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Lab Tribune Italian Edition

9 Italian Edition Anno II n. 1 - Gennaio 2012 Clinica & Tecnica B i b l i o g r a f i a 1. Vanini L., Mangani F., Klimovskaia O.: Il restauro conserva- tivo dei denti anteriori. ACME. 2003 2. Massironi D., Pascetta R., Romeo G. : Estetica e precisione. Procedure cliniche e di laboratorio. Quintessenza edizioni 2004 3. Fradeani M.: La riabilitazione estetica in protesi fissa. Quin- tessenza edizioni 2007 4. Magne P., Belser U,: Restauri adesivi in ceramica dei denti anteriori. Quintessenza edizioni 2003 5. Rutten P., Rutten L.: Corone, ponti e impianti. Teamwork Me- dia 2004 6. Sommella A.: Il margine incisale. Teamwork Media 2004 7. Smaniotto P.: Obiettivo naturalezza. Quintessenza edizioni 7-8/2007 8. Della Neve R., Pongione G., Esposito R.: Ceramizzazione su strutture anatomiche in zirconia. Dental Dialogue 7/ 2008 9. Pongione G., Esposito R., Della Neve R.: Cementazione adesi- va delle faccette in ceramica. Kerr News Maggio 2009. 10. Fuzzi M., Spreafico R., Vanini L.: Il restauro conservativo dei denti posteriori. Quaderni di progresso odontostomatologico a cura degli ”Amici di Brugg”. 2000;17 11. Vanini L., “ Sistema composito microibrido fluorescenza e opalescenza”, Dental Cadmos. 1996;8:36-46. 12. Vanini L., Toffenetti F.:Nuovi concetti estetici nell’uso dei materiali compositi. Quaderni di progresso odontostomatolo- gico a cura degli ”Amici di Brugg”.1995;13 13. Rondoni D.: Tecnica indiretta negli intarsi estetici posteriori. Dental Tribune 2007;3 LT pagina 8 Dopo la rifinitura, la lucidatura e la brillantatura l’in- tarsio viene inviato in studio dove si procede alla pro- va ed alla cementazione (Figg. 22-26) utilizzando come cemento lo stesso composito utilizzato per la prerico- struzione e per la fabbricazione dell’intarsio (scaldato a 50°). Descrizione di un caso clinico nel settore frontale Il paziente di anni 8 giunge alla nostra osservazione con la frattura traumatica dei due incisivi centrali (Fig. 27). Dopo aver effettuato il test di vitalità per valutare lo stato della polpa si decide di tenere vitali entrambi gli elementi ricorrendo ad un restauro diretto in composito sul 1.1 e a un intarsio in composito sul 2.1. Si procede dapprima al restauro diretto del 1.1 (Fig. 28) e dopo aver rifinito i margini della frattura (Figg. 29, 30), alla pre- sa dell’impronta del 2.1. Per una corretta stratificazione del composito sul modello si ricorre ad una mascherina in silicone ottenuta da una ceratura diagnostica (Figg. 31, 32), questa consente non solo di capire in anticipo i volumi finali, ma permette un controllo maggiore nella disposizione delle masse durante la stratificazione. La nostra stratificazione comincia dal fine preparazione dove vengono applicate per desaturazione le dentine fluorescenti UD4, UD3 e UD2 (Figg. 33, 34), è impor- tante prestare attenzione nell’applicare degli strati sot- tili e irregolari di composito (ogni incremento non deve superare i 2 mm e fotopolimerizzato per 20 secondi). Successivamente viene realizzato un piatto incisale UE3 (Figg. 34a-36), dove verranno inserite le caratterizzazio- ni (Fig. 37), creando dei contrasti con intensivi ed opa- lescenti IW, OW e OBN. La stratificazione termina con l’utilizzo di uno strato sottile di smalto generico UE3, permettendo alla luce di diffondersi all’interno, così da creare un effetto molto simile ad un dente naturale (Fig. 38). Completata la stratificazione anatomica, viene effettuata la polimerizzazione finale (post-polimerizzata Fig. 39) a 80° per 9 minuti, questo connubio tra la ter- mopolimerizzazione (calore) e la fotopolimerizzazione (luce), migliora notevolmente le caratteristiche fisiche e meccaniche del nostro manufatto, acquisendo carat- teristiche superiori allo stesso composito utilizzato nei restauri diretti. Dopo la rifinitura e la lucidatura, prima di inviarlo in studio, la faccetta verrà sabbiata (ossido di alluminio 50 micron ad 1 atm) all’interno per favorire la compenetrazione del cemento (composito). Conclusioni La tipologia di trattamento descritta rappresenta, a nostro avviso, la scelta terapeutica ideale per il restauro di denti in cui il ricorso alla tecnica diretta potrebbe avere delle limitazioni. In particolar modo in soggetti giovani il ritardare il posizionamento di una corona completa può contribuire a un allungamento del ciclo vitale del dente. Inoltre la possibilità di effettuare, con tali restauri (intarsi e faccette), delle preparazioni sopra o iuxtagengivali semplifica la presa dell’impronta e le fasi di cementazioni adesive. Figg. 34a-36 - Piatto incisale realizzato con smalto generico (UE3) in una visione verticale ed in una incisale. Figg. 42 - Il caso terminato, a distanza di 1 mese. Fig. 37 - Applicazione di masse in profondità diverse: un opalescente bianco (OW), un intensivo bianco (IW) e di un opalescente blu (OBN) nel margine mesiale. Figg. 40, 41 - L’intarsio prima della consegna. Viene effettuata una sabbiatura della superficie che dovrà aderire alla preparazione del dente. Fig. 38 - Stratificazione anatomica viene completata con uno strato di smalto generico ad alto valore (UE3). Fig. 39 - La post-polimerizzazione viene effettuata nel fornetto a 80° per 9 minuti con l’Air Block. Il composito dopo questa cottura raggiunge un elevato grado di conversione, migliorandone le caratteristiche meccaniche.