo si è proceduto anche a una valutazione parodontale dei due incisivi centrali sia in regione palatale sia in- terprossimale, rilevando l’assenza di tasche (sondaggio massimo 2 millimetri in regione interprossimale) e un indice di sanguina- mento pari a 1 per la carente igiene della pa- ziente, ormai intimorita dalla possibilità di vedere un gemizio di sangue della zona che per la sua psiche era espressione della recidi- va dell’epulide. La paziente è stata controllata costantemen- te e dopo quattro anni dall’intervento non si sono più avute recidive. Secondo caso clinico: inserimento di impianto post-estrattivo con rigenerazione ossea Si è presentato un paziente di sesso maschi- le chiedendo che venisse ricementata una vecchia corona in oro ceramica in corrispon- denza del dente 2.5: in realtà si era decemen- tato il relativo perno moncone e un’accurata ispezione della radice ha mostrato una rima di frattura della stessa. Su richiesta del paziente si è comunque pro- ceduto alla ricementazione del manufatto rinviando ulteriori terapie. pagina 26<> Fig. 9 - Guarigione a 30 giorni. Nonostante l’impo- nente accumulo di placca il processo di guarigione prosegue indisturbato. Fig. 10 - Dopo 60 giorni il tessuto ha raggiunto completa maturazione. Fig. 12 - RX endorale che evidenzia la lesione peria- picale e una possibile frattura. Fig. 15 - Inserimento di un impianto post-estrattivo di diametro pari a 4 mm e connessione interna BTI sta- bilizzato esclusivamente grazie alla sua parte apicale. Fig. 18 - Controllo e riapertura a due mesi che evidenzia la stabilità della fixture e il buon volume dei tessuti molli vestibolari. Fig. 21 - Provvisorio in resina cementato dopo 5 mesi. Si osservi la migliore anatomia gengivale a livello della fixture rispetto ai denti naturali. Fig. 23 - Controllo radiografico a 18 mesi che con- ferma i risultati clinici sopra mostrati. Fig. 24 - OPT iniziale che mostra la grave flogosi in corrispondenza del quadrante superiore destro con continue riacutizzazioni e fistolizzazioni in regione vestibolare. Fig. 25 - Antrostomia iniziale ottenuta con stru- mento ultrasonico ed esposizione della mucosa sinusale. Fig. 26 - Preparazione degli alveoli implantari. È ben evidente il deficit osseo con difficoltà alla stabilizzazione delle fixture. Fig. 22 - Controllo a 18 mesi che dimostra la stabi- lità del risultato nonostante la presenza di carichi occlusali non fisiologici e di una intercuspidazione non corretta. Fig. 19 - Controllo radiografico a due mesi che dimostra l’apparente rigenerazione ossea. Fig. 20 - Abutment protesico in visione occlusale avvitato dopo 5 mesi dalla fase chirurgica. Si os- servi il buon volume gengivale vestibolare. Fig. 16 - Rigenerazione della parete ossea vestibo- lare mediante osso eterologo miscelato con PRGF che rende il materiale facilmente manipolabile e adattabile al sito ricevente. Fig. 17 - Dopo aver coperto il materiale d’innesto con membrane autologhe gelificate di PRGF si pro- cede alla sutura senza aver effettuato l’incisione di rilascio periostale. Ciò nonostante il lembo si ri- posiziona adeguatamente senza tensioni tissutali. Fig. 13 - Radice fratturata estratta con importante massa granulomatosa. Fig. 14 - Lembo semilunare modificato secondo Giacomello che mostra il deficit osseo vestibolare. Fig. 11 - Flogosi purulenta in corrispondenza del 2.5 con drenaggio fistoloso.