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Dental Tribune Italian Edition

8 Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012Gestione dello Studio Paura del dentista? Comfort e ambiente aiutano a superarla In campo odontoiatrico, così come in altri ambiti medici, l’interesse per la “guarigione” si accompagna sempre più al “prendersi cura del cliente”. Nella fase di progettazione di uno studiodentistico,èimportantequindichel’ar- chitetto rivolga la sua attenzione a un aspetto tutt’altro che secondario: la fobia del dentista, presente in molti, ancorchè causata da motivi psicologici differenti. Prendersi cura significa studiare l’ambiente odontoiatrico in modo da rendere la visita il più confortevole possibile. Come può quindi l’ambien- te influire positivamente su una persona in tensione, ansiosa, che attende di sotto- porsi alle mani del dentista? Ricerche psicologiche dicono che un paziente “pauroso” focalizza l’attenzione solo su alcuni stimoli dell’ambiente o che egli avverte nel proprio corpo. Obiettivi dell’architet- to saranno quindi il relax, la distrazione, il comfort. Il che significherà creare uno spa- zio dedicato al ricevimento e all’attesa con, sempre più, le sembianze di un salotto domestico o di uno spazio in cui il paziente si senta a suo agio. Ricreare spazi che danno senso di protezione e di relax minimizza infatti lo stato ansioso. L’arredo della sala d’aspetto, il comfort della poltrona, gli aspetti organizzativi degli spazi, l’illumi- nazione hanno un’importanza non inferiore a quella degli strumenti di lavoro. Uno studio medico all’avanguardia dovrà se- guire le ultime tendenze in fatto di arredo, perchè design ed eleganza non sono caratte- ristiche molto comuni negli studi dentistici: si tende infatti a rispettare i contenuti, ma non si guarda al gusto nell’arredo. Per crea- re un ambiente confortevole e professionale, carico di personalità e prestigio servono cura dei particolari, linee essenziali, quasi rigorose, combinate a materiali costruttivi d’ultima ge- nerazione. Un’ulteriore personalizzazione dell’ambiente deriva dall’utilizzo di oggetti di design, dove gli accessori divengono punti di riferimento visivo, colpiscono l’occhio e creano attenzio- ne. Una delle possibili soluzioni per conferire l’approccio innovativo sarà l’abbinamento di materiali non comuni per i mobili in contra- sto con le tonalità fredde delle pareti. Una volta definito il loro colore, sarà importante “vestirle” con stampe che non rappresentino il tipo di attività svolta (immagini di casi clinici, malattie rare o interventi chirurgici al limite della realtà) ma piuttosto qualsiasi forma di rappresentazione artistica. Per spazi che lo consentono potrà essere ap- propriato installare schermi che propongono la visione di documentari naturalistici, per catturare l’attenzione e ingannare l’attesa. Giunto il proprio turno, sulla poltrona del dentista potrebbe esser utile un sottofondo musicale per allontanare la tensione. I benefi- ci della musicoterapica sono ben noti e il pro- gettare un impianto di domotica che consenta al paziente di rilassarsi, ascoltando musica du- rante la seduta, può apportare benefici. Diver- so il problema di “quale” musica mandare in onda. Oltre a essere architetto, chi scrive è anche una paziente, che, nel progettare un ambiente di lavoro delicato come quello odontoiatrico, cerca di immaginare quel che vorrebbe trova- re al suo arrivo in studio: accoglienza, calore, pulizia, semplicità. Sicuramente, non un am- biente algido e senza personalità, dove, se per merito del medico non si prova dolore durante la visita, nessuna laurea in medicina potrà ri- sparmiarle la sofferenza di sale d’aspetto ste- rili e tristi. A infliggere il colpo di grazia, ma- gari anche qualche pianta di “vera plastica”. Per la cura dei denti l’architettura non è cer- tamente indispensabile, ma può sicuramente offrire risposte concrete ai bisogni dei pazien- ti. Arriveranno i tempi in cui andare dal den- tista probabilmente non sarà più un fastidio, ma addirittura una piacevole abitudine. Offri- re ai pazienti un ambiente ospitale, significa anche comunicar loro “vieni a trovarmi più spesso, perché qui sei il benvenuto”. Angela