Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

21SpecialeLaser Tribune Italian Edition - Febbraio 2012 Fig. 6 Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9 pagina 20< Si applica aria pressurizzata per asciugare il foro della vite e vi si in- serisce una goccia di olio minerale (dispensata mediante la punte di un explorer). Una fresa a pallina 1/4 affilata su ma- nipolo ad alta velocità viene attivata e applicata delicatamente sul lato esposto della vite fratturata. L’obiet- tivo è quello di mettere in contatto le lame rotanti della fresa con la superficie in metallo della vite, in modo che la vite fuoriesca dal foro. Una volta ripetuta questa operazio- ne più volte, la vite può essere fatta ritrarre e recuperata facilmente con delle pinzette8 . Se questa tecnica fal- lisce, è possibile creare una fessura usando una fresa chirurgica sulla testa della vite fratturata. Si usa poi un cacciavite per svitare la vite fratturata. Talvolta, è sufficiente un lieve tocco con la fresa sulla testa della vite rot- ta per farla fuoriuscire. Se si spana la testa esagonale della vite, dovrebbe essere strumentata completamente con una fresa al carburo a pallina, la testa dell’impianto dovrebbe essere raddrizzata, dopo di che sarà pos- sibile inserire un nuovo abutment nell’impianto. Studio del caso Questo report clinico descrive un caso nel quale la vite implantare fratturata è stata recuperata con successo, utilizzando il laser Er:YAG laser come strumento ausiliario, nonché i vantaggi di questa lun- ghezza d’onda di 2.940 nm versus i metodi convenzionali. Valutazione Un uomo di 36 anni si è presenta- to lamentando il distacco di una corona supportata da impianto nella regione dell’incisivo centrale superiore di sinistra. Il paziente af- fermava che l’impianto e la corona erano stati posizionati quattro anni prima e che durante questo periodo si era verificato due volte l’allenta- mento della corona. In entrambe le occasioni, la vite era stata riavvitata senza ulteriori accertamenti. L’esa- me clinico del paziente rivelava un dente mancante a livello del #9 senza alcun segno di impianto (Fig. 1). Il paziente aveva portato con sé l’abutment, la corona e la vite rotta (Fig. 3). L’esame radiografico dell’area mo- strava la presenza di un impianto cilindrico che sembrava essere lun- go 13 mm, con diametro 3,75 mm ed esagono interno. La parte api- cale della vite era rimasta avvitata nell’impianto, ma si era fratturata a livello dell’ingaggio esagonale. No- nostante l’impianto si fosse osteoin- tegrato, vi erano segni radiografici di perdita ossea crestale (Fig. 2). Opzioni di trattamento Le opzioni di trattamento dispo- nibili erano: 1) recupero della vite fratturata; 2) rimozione del vecchio impianto e inserimento di uno nuo- vo nella stessa seduta. Dopo averne parlato con il paziente e aver valuta- to le possibilità di successo, è stato deciso di provare a recuperare la vite fratturata. Il trattamento ri- chiedeva l’uso del laser Er:YAG per eseguire la seguente procedura, ba- sata sulla ricerca validata: - Incisione del lembo31-33 - Ablazione del tessuto di gra- nulazione intorno all’impian- to34-36 - Rimodellamento,modellazione e ablazione dell’osso32,34,37,38 - Detossificazione delle superfici infette dell’impianto36,39-42 - Una procedura osteogenica associata (GBR) per evitare la crescita interna di tessuto mol- le e mantenere la forma delle alternative di trattamento alve- olare, usando un approccio più convenzionale, includerebbe l’uso di un bisturi, curettaggio e strumenti rotanti. Trattamento Per questa procedura è stato utiliz- zato un sistema laser a doppia onda, con lunghezze d’onda operative di 2.940 nm e 10.600 nm (OpusDuo™ AquaLite™ , Lumenis, Ltd. Yokneam, Israele). I parametri operativi del laser utilizzati per le diverse fasi chirurgiche erano i seguenti: - Accesso del lembo: Lunghez- za d’onda: 2.940 nm (Er:YAG), punta in zaffiro da 200 micron, modalità contatto; 450 mJ per impulso a 20 Hz. Potenza tota- le: 9 Watt. - Rimozione del tessuto di gra- nulazione: Lunghezza d’onda: 2.940 nm (Er:YAG), punta in zaffiro da 1.300 micron, moda- lità senza contatto; 700 mJ per impulso a 12 Hz. Potenza totale: 8.4 Watt. - Chirurgia ossea: Lunghezza d’onda: 2,940 nm (Er:YAG), pun- ta in zaffiro da 1.300 micron, modalità senza contatto; 450 mJ per impulso a 20 Hz. Poten- za totale: 9 Watt. - Detossificazione dell’impianto: Lunghezza d’onda: 2.940 nm (Er:YAG), punta in zaffiro da 1.300 micron, modalità senza contatto; 150 mJ per impulso a 20 Hz. Potenza totale: 3 Watt. - DecorticazionepertecnicaGBR: Lunghezza d’onda: 2,. 40 nm (Er:YAG), 1.300 micron, moda- lità senza contatto; 500 mJ per impulso a 17 Hz. Potenza totale: 8.5 Watt. È stata realizzata un’incisione a for- ma di “V” con il laser Er:YAG. È stata eseguita un’incisione intrasulcula- re (dopo anestesia) sul lato buccale e palatale dell’impianto, insieme a due incisioni verticali di rilascio: una nel lato mesiale del dente #8 e la seconda nel lato mesiale del dente # 11 (Figg. 4, 5). I lembi buccali e pa- latali sono stati scollati e l’area è sta- ta esplorata (Fig. 6); intorno al collo dell’impianto vi era del tessuto di granulazione. Questo è stato elimi- nato mediante il laser (Fig. 9). La vaporizzazione mediante laser Er:YAG del tessuto di granulazione (nel caso sia presente) dopo lo scol- lamento del lembo risulta efficace, con un minor rischio di surriscal- dare l’osso rispetto ai laser a diodi o CO2 43 . Inoltre, spesso evita la ne- cessità di una strumentazione ma- nuale. I risultati degli studi clinici controllati e di base hanno eviden- ziato l’elevata potenzialità del laser Er:YAG e la sua eccellente capacità di eseguire efficacemente l’ablazione del tessuto molle, senza generare effetti termici rilevanti ai tessuti adiacenti, è stata dimostrata in nu- merosi studi35-37 . La fessura esagonale rotta è stata rad- drizzata, usando una fresa diaman- tata a pallina, e la testa dell’impian- to è stata resa liscia. Con una fresa chirurgica è stata creata una fessura nella testa della vite fratturata e con un cacciavite è stato possibile svitare la vite fratturata (Figg. 7, 8). Il laser Er:YAG è stato puntato sulla superficie dell’impianto esposta per decontaminare le superfici esposte infette, senza danneggiarle36,40-43 . Gli studi hanno dimostrato che tra gli effetti dell’energia del laser Er:YAG sull’osso è inclusa anche la riduzione batterica43,44 . Dopo di ciò, tutte le superfici os- see accessibili sono state esposte all’energia laser per eliminare l’osso necrotico e modellare e rimodellare la superficie, in accordo con i pro- tocolli clinici validati32,34,38,39 . È stata quindi eseguita la decorticazione dell’osso buccale (Fig. 10). Lo scopo della decorticazione è quello di in- coraggiare il sanguinamento, assicu- rando cellule progenitrici al sito. pagina 22> Fig. 10 Fig. 11 Fig. 12 Fig. 13