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Dental Tribune Italian Edition

10 Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2012Medicina Interdisciplinare Prevenzione in culla I primi anni di vita rappresentano un momento fondamentale per lo sviluppo psico-fisico, emotivo e cognitivo del bambino; massima è quindi l’attenzione, in questa fase, per tutto ciò che può influenzare positivamente o negativamente, spessoconunimprintingindelebile, il futuro del nuovo nato. Non fa ec- cezione l’apparato stomatognatico sebbene sia atteggiamento comune tra i genitori affrontare l’argomen- to “denti” di norma all’inizio della permuta, se non oltre. L’odontoiatria infantile si occupa a pieno titolo della dentatura deci- dua dal cui stato di salute dipende in gran parte il futuro del cavo ora- le; infatti è da sempre impegnata sul fronte della fluoroprofilassi, dell’igiene orale, della divulgazione di una corretta alimentazione e del controllo delle abitudini viziate. In realtà, le basi per un armonico accrescimento si gettano ancora prima, già dai primissimi giorni di vita, educando e informando le fu- ture mamme. Innanzitutto è di primaria impor- tanza consigliare alle donne l’allat- tamento al seno; questo non solo soddisfa requisiti nutrizionali, psi- cologici ed economici di comprova- to vantaggio, ma aiuta il neonato a esercitare tutta una serie di musco- li e abilità che molto pesano nello sviluppo del cavo orale grazie alla co-presenza di due attività fonda- mentali: il “suckling” (poppare) e il “sucking” (succhiare). Per poter spremere il latte dal ca- pezzolo senza perderlo dalla bocca, deglutire e contemporaneamente respirare il bambino contrae effica- cemente i muscoli orbicolari delle labbra e i muscoli buccinatori, in- nalza la mandibola e compie movi- menti di protrusione e retropulsio- ne della lingua. Nell’allattamento artificiale, invece, lingua e mandibola risultano dislo- cate posteriormente dalla tettarella, la lingua spesso deve posizionarsi a “chiudere” il foro per frenare la di- scesa a cascata del latte e l’attività della muscolatura periorale risulta molto scarsa perché è la conforma- zione della tettarella che assicura il sigillo. In una parola: il capezzolo si adatta sempre alla bocca del neonato men- tre nel caso del biberon è la bocca che, comunque sia, si deve adattare alla tettarella. Dal momento che in questa primis- sima fase di crescita la volta palati- na è estremamente malleabile, non è secondario sapere che il capezzolo, premuto contro il palato dalla lin- gua, si allarga favorendo un model- lamento a“U”, mentre la tettarella vi imprime una forma a “V” dislocan- do verso l’alto il pavimento della cavità nasale. Naturalmente, per poter apprezzare i suddetti benefici, l’allattamento naturale deve protrarsi per almeno 6 mesi, come sottolinea la letteratu- ra scientifica. In sintesi, il bambino allattato ar- tificialmente sarà maggiormente esposto al rischio di sviluppare una scorretta anatomia (palato ogivale, mandibola retroposizionata) e/o una scorretta funzione (deglutizio- ne atipica, respirazione orale) con conseguente sviluppo di malocclu- sioni caratterizzate da deficit tra- sversale del mascellare con o senza morso crociato posteriore, open- bite e II classe scheletrica. L’allattamento al seno, specialmen- te se “a richiesta”, ha inoltre un ef- fetto secondario di non trascurabile importanza: soddisfacendo appie- no l’innato bisogno di succhiare del bambino riduce drasticamente il rischio che questi contragga abitu- dini viziate. Anche uno svezzamento ben gestito che eviti il passaggio del biberon e che proponga cibi di adeguata con- sistenza, contribuisce a perpetuare un buon tono muscolare e una cor- retta funzionalità linguale: presup- posti fondamentali, come abbiamo visto, di un buon allineamento dentale. Attenzione, quindi, perché troppo spesso, oggi più che mai, si incontrano bambini che alla vigilia della scuola elementare fanno anco- ra colazione con il biberon con buo- na pace delle mamme soddisfatte per la “comodità” della soluzione, ma inconsapevoli di come questo piccolo gesto quotidiano possa esse- re responsabile del ritardato o man- cato passaggio dalla deglutizione infantile a quella adulta. Volendo occuparsi di prevenzione molto precoce, però, non è sufficien- te limitarsi all’occlusione; occorre impegnarsi fin da subito anche sul fronte della patologia cariosa. È noto che alla nascita il cavo orale del neonato è germ-free, ma imme- diatamente dopo inizia la coloniz- zazione a partire dalla mamma, dai cibi (acqua, latte), dal personale che accudisce il bambino e dall’ambien- te: si parla di “batteri pionieri”. Ne- gli ultimi anni è stato inoltre dimo- strato che già prima dell’eruzione dentale si trovano Streptococchi del gruppo Mutans sulla linea mediana della lingua sebbene il picco di mas- sima colonizzazione si registri tra i 19 e i 31 mesi di vita (finestra d’infet- tività): è in questo periodo che van- no potenziati al massimo gli sforzi nella prevenzione della carie in base al principio che “quanto più precoce è la colonizzazione tanto più alto è il rischio di sviluppare un’ele- vata cariorecettività” (spesso nonostante uno stretto con- trollo degli alimenti carioge- ni della dieta e adeguate ma- novre di igiene orale!!). Sarà pertanto fondamentale abbattere la carica batterica nel cavo orale della madre (primo e privilegiato veicolo) già in gravidanza con sedute di igiene orale professionale e istruzioni di igiene orale do- miciliare perché, dopo la na- scita,controlliaccuratamente la frequenza dell’inoculo sco- raggiando abitudini comu- ni come quella di testare la temperatura del latte diretta- mente dalla tettarella o la sa- pidità dei cibi dal cucchiaino, non ultima quella di ripulire il succhiotto dell’ignaro bebè con una vigorosa leccata materna! Concludendo richiamiamo quindi l’attenzione sulla “primary-prima- ry prevention”: missione che auspi- chiamo si possa efficacemente con- dividere in futuro con ginecologi, ostetriche, pediatri e puericultrici che assumono, alla luce di quanto appena enunciato, un ruolo di fon- damentale importanza per un ar- monico e sano accrescimento. Federica