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Implant Tribune Italian Edition

13Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2012 Clinica & Pratica Nel settore medico ciò che fa la differenza è la capacità di stabilire con ogni singolo paziente una relazione attraverso la quale possa percepire la qualità del servizio offerto e l’importanza di poter essere seguito da un professionista non focalizzato sul profitto. L’efficacia degli interventi in studio è spesso valutabile solo a distanza di tempo. Questo implica che per ottenere referenze dai pazienti è necessario soddisfarli anche su altri versanti, quali: la capacità di dialogo, di accoglienza, di entusiasmo relazionale. Il seminario è finalizzato a stimolare lo sviluppo delle proprie abilità non prettamente tecniche, quali la responsabilità del nostro atteggiamento mentale positivo e vincente, per avere quella “marcia in più” che non solo garantisca di consolidare i risultati ad oggi ottenuti, grazie all’ottima professionalità, ma anche di incrementare il fatturato conquistando un numero sempre maggiore di pazienti. Affianchiamo le aziende nel raggiungimento dei loro obiettivi attraverso il miglioramento delle performance delle persone che ne fanno parte. La concretezza, la persistenza e la lungimiranza della nostra organizzazione sono racchiuse nello slogan: "Global reach, local touch". CATANIA venerdì 11/05/2012 MILANO venerdì 18/05/2012 PADOVA venerdì 08/06/2012 FIRENZE venerdì 22/06/2012 TORINO venerdì 14/09/2012 ROMA venerdì 12/10/2012 350 euro 2 partecipanti stesso studio: 10% sconto 3 partecipanti stesso studio: 15% sconto Corso a numero chiuso. Per prenotazioni e informazioni, contattare la Segreteria Organizzativa: Tueor srl - Corso Sebastopoli, 225 - 10137 Torino - Tel. 011 0463350 - segreteria@tueor.com - www.tueor.it Le relazioni vincenti nell’era digitale. annuncio 262x185.indd 1 01/03/12 15:14 Carico immediato con tecnica “Simple” M. Csonka, E. Palmeri Introduzione La letteratura definisce il carico immediato come il carico funzionale delle fixture (con con- tatti occlusali), effettuato entro e non oltre le 72 ore, senza dunque attendere il periodo di oste- ointegrazione1 . Tradizionalmente, il carico con- venzionale prevede il collegamento delle fixtu- re alla protesi dopo un periodo di guarigione di circa tre mesi per la mandibola e sei mesi per il mascellare2 . I tempi di attesa tra inserimen- to e protesizzazione degli impianti stabiliti da Brånemark et al. nel 1977, avevano come unico scopo quello di ridurre al minimo i rischi di fallimento correlati a micromovimenti dell’im- pianto durante la fase di guarigione iniziale. Era opinione comune (Albrektsson 1981-1986) che movimenti, anche dell'ordine di micro- metri, potessero influenzare negativamente l’osteointegrazione e il rimodellamento osseo formando tessuto fibroso all’interfaccia osso- impianto. Szmukler-Moncler et al. per primi contestarono il protocollo implantare di Brå- nemark, ritenendo che l’attesa di 3-6 mesi non fosse supportata da alcuna base scientifica12 . In seguito, studi sperimentali di Sagara et al. su cani, di Piattelli et al. e di Romanos et al. su scimmie hanno definitivamente invalidato la teoria di Brånemark, confermando l’assenza di tessuto fibroso all’interfaccia osso impianto nel caso di impianti immediatamente sottoposti a carico occlusale12 . Oggi è possibile affermare che il carico imme- diato rappresenta un protocollo terapeutico valido e predicibile, con una percentuale di successo compresa tra il 90% e il 100%, per im- pianti posizionati in mandibola, tra il 66% e il 95,5% per impianti posizionati nel mascellare12 . Inoltre, tempi di guarigione prolungati e mol- teplici fasi chirurgiche del carico convenzio- nale possono rappresentare un impedimento nell’accettazione della terapia implantare da parte del paziente. Pertantoilcaricoimmediatopuòrappresentare una valida indicazione in tal senso, posto il fat- to che i risultati debbano poter essere sovrap- ponibili a quelli relativi al carico convenzionale. Diversi studi hanno tentato di definire i fattori prognostici per il successo della procedura a carico immediato. I criteri individuati sono i seguenti: • stabilità primaria • densità e quantità ossea • tecnica chirurgica • design delle spire implantari • lunghezza e diametro implantare • numero delle fixture splintate insieme • caratteristiche di superficie Stabilità primaria Oggi è stato ampiamente confermato il ruolo critico della stabilità primaria, definita come stabilità biometrica ottenuta immediatamente dopo l’inserimento degli impianti, determinan- te per il successo a lungo termine della riabili- tazione implantare4 . Infatti, il processo di oste- ointegrazione parte da un iniziale interlock tra l’osso alveolare e il corpo implantare (stabilità primaria) e si conclude con la fissazione biolo- gica dell’impianto all’osso, grazie al processo di apposizione di osso neoformato (osteogenesi da contatto) e di rimodellamento attorno all'im- pianto (stabilità secondaria) (Berglundh et al., 2003). La stabilità primaria è dunque il risultato dell’intimo contatto tra osso e impianto, ed è a sua volta influenzata dal disegno implantare, dalla tecnica chirurgica, dalla densità e dalla quantità del tessuto osseo disponibile. La valu- tazione della stabilità primaria può essere ef- fettuata durante le fasi di inserimento dell’im- pianto mediante l’utilizzo di apparecchiature che misurano e registrano il torque di inser- zione. Questa tecnica si basa sulla misurazione delle forze compressive e di attrito che si svilup- pano all’interfaccia con il tessuto osseo durante l’inserzione di un impianto ed è ovviamente influenzata dal design implantare (O’Sullivan et al., 2000). Molti ricercatori usano come in- dicatore di stabilità primaria il valore massimo di torque generato durante l’ultima fase di ser- raggio dell’impianto16 . In ogni caso è evidente la correlazione positiva fra torque di inserzione e di rimozione, mentre deve essere ancora chiari- ta la correlazione fra massimo torque inserzio- nale e resistenza al taglio (Molly, 2006)16 . Altri sistemi per determinare la stabilità prima- riasonoilPeriotest(Siemens)el’analisidellafre- quenza di risonanza. Oggi, per effettuare un ca- rico immediato si ritiene che il grado di stabilità valutato con il Periotest debba essere compreso8 fra -4 e +2; con la RFA, i valori devono essere su- periori a 65 ISQ (Quoziente di Stabilità Implan- tare). Sennerby et al. nel 2000 hanno riscontra- to, misurando la stabilità primaria di impianti mandibolari e mascellari con RFA, un valore di stabilità primaria statisticamente più elevato negli impianti mandibolari e una sostanzia- le uguaglianza dei valori ottenuti sia dopo 3-5 mesi di carico che dopo sei mesi. Al contrario, hanno riscontrato che la stabilità degli impianti mascellari tende ad aumentare significativa- mente nel tempo; fino al raggiungimento, dopo sei mesi, di valori simili a quelli raggiunti dagli impianti mandibolari. Si è concluso che esiste una correlazione positiva tra qualità ossea e stabilità primaria sia a livello mandibolare che mascellare. Ovviamente, essendo la stabilità primaria legata alla densità ossea, un impianto con bassa stabilità primaria necessiterà di più tempo primadipoteressere caricato rispetto ad un impianto con alta stabilità primaria5 . Design dell'impianto Le caratteristiche geometriche dell’impianto influenzano consistentemente la stabilità pri- maria in osso di scarsa qualità: l’uso di frese di calibro ridotto rispetto al diametro implantare (sottopreparazione del sito chirurgico), l’omis- sione della maschiatura e l’uso di impianti a spire larghe, aumentano notevolmente la sta- bilità primaria soprattutto nei casi di scarsa densità ossea. In uno studio del 1997, Tarnow et al. ha utilizzato quattro differenti sistemi implantari in un campione di 107 impianti, concludendo che il carico immediato era stato portato a termine con successo senza alcuna differenza fra i quattro. pagina 14>