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Implant Tribune Italian Edition

24 Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2012Speciale Regeneration SR pagina 1<< Questi fenomeni sono possibili grazie alla concentrazione e alla liberazione dei fattori di crescita (GFs o growth factors) dalle pia- strine che amplificano i naturali processi di riparazione tissutale a discapito dei processi destruenti dovuti alla liberazione delle inter- leukine da parte dei leucociti. Sono proprio questi fattori di crescita a garantire una rapi- da neoangiogenesi nei tessuti traumatizzati con accelerazione delle fasi anaboliche di ri- generazione, nonchè a permettere l’attivazio- ne “a cascata” di processi locali di guarigione, con rapido richiamo di cellule totipotenti di origine ematica e di cellule mesenchimali tissutali indirizzandone la differenziazione a seconda del tessuto interessato. Introduzione In ambito chirurgico il sogno di ogni operato- re è la guarigione ideale, ovvero rapida, pos- sibilmente indolore e indubbiamente senza complicanze post operatorie. Per garantire questi obiettivi risultano importanti la tecni- ca e la manualità chirurgica, così come è fon- damentale il “terreno” su cui viene effettuata la terapia, ovvero una condizione psicofisica del paziente che permetta di assorbire nel migliore dei modi il trauma chirurgico. Fi- siologicamente ogni processo di guarigione comincia con l’emostasi, costituita dalla co- agulazione del sangue e dall’aggregazione delle piastrine, fenomeni seguiti dalla fase di infiammazione, di proliferazione cellulare e di maturazione della ferita. Da questa schematizzazione appare evidente l’importanza delle prime fasi nel garantire una guarigione stabile ed efficace, e l’impie- go della tecnologia PRGF si inserisce proprio in questo contesto amplificandone i processi fisiologici. PRGF è l’acronimo di Plasma Ricco in Fattori di Crescita (GFs), ovvero dei media- tori biologici responsabili della fine regola- zione dei processi di rigenerazione tissutale. Con il termine fattore di crescita (spesso usa- to nella forma inglese growth factor o GF) ci si riferisce generalmente a proteine capaci di stimolare la proliferazione e la differenzia- zione cellulare. Sono molecole segnale usate per la comuni- cazione tra le cellule di un organismo; la loro funzione principale è il controllo del ciclo cel- lulare determinando il passaggio della quie- scenza cellulare alla fase di crescita cellulare. Ma questa non è la loro unica funzione: rego- lano infatti anche l’attivazione della mitosi, la sopravvivenza cellulare, la migrazione e il differenziamento cellulare, in particolare nelle fasi di rigenerazione o di guarigione. Si tratta di un equilibrio dinamico finemente regolato grazie alla liberazione di queste mo- lecole che interagiscono in maniera comples- sa: proprio per questo motivo a tutt’oggi non sono state ancora definite in maniera precisa le reciproche interazioni rendendo pertanto impossibile la sua riproduzione in laborato- rio. Inoltre, sebbene molte volte il nome dei GFs si riferisca alla specifica azione della mo- lecola o alla loro origine più comune, come ad esempio le proteine morfogenetiche dell’os- so (BMPs) che stimolano la rigenerazione os- sea, o il fattore di crescita endoteliale vasale (VEGF), che stimola la crescita dei vasi, in re- altà è la loro reciproca regolazione l’elemento chiave della rigenerazione di uno specifico tessuto: ovvero non è la singola molecola che determina la crescita di un determinato tessuto, ma è l’equilibrio nella liberazione di queste molecole e la loro reciproca regolazio- ne a determinare il risultato finale. In altri termini non è il solista che crea la sinfonia, ma l’armonica azione di tutta l’orchestra a determinare il risultato finale. Appare quin- di ovvia l’importanza di riprodurre e ampli- ficare i meccanismi che la natura ha messo a punto nella gestione dei processi di crescita cellulare. Da questo punto di vista le piastrine risulta- no essere le cellule che maggiormente libe- rano GFs nei tessuti lesi, quantomeno nella fase iniziale della guarigione, tanto che sto- ricamente gli si riconosce il ruolo chiave del processo riparativo in ogni tessuto. La tecnologia PRGF permette infatti di con- centrare le piastrine plasmatiche che vengo- no quindi reinserite nel sito chirurgico acce- lerandone i processi di riparazione. Si tratta di una metodica che prevede l’esecuzione di un normale prelievo di sangue venoso (ge- neralmente dagli arti superiori), la sua cen- trifugazione secondo parametri precisi e la successiva separazione del plasma dalle altre componenti ematiche (eritrociti e leucociti). Dal plasma vengono ricavate due frazioni a concentrazione piastrinica media diffe- rente: dalla prima, relativamente povera di piastrine, si ottengono membrane autologhe gelatinose ricche di fibrina e con contenuto piastrinico medio simile a quello del sangue periferico, mentre la seconda (PRGF propria- mente detto) risulta estremamente ricca in piastrine e fattori di crescita (concentrazione piastrinica media pari a 3,6 volte quella del sangue periferico). La tecnica prevede un prelievo di sangue mediante ago butterfly e provette sottovuo- to contenenti citrato sodico che chelando il calcio plasmatico impedisce la coagulazione dello stesso. Una volta centrifugato, il plasma viene separato con micropipette da laborato- rio e viene aggiunto calcio cloruro alla con- centrazione di 50 microlitri per millilitro (cc) di plasma: in tal modo si riattivano i processi di coagulazione e di aggregazione piastrinica. Questo passaggio risulta fondamentale per- ché l’attivazione delle piastrine determina la loro degranulazione, ovvero alla liberazione di GFs, che risulta pertanto gestita dall’ope- ratore solo nel momento in cui realmente risulta necessaria. Infatti dalla frazione più ricca di piastrine possiamo ricavare PRGF liquido non attivato con il quale bagnare la superficie implantare, PRGF liquido attivato con aggiunta di calcio (ad esempio per infiltrare le cavità articolari o per il ringiovanimento estetico dei tessuti molli), o con cui miscelare materiale di in- nesto osseo (auto- o eterologo), o infine ge- Guarire meglio, più rapidamente e con meno dolore con il PRGF M.S. Fig. 1 - Granuloma piogenico retroincisale. Fig. 3 - Escissione completa con asportazione della mucosa palatina fino al piano osseo. Fig. 5 - Riempimento della cavità residua con membrane autologhe di PRGF. Fig. 7 - Sutura della membrana di fibrina con la mucosa palatina. Fig. 8 - Dopo 13 giorni vengono rimossi i punti e si osserva tessuto di granulazione ancora in fase di maturazione. Fig. 6 - Deposizione dell’ultima membrana che si autoadatta al sito ricevente. Fig. 4 - Membrane autologhe di derivazione pla- smatica ottenute con tecnologia PRGF. Fig. 2 - RX endorale che dimostra l’assenza di cause endodontiche o parodontali. web article www.dental-tribune.com